Recensione Giro di vite di Maria Eugenia Veneri

Giro di vite

– Maria Eugenia Veneri 

 

Formato: Copertina flessibile

Genere: Romanzo
Pagine:  329


Giudizio Sintetico


“Giro di vite” ha in mente una missione: dare senza chiedere, desiderare la felicità di un popolo a tal punto da mettersi in pericolo e rischiare la propria vita per difendere la pace di un paese. La missione di questo romanzo non finisce quando le azioni sono incapaci di modificare le cose, perché oltre il corpo c’è sempre l’anima: che ha la forza di cambiarle. Essere al servizio degli altri è il terzo cromosoma di ogni essere umano, un corredo genetico a ricordarci che siamo qui, sempre e comunque, per qualcuno. Per questo lottare per i diritti umani significa restare fedeli a noi stessi senza fermarsi alle apparenze, come ci insegna “Giro di vite” e come sanno fare i protagonisti di questa storia al cardiopalma, coinvolti in una lotta alla criminalità mai ingaggiata prima.

Da sempre impegnata a scrivere storie che toccano argomenti meritevoli di essere portati alla luce e affrontati, per quanto la durezza della verità riesca a ferire, Maria Eugenia Veneri ci riconduce  nella vita dell’operatrice umanitaria Emma Fremont (che già avevamo conosciuto in “Sabbia nera e candide mani”) questa volta nel crudo e complesso mondo latinoamericano.
Storie di maltrattamenti, malavita, corruzione, violenze, donne abusate e droga che si uniscono a sfide di vita dedicate al prossimo e vissute con grande tatto e determinazione, soprattutto nei confronti di quelle persone, per la maggior parte dei casi donne e bambini, che devono essere protette, che meritano di poter sperare e possono farlo spesso solo attraverso chi spende la propria vita per missioni come quelle intraprese da Emma Fremont per l’ONU, storie però che al contempo devono essere conosciute da tutti, portate a galla anche grazie a romanzi come questo che non hanno timore di ferire ed emozionare per un fine più grande.
La particolarità di questo romanzo è che, oltre alla vita quotidiana all’interno dell’organizzazione e quindi dei suoi componenti che per chi ha letto il primo romanzo si riconoscono e quindi assumono un legame con quella che è stata l’esperienza di Emma in Africa, analizza i traumi, le sofferenze e la parte emotivamente travagliata della protagonista, dandoci quindi la possibilità di toccare con mano anche il peso di una vita spesa per gli altri e sulle conseguenze che le violenze, gli abusi, i rapimenti e tanto altro hanno su un cooperante, in questo caso su una donna, che vive il proprio lavoro come una missione che non la tutela però dai pericoli e dalle difficoltà fisiche e psichiche.
Oltre alla quotidianità dell’organizzazione, assistiamo ovviamente alla parte centrale del tema del libro che è quello delle vite borderline, degli abusi, delle violenze e dei cartelli che decidono vita e morte delle persone in nome del dio denaro e di regole mai scritte che consentono il proseguo di queste vergognose attività senza un decisivo attacco delle forze governative.
La struttura del romanzo ci permette inoltre di seguire le storie divise ma collegate per fine di Emma e Levi, quest’ultimo impegnato in una difficile e delicata missione che andrà a complicare il rapporto tra i due.
Leggere le storie racchiuse in questo libro fa soffrire ma permette anche al lettore di interrogarsi su ciò che avviene, spingendolo a documentarsi e approfondire quello che, per quanto avvenga in un luogo di fantasia, è molto vicino alla realtà di molti paesi dell’America Latina ma non solo.
La capacità di Maria Eugenia Veneri è quella di far entrare il lettore nell’intera vicenda come parte integrante dell’intero romanzo, soggetto attivo di una storia che viene raccontata senza limare gli avvenimenti e le atrocità ma narrata in modo avvincente, come ci si aspetta da un romanzo, ma anche con tatto ed esaustività per la parte legata al mondo dei dimenticati.
Equilibrio e coinvolgimento per una storia che speriamo possa condurci in una nuova missione.

Maria Eugenia Veneri nasce a Biella nel 1984.
Durante il periodo universitario vive esperienze formative sia in Italia che all’estero: un percorso che la porta dal Centro Unesco di Torino al Parlamento Europeo di Bruxelles, fino al Ministero degli Affari Esteri. Si laurea in Relazioni Internazionali e Diritti Umani e successivamente prosegue gli studi perfezionando le conoscenze in emergenze umanitarie, peacekeeping e diritto internazionale.
Nel 2011 pubblica il saggio “Consoli e Ambasciatori 1861-2011”, che la porta ad essere invitata come Lecturer negli Stati Uniti nel 2014, presso Lake Erie College e Rhode Island University. Nel 2015 istituisce “Semi di bontà – Carla Cecilia Onlus”, per attuare progetti di cooperazione allo sviluppo.
Nel 2016 pubblica il suo secondo saggio Diplomazia, Consoli e Ambasciatori.
Nel 2020, con LuoghInteriori, pubblica il suo primo romanzo Sabbia nera e candide mani, primo capitolo della storia dell’operatrice umanitaria Emma Fremont, che continua ora con Giro di vite


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