Recensione Il cammino delle trentuno pietre di Luigi Giudice

Il cammino delle trentuno pietre

–  Luigi Giudice 

 

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Poesie
Pagine:  84
Editore: Antipodes


Giudizio Sintetico


Nato dall’esperienza del primo lavoro, questa nuova raccolta ne è l’ideale conclusione e allontanamento. A seguito di una maturazione interiore, che si palesa anche attraverso un nuovo uso della parola, l’autore chiude un capitolo di esperienze umane e si apre a un nuovo cammino. Trentuno poesie che condensano un percorso di crescita, fra alti e bassi, cadute e riprese, un sentiero tracciato da trentuno poesie che come pietre sono stabili solo se ben piantate nel terreno, da calpestare per poter andare avanti. In copertina: illustrazione di Alessandro Matteo

Confrontarsi con un libro di poesie è, a mio avviso, un’esperienza sempre diversa e soprattutto molto soggettiva in grado di donare al lettore significati, emozioni e spunti di riflessione personali quasi mai condivisibili e che riempiono di unicità gli spazi tra i versi.
Mi piace pensare che in un libro di poesie lo scrittore lasci volutamente aperta l’interpretazione al lettore e, come in uno zodiaco di infiniti segni e significati, chi si avvicina ai versi può trovare sempre una parte di se stesso all’interno delle frasi, delle parole e anche delle atmosfere che si vengono a creare.
Il cammino delle 31 pietre mi é apparso fin da subito come un viaggio, senza luogo e senza spazio, all’interno di una storia d’amore, un tracciato di sentimenti variegati, e non sempre piacevoli, che ruotano attorno a una figura femminile e una figura maschile che vivono di passione ma che, in qualche modo, hanno visto la loro unione terminare o arrestarsi momentaneamente.
Quello che emerge dalle pagine è questa grande passione fisica, questo nutrimento di sentimenti ma anche di attimi che i due protagonisti hanno cercato e vissuto e che rivive all’interno di queste poesie.
Non c’è dato sapere il finale di questa storia, mi piace pensare che tra queste righe ci sia un sentimento che viene invitato a tornare a vivere perché così straripante, così impetuoso che sembra uscire dalle pagine per avvolgere il lettore che quasi è imbarazzato di fronte a tanta fisicità tanto ardore.
Non solo passione però ma anche tanti sentimenti, tante metafore romantiche, tanto dolore anche ma soprattutto tanti dettagli come le mani, le labbra, il cielo, il ritmo dei numeri che si ritrova, fiori, bugie, lacrime e tanto altro, un concerto di caratteristiche che compongono le trentuno poesie di Luigi Giudice.
Se dovessi pensare a cosa mi ha lasciato questa raccolta di poesie, direi soprattutto curiosità nei confronti di questo ripetersi numerico ma soprattutto tanto calore, quel pulsare frenetico ma anche dolce di una passione che è davvero scalpitante ma avvolgente come i sentimenti decantati in queste pagine.
Ottimo linguaggio e uso delle parole, bellissimi punti cardine da cui far partire l’immaginazione del lettore e un percorso di crescita sentimentale e personale che ho apprezzato molto ma soprattutto compreso fino in fondo.

Luigi Giudice è nato a San Giovanni Rotondo (FG) nel 1985 e attualmente insegna Storia e Letteratura Italiana nelle scuole secondarie di secondo grado.
Ha pubblicato una prima raccolta di poesia nel 2011 intitolata “Fra le tue preghiere” presso la Casa Editrice Ed Insieme, e nel 2016 è stato inserito nella raccolta collettiva “Viaggi di Versi” della rivista “Poeti e Poesia” diretta da Elio Pecora.


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