Recensione L’oscurità dell’anima di Anna Maria Lella

L’oscurità dell’anima

–  Anna Maria Lella 

 

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Thriller
Pagine:  249


Giudizio Sintetico


Quello che Leo Marchetti, giovane e brillante profiler in forza alla polizia di Milano, è chiamato a risolvere è un giallo che pare impenetrabile. C’è un misterioso assassino seriale, i cui delitti efferati scuotono la Lombardia. Rapisce donne belle e giovani, e abbandona i loro cadaveri abusati, mutilati, sfregiati di un segno particolare, che suggerisce oscuri intenti legati al satanismo. Dietro di sé, il killer non lascia altra traccia, se non la firma del Diavolo di Porta Romana, echeggiando così una figura della storia milanese ammantata di un’aura di cupa leggenda. Toccherà a Leo ricostruire la parti mancanti di un puzzle complesso ed enigmatico. Accanto a lui la sua squadra, e anche l’affascinante ispettore Anna Martini, con cui il rapporto si colorirà presto di dolci tinte sentimentali, e verrà messo alla prova dagli eventi incalzanti. In una ricerca che impegnerà tutte le loro migliori energie, gli investigatori si addentreranno nel sulfureo ambiente esoterico che si nasconde sotto la patina frenetica della grande città. Alla caccia di un criminale spietato e inafferrabile, si muoveranno tra personaggi ambigui, situazioni torbide e sorprendenti colpi di scena, confrontandosi ognuno con i propri limiti e il proprio passato.

Dal 1630 aleggia su Milano la leggenda del Diavolo di Porta Romana, un uomo che, nel pieno dell’epidemia di peste e quindi di terrore e morte, non perse occasione per festeggiare, invitare illustri ospiti nel suo palazzo o girare per le strade della città ostentando ricchezza sulla sua carrozza nera trainata da sei cavalli.
Cronache dell’epoca riportano stralci di descrizioni fatte su Ludovico Acerbi, l’uomo che tutti ritenevano potesse essere satana in persona e, anno dopo anno, secolo dopo secolo, il suo nome ha continuato ad alimentare leggende e storie permettendo la diffusione di materiale utile a ispirarne di nuove.
Ed ecco che arriviamo al romanzo di Anna Maria Lella “L’oscurità dell’anima” dove Leo Marchetti, profiler della Polizia di Milano, e Anna Martini, ispettore a cui viene assegnato il caso, dovranno risolvere il mistero che ruota attorno a un assassino seriale che scuote la Lombardia colpendo, mutilando e abusando giovani donne, lasciando sui loro corpi un macabro segno particolare.
Le indagini, che verranno subito collegate a un vecchio caso, saranno fitte di ombre, tensioni e concentrate su una caccia all’uomo che toccherà il mondo esoterico e satanista dove non mancherà anche una parentesi rosa che riguarderà i due protagonisti.
Una storia tesa e quasi sempre imprevedibile che si muove nell’ombra di quelle strade ricche di storia di cui Lombardia è terreno fertile.
La leggenda che ruota attorno a Ludovico Acerbi mi ha da sempre affascinata e questo è il secondo romanzo che mi trovo a leggere in poco tempo proprio ispirato dal Diavolo di Porta Romana.
Toccare il mondo esoterico legandolo a una leggenda milanese rende la storia molto affascinante e, tra queste pagine, il male emerge in tutta la sua potenza, con tutte le sue caratteristiche rendendo reale anche la psiche e il delirio che accompagna i crimini commessi.
I due protagonisti, che compiono un’indagine molto veloce e dinamica, sono ben caratterizzati, anche se perdono un po’ di smalto di fronte a una narrazione che, soprattutto quando vengono inseriti colpi di scena, fatica a tenere alta la suspense  aggrovigliando una trama che non sempre è chiara.
L’intera struttura narrativa tiene molto bene e non mancano i colpi di scena sebbene le indagini siano a tratti un po’ confuse e il finale decisamente inaspettato e un po’ enigmatico.
Nel complesso devo dire che “L’oscurità dell’anima” potrebbe essere il primo capitolo di un filone innovativo e interessante, capace di unire tutti i misteri poco conosciuti di una regione così ricca di storia come la Lombardia e quei sotterranei dell’anima e della psiche oscuri e tetri che conducono le persone a fare del male.
Con una maggior complessità della struttura di indagine e una maggiore intensità delle emozioni provate dal lettore a livello di suspense e fiato sospeso, credo che Anna Maria Lella abbia tutte le carte in regola per poter creare ottimi thriller legati al genere storico ed esoterico.

Anna Maria Lella è nata in un paesino di mare sulla costa ionica. Da diversi anni vive in provincia di Milano con la famiglia.

Ha conseguito la laurea in giurisprudenza presso l’Università statale di Milano. Dopo una breve esperienza lavorativa in una scuola elementare, ha insegnato Diritto ed Economia in un istituto tecnico.

Ora coltiva le sue grandi passioni: leggere e scrivere romanzi. Quest’ultima si è manifestata in giovane età, quando si deliziava a scrivere filastrocche o semplicemente un fumetto o una recita.

Adora l’arte, il cinema e dedica molto tempo all’attività fisica, soprattutto al nuoto.

Il suo romanzo d’esordio è Inno alla Vita, Europa Edizioni 2019.


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