Recensione Lo stampatore Greco di Massimo Zenobi

Lo stampatore greco

– Massimo Zenobi –

Formato: Copertina flessibile

Pagine: 471

Editore: Oakmond Publishing

In un austero palazzo di ricchi mercanti di Ancona, fiorisce tra due bambini una profonda amicizia, destinata a durare per tutta la vita. Mikel, irrequieto e brillante, si scopre poeta, ma finirà per guadagnarsi il pane da mercenario mentre Kyriakos, spirito pratico e ingegnoso, dedicherà ogni sua energia all’arte tipografica ai suoi albori.
Le traiettorie dei personaggi si intersecano in base a una cronologia rigorosa, a cui sfugge solo il gatto Saladino. Fa da sfondo il mare, pervasivo e onnipresente, il liquido amniotico dal quale arrivano i profughi greci dopo la caduta dell’Impero Romano d’Oriente e la conquista turca di Costantinopoli. Migliaia di profughi cercano riparo sulle coste italiane, e Ancona in particolare diventa un importante crocevia della diaspora bizantina.
Più che una saga familiare, Lo stampatore greco è una storia di profughi, della loro lotta per ritrovare una propria identità, della lenta e faticosa assimilazione in un mondo alieno e conflittuale, tra antico e moderno, oriente e occidente, turchi e cristiani, greci e latini.

Prendete una bottiglia di Retsina rosato, stappatela e godete del profumo e delle note di bosco, poi, contemporaneamente iniziate questo viaggio letterario…

Siamo nel Conero e, già dalle prime pagine ambientate nel 1459, questo romanzo si colora di mare, di vento e di commerci. Una famiglia giunge dal mare e un uomo si prepara ad accoglierli. Nel banchettare serale il nastro si avvolge e prende vita una storia lontana che nasce dalla Grecia, dalla caduta dell’Impero Romano d’Oriente e da una fuga in una città, quella di Ancona, che diviene, insieme ad altri luoghi che emergono nella luce della vicenda, il punto centrale di una saga familiare e storica.

Al centro di questa trama familiare c’è l’amicizia tra Kyriakos e Mikel che li vede uniti negli studi e nel percorso di vita, ognuno con le sue caratteristiche, entrambi legati da un rapporto fraterno e quasi simbiotico.

Respirando la bellezza dei testi classici e l’eleganza delle memorie del tempo, i due si trovano dopo rocamboleschi eventi ad apprendere e fare propria la missione di copiare e diffondere i testi scritti, guidati da frate Bartolomeo che investirà e metterà a servizio dei ragazzi le proprie conoscenze e tutte le risorse possibili per creare un vero e proprio laboratorio di copisteria.

Tra lavoro, viaggi, famiglie create e distanze colmate da un fitto scambio epistolare, il destino di due uomini legati da un rapporto prezioso e da una saga familiare davvero ricca ed elaborata.

Il romanzo di Massimo Zenobi accarezza i luoghi chiave della storia della carta unendoli al fascino della stampa e al complesso periodo storico del Quindicesimo secolo. Storia, personaggi e luoghi si fondono in una saga familiare complessa e di grande qualità, sia per contenuto che per stile narrativo – che oserei reputare raffinato e ricercato.

Nulla viene banalizzato in queste pagine: il contesto storico è assolutamente ricreato, le parti introspettive hanno grande spazio soprattutto per l’origine e le difficoltà dei protagonisti così come di grande attenzione sono i rimandi agli scritti greci che un ruolo fondamentale avranno nell’intera vicenda.

Le atmosfere dei luoghi riescono a trasmettere ogni elemento, dalla vista all’olfatto, sembra di poter viaggiare anche con i sensi così come tale è la tensione che si avverte nei momenti delicati, di fuga e di colpe commesse che tutto appare reale, sembra emergere dalle pagine.

Massimo Zenobi, in questo scritto, ha unito molteplici elementi accostandoli e fondendoli in modo egregio, inserendo anche messaggi attuali sulle condizioni e le difficoltà del “diverso” e della condizione femminile.

È una saga familiare da non sottovalutare poiché le pagine sono fitte, ricche di dialoghi, di personaggi, di cambi di spazi e luoghi il tutto cucito insieme da una narrazione elegante e mai banale, così come praticamente nulli sono i momenti di stallo tra un evento e l’altro.

“Lo stampatore greco” è un romanzo di grande laboriosità con numerosi intrecci e personaggi le cui sorti vengono dettate e influenzate dal contesto storico che caratterizza ogni avvenimento e riempie ogni pagina.

Tra mercanti, botteghe, mare e l’affascinante sfondo centrale di Ancona queste pagine sapranno affascinare ore di esperienza letteraria per chi cerca un libro davvero unico e prezioso.

Massimo Zenobi: Marchigiano, ingegnere, nato nel ’62.

“Alla mia età, mio padre era anziano, suo padre era vecchio, e il padre di suo padre era morto. Non posso aspettare che il trend si consolidi, per cui ho deciso di cercare l’immortalità scrivendo.”

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