Recensione Il giorno in cui siamo morti di Maria Eugenia Veneri

Il giorno in cui siamo morti

– Maria Eugenia Veneri –

Formato: Copertina flessibile

Pagine: 340

Editore: Luoghi Interiori

Giudizio Sintetico

Guarda verso il mare la nuova avventura di Emma Fremont, verso un Mediterraneo che da troppo tempo è palcoscenico di naufragi e tratte di esseri umani; una realtà inaccettabile che Emma, con l’aiuto del fidato amico Edgard, è determinata a risolvere una volta per tutte.

La soluzione sarà una e una soltanto: stabilire un sistema internazionale più equo ed etico, in grado di dare una nuova possibilità ai rifugiati. Ma giunti sul campo, immersi nel dramma che colpisce quotidianamente la piccola isola di Agarab tra Malta e la Libia, per i due amici sarà facile comprendere quanto la situazione sia tragicamente più grave rispetto a quanto raccontato dai media.

Anche questa volta sarà necessario infrangere le regole per perseguire i propri ideale e difendere i diritti fondamentali di ogni individuo.Anche questa volta sarà tempo di grandi sentimenti, come quelli tra Emma e il coraggioso Levi, in missione nella lontana India.

Ma varrà la pena rischiare la vita, la carriera e la reputazione per fare in modo che le Nazioni Unite volgano lo sguardo verso il mare?

Dati e statistiche non saranno sufficienti per rappresentare una tragedia umanitaria tanto lontana dal Palazzo di vetro, dove l’elezione del nuovo Segretario generale rischierà di macchiarsi di giallo. Servirà qualcosa in più per farsi ascoltare e, come al solito, né Emma né Edgard si tireranno indietro.

Tornano, in questo nuovo lavoro di Maria Eugenia Veneri, gli elementi caratterizzanti della narrazione dei suoi due precedenti romanzi, “Sabbia nera e candide mani” e “Giro di vite”: la protagonista, Emma Fremont e i temi legati alle migrazioni e agli aspetti etici coinvolti nella loro gestione. 

Anche in questo “Il giorno in cui siamo morti”, emerge a chiare lettere quella che potremmo definire la cifra stilistica dell’autrice fatta di sensibilità verso le tematiche umanitarie frutto di una competenza personale maturata negli anni. E sono proprio la competenza e la sensibilità a fornire a queste pagine (così come avvenuto nei due precedenti romanzi) il compito di aprire gli occhi al lettore sulla delicatezza e l’importanza del conoscere quella che rappresenta una delle più grandi emergenze nelle agende internazionali, quelle migrazioni dietro le quali vi sono questioni che coinvolgono i Paesi e dentro le quali vi sono le questioni degli uomini, i loro valori, le speranze, i sentimenti, i drammi  e il desiderio di un futuro differente, se non migliore, comunque diverso.

Lo scenario di queste pagine è il Mediterraneo, luogo di una narrazione che, per il suo forte carattere di attualità, sembra abbattere le barriere della storia per condurre il lettore in una dimensione in cui romanzo e realtà paiono quasi fondersi. In queste pagine l’autrice sembra voler affidare alla narrazione il ruolo di messaggero verso un pubblico che non può restare indifferente di fronte alle vicende che coinvolgono Emma, Levi e le organizzazioni internazionali coinvolte in un fenomeno che, prima di tutto, è una storia di uomini.

Non è facile dar vita a un romanzo in grado di affrontare un tema così complesso come quello della tratta di esseri umani senza cadere nella superficialità, e ancora più difficile è dar vita a un libro in grado di lanciare un messaggio profondo al pubblico senza mai avere un attimo di indugio, con schiettezza e con una profondità a tratti commovente.

Quando realtà e narrazione riescono ad accostarsi con tanta maestria, si può dire di essere riusciti a dare origine a pagine in grado di giungere in profondità nei cuori e nelle menti dei lettori, riuscendo anche a fornire gli spunti necessari per riflessioni indispensabili nella vita di ognuno di noi.

Maria Eugenia Veneri nasce a Biella nel 1984.
Durante il periodo universitario vive esperienze formative sia in Italia che all’estero: un percorso che la porta dal Centro Unesco di Torino al Parlamento Europeo di Bruxelles, fino al Ministero degli Affari Esteri. Si laurea in Relazioni Internazionali e Diritti Umani e successivamente prosegue gli studi perfezionando le conoscenze in emergenze umanitarie, peacekeeping e diritto internazionale.
Nel 2011 pubblica il saggio “Consoli e Ambasciatori 1861-2011”, che la porta ad essere invitata come Lecturer negli Stati Uniti nel 2014, presso Lake Erie College e Rhode Island University. Nel 2015 istituisce “Semi di bontà – Carla Cecilia Onlus”, per attuare progetti di cooperazione allo sviluppo.
Nel 2016 pubblica il suo secondo saggio Diplomazia, Consoli e Ambasciatori.
Ccon LuoghInteriori, pubblica i romanzi Sabbia nera e candide mani (2020), e Giro di vite (2021) primi due capitoli della storia dell’operatrice umanitaria Emma Fremont, che prosegue ora con Il giorno in cui siamo morti.


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