Recensione Nei vicoli stretti non passa l’aria di Christian Benjamin Pallanch

Nei vicoli stretti non passa l’aria

– Christian Benjamin Pallanch –

Formato: Copertina flessibile

Pagine: 260

Editore: Self

Béatrice con l’accento sulla e, romana di origini britanniche, allegra, moderna, solare, gentile.

Chi lo avrebbe detto per una che si vede morire il padre davanti, che ha una madre egocentrica alla ricerca perenne di un nuovo fidanzato e alle spalle un passato da teppista di strada?

Col suo modo di relazionarsi trasbordante di empatia, Béa ci fa entrare nel suo mondo.
Dalla ricerca spasmodica di colloqui surreali alla formazione di un clan di affetti dove primeggiano tre donne.

Béatrice non è come gli altri. Non è mai alla ricerca di chissà che. Vive e basta.

Dite che anche a una come lei a volte possa mancare l’aria?

«Quel giorno, nella saletta di quello squallido ufficio in cui io e te abbiamo sostenuto un colloquio del cacchio, l’ennesimo andato a monte, non sapevo di essermi imbattuta in una calamita umana. Tu sei una che condiziona la vita di chi incontra».


Una protagonista indiscussa che trascina e si fa trascinare. Una giovane donna la cui personalità leggera e a tratti irriverente si rivela combo ideale per rapporti autentici. Un’attitudine alla socialità che connette davvero gli uni con gli altri. Béatrice, senza affetti familiari, fa incetta di relazioni umane fuori dalla porta di casa. Tra l’Italia e la Germania, i suoi incontri divengono prima legami e poi pilastri. Su tutti Francesca, l’amica del cuore.

Ma fila sempre tutto liscio?

Béa è chiamata ad affrontare importanti distacchi nei quali dovrà dare il meglio di sé.

Béatrice è quel tipo di protagonista che diventa un’amica per tutto il durare della lettura. È una ragazza diretta, disillusa, un’osservatrice nei rapporti umani dai quali sfugge, è un po’ imbranata, un po’ sfortunata ma sincera e in continua evoluzione.

“Nei vicoli stretti non passa l’aria” è la storia della sua quotidianità, fatta in prima persona tra colloqui, incontri, nuove amicizie e viaggi. È un racconto creato attorno alla protagonista che accoglie e fa tesoro dei personaggi che lo popolano, uno tra tutti Acerbo che non è possibile non amare.

Christian Benjamin Pallanch affida a Beatrice un racconto colorato, narrato senza fronzoli e arricchito dalla sincerità di una ragazza che ci conduce nelle parentesi più intime, vere e variegate della propria vita facendo emergere, tra tutto, il valore dell’amicizia, dei rapporti umani e della condivisione.

In questo romanzo vengono affrontati temi variegati in modo unico e originale, umano e senza scorciatoie spargendo semi dai quali possono germogliare riflessioni intense per ogni tipo di lettore che apprezzi questo genere di romanzi.

Una lettura scorrevole di cui ho apprezzato totalmente la narrazione irriverente, senza limiti, l’imprevedibilità della trama e l’apporto del singolo alla storia collettiva.

Questo romanzo non è solo ironico ma ha anche il pregio di saper emozionare donando al lettore dei tratteggi emotivi che spaziano e sanno toccare corde di emozioni che vivono generalmente agli antipodi ma convivono armoniosamente nella narrazione di Bea.

“Nei vicoli stretti non passa l’aria” è uno di quei romanzi dove la vera bellezza è tratteggiata nei personaggi e dove la narrazione della vita occupa tutto il posto lasciandosi cullare dal racconto di Beatrice, dalla bellezza dell’unicità delle persone che entrano in questa storia e di cui, a fine lettura, si sente già la mancanza.

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