Recensione Il caso Alaska Sanders di Joël Dicker

Il caso Alaska Sanders

Joël Dicker

Formato: Copertina flessibile

Pagine:  624

Editore: La nave di Teseo


Giudizio Sintetico

Aprile 1999. Mount Pleasant, una tranquilla cittadina del New Hampshire, è sconvolta da un omicidio. Il corpo di una giovane donna, Alaska Sanders, viene trovato in riva a un lago. L’inchiesta è rapidamente chiusa, la polizia ottiene la confessione del colpevole, che si uccide subito dopo, e del suo complice. Undici anni più tardi, però, il caso si riapre. Il sergente Perry Gahalowood, che all’epoca si era occupato delle indagini, riceve un’inquietante lettera anonima. E se avesse seguito una falsa pista?
L’aiuto del suo amico scrittore Marcus Goldman, che ha appena ottenuto un enorme successo con il romanzo La verità sul caso Harry Quebert, ispirato dalla loro comune esperienza con un altro crimine, sarà ancora una volta fondamentale per scoprire la verità. Ma c’è un mistero nel mistero: la scomparsa di Harry Quebert. I fantasmi del passato ritornano e, fra di essi, quello di Harry Quebert.

Intrigante, avvincente e magnetico tanto da tenere incollato il lettore fino all’ultima pagina: “Il caso Alaska Sanders” è uno dei libri più piacevoli letti in questi ultimi mesi.

La trama vede impressa la cifra stilistica di Joël Dicker che da tempo ci ha abituati a trame avvolgenti in grado di trascinarci a pieno dentro la storia.

E dentro la storia, leggendo queste pagine, ci si finisce per davvero grazie ad un “escamotage” letterario che richiama i due precedenti romanzi –  “La verità sul caso Harry Quebert” e “Il libro dei Baltimore” – con protagonisti Marcus Goldman e  Harry Quebert, in grado di abbattere e frantumate le barriere spazio temporali confondendo la realtà e la finzione narrativa. Sublime per gli amanti del genere thriller – giallo.

La storia narra di un caso di omicidio che sembra non risolversi mai, mettendo a dura prova l’intuito investigativo di chi legge, sottoponendolo a disarcionamenti continui frutto di ripetuti colpi di scena. Lo sfondo è quello della provincia “bene” del nord est degli Stati Uniti a cui si affiancano veloci squarci delle grandi metropoli, ma sono i suoi abitanti, le loro vite e i loro segreti ad alimentare una trama il cui fascino “poliziesco” si infarcisce di profondi tratti di moralità. 

È fondamentale aver letto i due precedenti romanzi della “trilogia di Marcus” per apprezzare a fondo “Il caso Alaska Sanders”? Forse, si. O meglio, leggendo i due precedenti romanzi con i medesimi protagonisti, si è in grado di apprezzare a fondo questo libro che, nonostante le oltre seicento pagine che lo compongono, si legge tutto d’un fiato. 

Non solo una storia che si dipana in una trama molto ben congegnata, questo romanzo segna anche un cambio di passo non tanto nel rapporto tra Marcus e Harry Quebert, quanto nei ruoli che, sul finale, paiono quasi invertirsi.

C’è molta più profondità dei romanzi che lo hanno preceduto nel tratteggio dei personaggi che animano queste pagine dove si incontrano con maggiore distillazione sofferenza, delusioni, paure, aspirazioni, sogni e quotidianità, tessere preziose che compongono il bellissimo mosaico di questo libro.

Non esiste il libro perfetto… però questo romanzo di Joël Dicker è un ottimo esempio di come dovrebbe essere un thriller che si tinge di giallo.

Merita. E, senza spoilerare nulla, merita anche un po’ di attenzione da parte di chi legge per provare ad andare un po’ oltre la trama.

Voto altissimo: cinque stelle perché sei non è possibile.


Joël Dicker è nato a Ginevra nel 1985. I suoi romanzi sono tradotti in 40 lingue e hanno venduto più di dieci milioni di copie. Ha pubblicato La verità sul caso Harry Quebert (2013), Gli ultimi giorni dei nostri padri (2015), Il libro dei Baltimore (2016), La scomparsa di Stephanie Mailer (2018), L’enigma della camera 622 (2020), Il caso Alaska Sanders (2022). Ha ricevuto il Prix des écrivains genevois 2010, il Grand prix du roman de l’Académie Française 2012 e il Prix Goncourt des Lycéens 2012.

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