Recensione Eleutheria. Madre, non ti riconosco di Jacopo Stante

Eleutheria. Madre, non ti riconosco

– Jacopo Stante –

Formato: Copertina flessibile

Pagine: 114

Editore: Self

Eleutheria è il nostro cuore, è il cuore delle nuove generazioni Eleutheria è il mondo o una città, forse famosa chi può dirlo; ma Eleutheria soprattutto è un dolore: il dolore di vedere il nostro pianeta distrutto, è l’eco-ansia che attanaglia le nuove generazioni che tentano in ogni modo di far arrivare la propria preoccupazione a chi il mondo lo ha distrutto. Jacopo Stante, da sempre attento ai temi ambientali ed eco-sostenibili ci porta in un nuovo viaggio, stavolta guidato da un gruppo di adolescenti che tenteranno in ogni modo di far diventare adulti i propri genitori con un urlo assordante: “Madre, non ti riconosco!”

“Eleutheria. Madre non ti riconosco” è un romanzo breve che vuole, attraverso la storia di Sveva, dei suoi genitori, degli amici e delle alte cariche del comune, soffermarsi sui differenti approcci al delicato tema del cambiamento climatico e delle modalità attraverso cui esso viene affrontato.

Ponendo ai vertici opposti adulti e ragazzi, in questo romanzo si scontrano gli ideali puliti e motivati della giovane generazione, attenta e vogliosa di iniziare un radicale cambiamento della quotidianità per salvare il luogo in cui vivono, con quelli degli adulti che possiedono il potere materiale per attuare il cambiamento che spesso però si scontrano con chi agisce solo per interessi personali.

Tra le pieghe di questa storia il difficile coesistere di idee diverse che premono sull’equilibrio precario della famiglia di Sveva. Da una parte il padre Giacomo, ingegnere ambientale, che progetta un nuovo macchinario utile alla salvaguardia di Eleutheria e dall’altra la mamma che sembra focalizzata solo sugli aspetti superficiali della vita della figlia che, a sua volta, è invece conscia del potere della natura e della bellezza che in essa risiede e dell’esigenza quindi di smuovere le coscienze per innescare il cambiamento.

Utilizzando luoghi riconoscibili rinominandoli e trasportandoci in una società simile alla nostra, quasi parlando per metafore, Jacopo Stante affronta temi delicati facendo emergere dalle pagine messaggi profondi e importanti sui cui tutti dovremmo soffermarci e riflettere.

Dalla quotidianità e dalla giovinezza parte un urlo, una richiesta di attenzione per modificare l’approccio nei confronti del cambiamento climatico.

Da sempre attento ai temi ambientali, l’autore riversa in queste pagine una netta distinzione tra chi vive guidato da sani ideali e princìpi e chi si nasconde dietro ad essi per interessi che non sono destinati a modificare in meglio la situazione ambientale. Un romanzo questo che racchiude nella sua brevità la sensazione di una mancanza di dialogo tra generazioni ma soprattutto tra chi detiene il potere esecutivo di progetti che potrebbero fare la differenza e chi invece ne provoca uno scontro frontale con il potere guasto degli interessi personali. Un romanzo da leggere con attenzione per cogliere i messaggi non scritti che sanno emergere però da ogni parola, evento e gesto dei protagonisti.

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