Recensione L’avversario di Emmanuel Carrère

L’avversario

– Emmanuel Carrère –

Formato: Copertina flessibile

Pagine: 169

Editore: Adelphi

Giudizio Sintetico

“Il 9 gennaio 1993 Jean-Claude Romand ha ucciso la moglie, i figli e i genitori, poi ha tentato di suicidarsi, ma invano. L’inchiesta ha rivelato che non era affatto un medico come sosteneva e, cosa ancor più difficile da credere, che non era nient’altro. Da diciott’anni mentiva, e quella menzogna non nascondeva assolutamente nulla. Sul punto di essere scoperto, ha preferito sopprimere le persone il cui sguardo non sarebbe riuscito a sopportare. È stato condannato all’ergastolo. Sono entrato in contatto con lui e ho assistito al processo. Ho cercato di raccontare con precisione, giorno per giorno, quella vita di solitudine, di impostura e di assenza. Di immaginare che cosa passasse per la testa di quell’uomo durante le lunghe ore vuote, senza progetti e senza testimoni, che tutti presumevano trascorresse al lavoro, e che trascorreva invece nel parcheggio di un’autostrada o nei boschi del Giura. Di capire, infine, che cosa, in un’esperienza umana tanto estrema, mi abbia così profondamente turbato – e turbi, credo, ciascuno di noi.”

Indubbiamente una storia che turba profondamente l’animo e non lascia indifferenti, un po’ per il fatto di cronaca tragico ed efferato, un po’ per le dinamiche psichiche che hanno caratterizzato la vita di Jean Claude Romand e che, una volta arrivato ad essere quasi smascherato, l’hanno portato ad uccidere l’intera sua famiglia e i genitori.

Emmanuel Carrère racchiude in queste pagine un’analisi lucida dei fatti di cronaca, del processo e dell’analisi psichiatrica dell’imputato, includendo sul finale una parte di analisi sull’evoluzione della personalità di Romand in carcere. Sebbene in alcune parentesi si denoti quasi un sentore di pena e compassione per l’assassino, la narrazione è sempre attenta e dettagliata, arricchita da voci diverse che analizzano i fatti e li contornano con un mondo difficilmente credibile, ma purtroppo vero, della mente malata di Jean Claude Romand.

Romand, un uomo che si è costruito un’immagine distorta di se stesso, che ha recitato una menzogna per un’intera vita sottraendo soldi, inventandosi un lavoro e trasferte e che, giunto a una resa dei conti, stermina la famiglia pur di non fare i conti con la realtà.

L’avversario è un racconto che mi ha profondamente turbata perché è sempre difficile entrare nella mente distorta e nella follia umana, soprattutto quando, come in questo caso, a farne le spese sono state persone innocenti, vittime due volte di una mente disumana e folle.

Rimangono più domande che risposte a fine lettura, su eventi che forse potevano essere smascherati prima, su segnali che potevano essere colti ma soprattutto rimane un senso di impotenza di fronte a fatti reali raccontati in modo magistrale che non possono però nascondere al lettore il carico emotivo che deriva da fatti come questi.

Emmanuel Carrère è scrittore, regista e sceneggiatore francese.
Laureato all’Istituto di Studi Politici di Parigi, è figlio di Louis Carrère e della sovietologa e accademica Hélène Carrère d’Encausse figlia di immigrati georgiani che fuggirono la Rivoluzione russa.
I suoi esordi sono stati nella critica cineatografica, per «Positif» e «Télérama». Il suo primo libro, Werner Herzog, un saggio, è stato pubblicato nel 1982.
Il suo esordio come romanziere risale invece al 1983: è L’amico del giaguaro, pubblicato da Flammarion. Il successivo Bravura (1984, in Italia pubblicato nel 1991 da Marcos y Marcos), invece, è stato pubblicato da POL, editore con il quale da allora non ha più interrotto i rapporti. Nel 1986 è uscito Baffi (da cui nove anni dopo lo stesso Carrère ha tratto l’omonimo film), nel 1988 Fuori tiro, nel 1995 La settimana bianca, nel 2000 L’avversario, nel 2002 Facciamo un gioco, nel 2007 La vita come un romanzo russo, nel 2009 Vite che non sono la mia e nel 2012 Limonov (con il quale vince il Prix Renaudot).
Tradotta in Italia dal 1996 al 2011 per l’editore Einaudi, che ne ha pubblicato 5 titoli, l’opera di Carrère viene rilanciata nel 2012 da Adelphi con la biografia del controverso personaggio Limonov, finalmente bestseller di vendite, e la ripubblicazione delle opere precedenti.
Altre pubblicazioni con Adelphi sono: Il regno (2015), A Calais (2016), Io sono vivo, voi siete morti (2016), Propizio è avere ove recarsi (2017), Un romanzo russo (2018), Yoga (2021) e V13. Cronaca giudiziaria (2023).

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