Recensione Il diario segreto di Edgar Stone. Di Jacopo Lavezzoli

Il diario segreto di Edgar Stone

– Jaocopo Lavezzoli –

Formato: Copertina flessibile

Pagine: 213

Editore: Self

Giudizio Sintetico

Scritta in forma di diario, quest’opera narra giorno per giorno l’avvincente e misteriosa avventura del professor Edgar Stone.
Intrigato da una criptica mail, lo studioso accetta di partecipare ad una ricerca segreta. Da subito gli viene detto che al termine di ogni fase del lavoro gli verranno rimossi i ricordi, ma lo studioso decide di tenere un diario, cifrando i suoi appunti in modo che nessuno possa comprenderli.
Attratto dalla possibilità di scoprire verità precluse ai molti si addentra sempre più in una realtà che lentamente mette alla prova la sua sanità mentale.
Sempre pragmatico ed empirico, il professore si annota riflessioni e ipotesi, cercando di dare un senso ai misteri che lo circondano.
Ma fino a che punto lo scetticismo può sopravvivere davanti a verità sconvolgenti ed inspiegabili?
Un intrico di dilemmi etici, manipolazioni sociali, macabre ricerche e mistiche rivelazioni. Un codice nascosto, ricordi scomparsi, allucinazioni paranoiche.
Trascineranno il lettore in un viaggio lisergico, alla ricerca di risposte che apriranno la porta ad ulteriori domande.

Il professor Edgar Stone è un uomo di cultura e grande intelligenza. Proprio queste due caratteristiche lo portano a essere selezionato per partecipare una ricerca sperimentale in cui viene però chiesta l’autorizzazione alla somministrazione di medicinali che fanno perdere la memoria di quanto accade durante l’esperimento.

Atterrito da questa prospettiva e volendo invece ricordare ciò che accade all’interno di un sito segreto, il protagonista decide di somministrarsi un preparato chimico da lui ideato per poter avere la lucidità utile a scrivere le pagine di un diario che possano ricostruire gli avvenimenti che si accinge ad affrontare.
Quello che ne risulta è un diario dove la lucidità del suo scrittore viene presto a mancare, sostituita dall’interiorità di un uomo che fatica a riconoscersi e a riconoscere ciò che lo circonda, un ambiente ostico, a tratti onirico e surreale, dove la ricerca si fonde a scoperte decisamente fuori dagli schemi.

Un diario delirante, ricco di ansie e confusione che immerge il lettore nell’avventura drammatica del protagonista.È un concentrato di allucinazioni e piccole parentesi di lucidità che il protagonista affida a queste pagine, un vero e proprio diario costellato di parole, disegni e cancellature dove la parte psicologica prende il sopravvento sull’esperimento fulcro dell’esperienza di Edgar Stone.
Nel flusso di questo primo romanzo il lettore vive l’esperienza enigmatica, unendo punti e osservazioni, del protagonista rimanendo però incollato al libro grazie alle pagine vergate da un uomo costretto a subire un’interminabile sequenza di eventi che lo confondono, lo annullano e lo privano della grande intelligenza con cui si presenta all’inizio di questa vicenda.


Un insieme di personaggi, di stanze e di eventi che si uniscono dando un quadro poco chiaro, confuso e ottenebrato dall’esperienza.Proprio questa è la particolarità del primo romanzo della trilogia di Jacopo Lavezzoli: l’esigenza di ricordare che si scontra con la potenza di un’esperienza claustrofobica, lasciando al lettore il compito di comprendere, leggere tra le righe e, a volte, arrendersi di fronte alla narrazione di una persona che vorremmo aiutare ma della quale possiamo solo seguire un percorso in cui si trova suo malgrado ad essere vittima inconsapevole.
Un esperimento letterario singolare e originale, semplice ma efficace che continua in altri due romanzi che siamo curiosi di leggere!

Biografia dell’autore:
Sono nato a Milano e lì ho vissuto fino a 30 anni, poi mi sono trasferito all’isola d’Elba, dove vivo ormai da quasi 6 anni. Nel 2012 mi sono laureato in legge, poi nel 2019 in psicologia (entrambe lauree magistrali), ma oltre ai conseguimenti superiori ho anche collezionato una moltitudine di diplomi: insegnante di karate, personal trainer, amministratore condominiale, ho studiato chitarra e cantato in piccoli gruppi amatoriali. Oltre agli studi e i diplomi, ho imparato moltissimo dai viaggi che ho fatto. Ho visitato il Canada, gli Stati Uniti, l’Inghilterra, l’Irlanda e soprattutto la Cina. Nei mesi che ho passato all’estero ho osservato quei diversi contesti culturali con l’occhio clinico di uno psicologo. Ho notato il modo di relazionarsi delle persone, i loro rituali sociali, le dinamiche di potere. Nel periodo passato a New York, ho frequentato una scuola d’inglese in cui vivevo con migliaia di studenti provenienti da tutto il mondo. Lì ho potuto apprendere il modo di pensare, giudicare e relazionarsi, proprio di individui unici, portatori di un bagaglio culturale prezioso.
Attraverso la scrittura, cerco di mettere a frutto ciò che ho appreso tra studi e viaggi. Con creatività e fredda logica, combino modelli mentali di persone reali ed immaginarie per poi introdurle in mondi realistici costruiti su presupposti ipotetici metafisici. La pura creatività genera entropia, mentre la pura logica genera istruzioni per il tostapane. Scrivere un romanzo richiede il giusto equilibrio.

Curiosità sul romanzo raccontate dall’autore:

  • L’immagine di copertina è un omaggio che ho fatto a mio padre. I sassi, li ha scolpiti lui in gioventù. Immersi nel latte stanno a rappresentare le diverse civiltà umane nel latte del tempo. Da un volume all’altro il livello del latte sale, nel terzo capitolo si vede bene come il tempo stia per inglobare la razza umana con tutta la sua storia. Le scie rosse stanno ovviamente a indicare lo spargimento di sangue che aumenta da un libro all’altro. 
  • Il diario segreto di Edgar Stone l’ho realizzato originariamente a mano, su un vero diario rilegato in pelle. All’epoca lo avevo scritto per regalarlo ad un amico. Poi ho deciso di farne un libro per la divulgazione.
  • L’idea per la storia mi è venuta ascoltando gli audiolibri di Lovecraft. Ho notato che spessissimo il personaggio protagonista si imbatteva in un diario o delle lettere, spesso lasciati in eredità. Tutti i contenuti di tali diari venivano sempre riportati come parte della trama, filtrati dalla percezione del personaggio narrante. Così ho pensato che sarebbe stato bello provare quella sensazione in prima persona. Ho deciso così di donare al lettore il brivido della scoperta, scrivendo il diario che ogni persona può immaginare di aver trovato o ereditato.

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