Recensione Figli della nuova India di Pankaj Mishra

Figli della nuova India

– Pankaj Mishra –

Formato: Copertina flessibile

Pagine: 345

Editore: Guanda

L’Indian Institute of Technology è un sogno per tutti i giovani indiani che desiderano raggiungere il successo e sfondare nel mondo della finanza. Soprattutto per chi, come Arun, è nato in una casta inferiore e ha conosciuto un’infanzia di privazioni e durezza. Per questo, quando viene ammesso nella prestigiosa università di Delhi, Arun sa di avere tra le mani il lasciapassare per un futuro diverso, la possibilità di riscattarsi dalla sorte dei genitori. Ma le cose per lui non vanno come aveva sognato: sempre tormentato dal timore di essere smascherato come intruso, non sa condividere la feroce ambizione degli altri studenti, quello sfrenato desiderio di fama e ricchezza che li porterà a valicare le barriere sociali. Così, mentre gli amici, terminati gli studi, conducono una vita in stile Gatsby, tra lusso, feste e una estrema libertà sessuale, Arun si ritira con la vecchia madre in un piccolo villaggio sull’Himalaya dove, immerso nel paesaggio vasto e silenzioso, si dedica al lavoro di traduzione. Il suo idillio solitario si interrompe però con l’arrivo di Alia, una giovane donna che sta raccogliendo materiale per scrivere un libro sui suoi vecchi compagni dell’IIT. Affascinato, Arun si lascia trascinare in quel mondo da cui era fuggito e si trova davanti a una verità incontestabile: «Per troppi uomini come noi essere liberi ha significato profanare gli ideali e i valori che guidano la maggior parte degli esseri umani». Se vuole occupare un posto vicino ad Alia, Arun si troverà costretto a scegliere: non solo da che parte stare, ma che persona vuole essere.

L’essenza di questo romanzo di Pankaj Mishra è racchiusa nel suo titolo.

“Figli della nuova India” è la storia delle nuove generazioni del subcontinente indiano in cui il riscatto sociale è offerto attraverso lo studio e la formazione. È, però, anche – e soprattutto – la storia di Arun, Aseem e Virendra, tre studenti della metà degli anni ‘80 del secolo scorso le cui vite si incrociano all’Indian Institute of Technology, le cui peculiarità, estremamente diverse tra loro, contribuiscono a raccontare il cambiamento e le sfumature dell’evoluzione di una società ancorata a tradizioni che si perdono nella notte dei tempi.

Aseem, iscritto a Ingegneria, grande divoratore di libri che hanno caratterizzato la scena della letteratura internazionale, ha una visione “laica” della vita e si immagina artista con una forte sensibilità verso la modernità. Virendra incarna la caparbietà, la capacità di resistere ai soprusi che si trova a subire a causa della sua provenienza da una casta bassa, un aspetto che rafforza la sua volontà di riscattarsi attraverso lo studio. Oltre a loro, c’è Arun, colui che ci conduce in questa storia, la cui esistenza finì a quel momento è stata plasmata dalla miseria e dalla sofferenza. Il punto di svolta lo si vive alla conclusione del percorso di studi, momento dopo il quale i primi due paiono riuscire a svoltare nella vita mente Arun decide di percorrere la rotta di una vita lontana dal modello occidentale che sembrava l’unico sbocco post universitario, ritirandosi a vivere in campagna con la madre.

Tre vite diverse in cui lo stacco tra modernità e tradizione rappresenta l’oggetto di osservazione reciproca. È Alia, moderna e poco ancorata alla tradizione, a far emergere il racconto di Arun in occasione della stesura di un libro che vuole raccontare di chi ha terminato il percorso all’IIT.

È una trama, quella scritta da Pankaj Mishra, che non solo ci porta alla scoperta di un’India che corre verso la modernità e che si confronta con il modello occidentale, ma che mette in luce la geometria variabile del posizionamento di punti saldi della cultura tradizionale e dei riferimenti che incarna nella società indiana.

Questa pagine non costituiscono “solo” una bella narrazione, sono anche uno strumento per conoscere, attraverso la penna di Pankaj Mishra, quanto si percepisce da un punto di osservazione interno, e con la capacità di osservazione e la sensibilità di un saggista e attivista, i cambiamenti della nuova India che, obbligatoriamente, transitano dalle vite dei suoi figli.

Pankaj Mishra (1969) è un saggista, scrittore e attivista indiano. Collabora con testate di fama internazionale come il Guardian, il New York Times, il New Yorker. Per Guanda ha pubblicato il romanzo I romantici.

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