Recensione Abracadabra Boom di Cane nero F.C.

Abracadabra BOOM

–  Cane Nero F.C. 

 

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Diario
Pagine:  100
Editore: Self


Questo breve romanzo sperimentale rispecchia in pieno lo stravolgimento mondiale di questo 2020: c’è droga, violenza, follia, turpiloquio. Ma c’è anche genialità, perfino amore. L’io narrante è l’uomo in cerca di se stesso, un uomo che rifiuta una vita conformista e borghese e che attraversa un suo percorso “sciamanico” verso una vita più autentica e libera. Un libro per chi sa guardare oltre le apparenze, per chi non si accontenta di questo mondo malato dove i telegiornali non fanno altro che darci in pasto atrocità su atrocità. L’autore, che preferisce agire nell’ombra di uno pseudonimo come un moderno eroe mascherato (o più propriamente un antieroe), possiede uno stile crudo e cristallino che cattura fin dalle prime battute. Un libro insomma che dà al lettore una prospettiva originale, che scardina ogni cliché.

Abracadabra è un vortice di parole, dirette e raccontate con rabbia, che arrivano al lettore come un’onda fuori controllo.
C’è volgarità, una vita randagia e “borderline” che viene raccontata come in una poesia dalle tinte cupe, una canzone dai toni sfacciati e dalla comprensione non immediata, in cui l’autore sembra volerci celare la sua comprensione .
Sesso, droga, alcool e una vita sregolata che vuole quasi trovare un senso e riordinarsi attraverso la narrazione delle sregolatezze stesse, che si sono acuite con le difficoltà affrontate nell’ultimo anno.
Le pagine si susseguono ricche di questi dettagli stonati, sopra le righe e a volte fastidiosi, con punteggiatura incerta, qualche refuso e una trama che fatico a tratteggiare.
Forse per comprendere il messaggio di Cane Nerof.C dobbiamo leggere queste pagine come una canzone urlata con rabbia, un’inondazione di parole sporche e volutamente portate al limite per far emergere il buio di noi stessi, la parte socialmente inaccettata di persone che vivono ai margini della società ma anche di loro stessi, guidati dal vizio e dalla mancanza di punti fermi che si mescolano con loro simili in un concerto borderline di anime vuote.
Un libro che fatico a comprendere, per senso e messaggio, che ho trovato esageratamente provocatorio e spinto nei contenuti e più originale nelle modalità e nei toni.
Sembra quasi una playlist narrativa che vuole affrontare la vita tratteggiandone i confini più estremi e portando il lettore all’interno di un’anima contorta e limitata che cerca di far emergere la parte introspettiva, nobile ma nascosta dalla complessità del suo insieme.

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