Recensione Storia di una festa mobile di Emanuele Anceschi

Storia di una festa mobile

–  Emanuele Anceschi 

 

Formato: Copertina flessibile

Genere: Romanzo filosofico
Pagine:  138
Editore: Brè Edizioni


Giudizio Sintetico


Storia di una festa mobile narra il percorso che il protagonista sta compiendo per raggiungere il tempio dentro la caverna, dove spera di ricevere qualche risposta alle sue numerose domande filosofiche. Durante il viaggio, anche metaforico, si interroga su molti aspetti della società contemporanea, e attraverso la filosofia, l’antropologia, la letteratura, il cinema e l’ironia, riesce a darsi delle risposte. I fenomeni naturali, le canzoni, i film, i discorsi distopici tra personaggi reali e non: tutto è riconducibile a un’ottica filosofica. Ed è così che in questo breve saggio discorsivo sembra che egli, insieme alle proprie riflessioni, passi da un simposio a un altro, in compagnia sempre diversa: da Nietzsche, Heidegger, Anders, Marx, Schopenhauer a Von Trier, Lynch, Fellini, Kerouac, Bukowski, Hemingway fino ad arrivare ad Alice nel paese delle meraviglie. Diversi sono i temi toccati: dal mercato delle idee, alla vita inautentica, dall’inconscio alle strutture di Foucault. Solo la conoscenza intesa come analisi distaccata dalle strutture della società di appartenenza può salvare l’uomo dalla prigione che la sua stessa mente tende a imporgli. Uno dei mezzi per infrangere le barriere strutturali imposte dalla cultura e dalla società di provenienza, sono i viaggi, intesi come esperienze di vita, come fonte di accrescimento personale e come possibilità di affrancarsi e arrivare a una verità più alta. Partendo da premesse filosofiche e unendo la filosofia a uno stile originale che ricorda la Beat generation, il protagonista arriva alle proprie conclusioni.

Ci sono momenti in cui è bene fermarsi e confrontarsi con le proprie idee, compiere un viaggio introspettivo che può essere elaborato
e condiviso con qualcuno che sia ben disposto ad accogliere il nostro flusso interiore, fornendoci una visione alternativa o coerente con la nostra.
Mi capita spesso, per esempio, di disquisire con Matteo di pensieri legati al mondo, alla società, alla storia che si è evoluta ed è sgorgata in fatti o abitudini presenti che compongono il puzzle della società e di tutte le menti pensanti (o meno) che incontriamo nel nostro cammino, siano esse persone a noi vicine, personalità pubbliche o individui passeggeri.
D’altronde la vita è un viaggio e, proprio nell’analisi che Emanuele Anceschi offre al lettore, compiamo un viaggio impegnativo ma ricco di spunti di riflessione e prospettive, affiancando l’autore è il protagonista nella
ricerca di risposte attraverso la disamina di sette diversi punti:  le idee, la nostra indole, il senso della vita, la civiltà, l’amore, l’anticonformismo e la meditazione.
“Lo scopo di questo breve riassunto delle mie esperienze di naufragio è di dimostrare come il viaggio possa essere un mezzo per conoscere soprattutto per conoscere se stessi. Il viaggio è la conoscenza in senso più ampio fatta di letteratura, studi, riflessioni su se stessi e sulle proprie esperienze, forniscono all’uomo non solo l’opzione A Che è quella che la società di appartenenza e di riferimento gli ha preconfezionato ma anche la B, C, D ed E”.
Potremmo pensare, a libro ancora chiuso e intonso, che la struttura che l’autore da a questo libro sia puramente filosofica ma egli compie un passaggio che rende questo libro davvero unico, unendo alla materia del pensiero, le vite di autori e filosofi, citazioni di romanzi e spezzoni di film,  ma anche racconti a volte estremi per portare sostegno ad analisi profonde di concetti altrettanto elaborati.
Il risultato è un concentrato di idee, pensieri, analisi e fenomeni che spaziano tra temi molto diversi ma tutti pregni di quella sostanza morale che gli permette di tratte risposte – più o meno condivisibili- frutto di intense riflessioni che spaziano su intere sezioni della società contemporanea e del passato ma, soprattutto, sull’esperienza di crescita umana che compiamo nel cammino della vita, dando forma e sostanza ai nostri pensieri.
È interessante vedere come l’elaborazione delle riflessioni dell’autore collimi perfettamente con le varie tesi enunciate e prese “in prestito” da temi diversi appartenenti ad ambiti ampi e variegati, capaci di unire letterati e filosofi, pellicole cinematografiche e romanzi divenuti celebri.
La parte che ho preferito è indubbiamente quella legata all’amore dove è stato difficile non sottolineare intere sezioni che vorrei analizzare in un secondo momento e in modo ancor più accurato.
Perché di una cosa sono certa: questo libro, così impegnativo ma anche così illuminante, è un viaggio non senza ostacoli capace di solleticare la parte più genuina della nostra curiosità legata al pensiero, alle idee e ad aspetti che difficilmente sapremmo affrontare in modo così originale.
Un libro da tenere sul comodino e di cui leggere anche piccole parti al bisogno, come una medicina quotidiana che ci accompagni nelle giornate sature di informazioni ma così povere di riflessioni e, non me ne voglia l’autore, da sottolineare e su cui imprimere note a margine.
Come dice l’autore prima di iniziare la narrazione dei capitoli “ la filosofia va considerata come una cassetta degli attrezzi che aiuta a pensare e riflettere. Non è sinonimo di verità.”
Ecco, io credo che questo libro sia esattamente un’offerta in termini di strumenti da poter “prendere” al bisogno per provare a cambiare prospettiva analizzando le dinamiche con originalità e ampia offerta in termini di analisi.
Mi piacerebbe poter condividere parte di queste riflessioni con Matteo in una delle nostre chiacchierate dove, come fa l’autore, un buon bicchiere di vino può sciogliere lingua e pensieri lasciandoci trasportare dall’ordine che solo pensiero e parola sanno mettere in un mondo fatto di domande dove diventa sempre più difficile trovare risposte.
Mi permetto di complimentarmi con l’autore per il lavoro titanico ma di gran qualità che ha svolto nel creare questo prezioso strumento di riflessione, certa che una seconda lettura più approfondita e scandita nel tempo accrescerà ancora il già grande interesse che hanno scatenato in me queste pagine.

Emanuele Anceschi nasce nel 1982 a Castelnovo ne’ Monti, paese dell’appennino di Reggio Emilia. Dopo aver conseguito la maturità scientifica, si laurea in Studi Internazionali ed Europei all’Università di Parma. Svolge nel 2010 un tirocinio sul monitoraggio dei Diritti Umani a Vilnius della durata di quattro mesi. Dopo aver ricoperto posizioni manageriali nel settore privato, attualmente è occupato nel settore della cooperazione sociale. I numerosi viaggi che compie fin da quando è bambino lo portano a visitare più di una volta tutti e cinque i continenti. Appassionato di storia, filosofia, cinema e letteratura, è alla sua prima pubblicazione con Brè Edizioni.


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