Recensione “Il tatuatore di Auschwitz” di Heater Morris – Garzanti

Il tatuatore di Auschwitz

–  Heater Morris –

L’erba, con i suoi quadrifogli è l’unica testimone del loro desiderio bruciante di stare insieme

Formato: Copertina rigida

Pagine: 223
Genere: Romanzo
Editore : Garzanti


Giudizio Sintetico


Si può raccontare una storia d’amore, di positività e di gioia anche nel più oscuro dei luoghi?

Dopo aver letto questo romanzo sono assolutamente sicura di poter rispondere, anzi urlare, sì.

Perché non è solo la memoria che bisogna tenere allenata, nei confronti di queste persone che hanno subito la pazzia umana, ma anche i motivi che hanno spinto i più fortunati a rimanere vivi, in nome dell’amore…

 

Heater Morris, inizialmente con l’idea di creare una sceneggiatura, ha raccolto la storia di Lale e ne dona ogni sfumatura ai lettori di tutto il mondo.

Lale, che come milioni di persone, è stato strappato alla libertà per l’infamia dei campi di concentramento, non è un uomo come gli altri, non vuole dare solo testimonianza della prigionia e delle atrocità di Auschwitz ma anche e soprattutto raccontare quella storia d’amore nata da uno sguardo in una fila di prigionieri da tatuare… .

 

Lale Sokolov è un ragazzo Slovacco tolto alla sua famiglia per partire verso una meta ignota, caricato su un treno bestiame per la Polonia.

Gli hanno detto che andrà a lavorare per i tedeschi, in realtà per lui si aprono i cancelli di Auschwitz e della lunga prigionia nel campo di concentramento.

Un po’ per fortuna, e con tutti i rischi connessi, Lale diventa il Tatowierer del campo, colui che, ad ogni nuovo carico, deve marchiare i nuovi arrivati, le nuove anime costrette alla prigionia.

Tra tutte le persone che vede ogni giorno, incontra Gita, ragazza silenziosa che colpisce Lale al cuore e che diventerà il suo pensiero costante, tra incontri fortuiti e pericoli da evitare per poter, un giorno, essere libero di confessarle il suo amore.

Gita diviene la luce nel buio di Lale e, negli anni costretti ad Auschwitz, vivranno e sopravvivranno in nome di quell’amore nato sotto la cattiva stella del nazismo.

Lale non è solo innamorato di Gita, è anche un uomo che rischia costantemente la vita per aiutare gli altri, cercando cibo extra e barattandolo con gli abitanti del villaggio vicino.

Un’anima buona che ci narra la sua storia, la sua prigionia e l’amore emozionante e drammatico per quella ragazza dagli occhi di luce.

 

La storia di Lale, raccolta e narrata da Heater Morris, non è solo testimonianza diretta e dalla grande forza emotiva degli orrori commessi dai nazisti durante il regime di Hitler, ma anche e soprattutto il racconto del potere e della speranza che scaturiscono dall’amore.

Un amore nato da uno sguardo tra tanti, quello tra Lale e Gita, che testimonia come la prigionia non possa nulla contro la speranza e quel sogno di un futuro fuori dai cancelli di Auschwitzh e di una vita nuova senza paure e costrizioni.

Da questo racconto, costellato di intensità passionale, speranza e anche una bella dose di fortuna, il lettore è paralizzato perché vive e spera insieme ai protagonisti, non saprà infatti come andrà a finire, se i protagonisti sopravvivranno al campo di concentramento e se riusciranno ad essere finalmente liberi di amarsi e di vivere.

Se non fosse una testimonianza diretta, il lettore potrebbe pensare che la fortuna gioca molto, forse troppo, a favore di Lale che riesce, con astuzia, a indirizzare le proprie conoscenze e la propria furbizia verso amicizie e rapporti in grado si salvargli la vita.

La caratteristica però, che più di tutte affascina e commuove, è la determinazione di Lale nel sorreggere il morale di Gita e se stesso dalle atrocità che ogni giorno deve vivere e affrontare e, anche quando tutto sembra perduto, il suo pensiero è fisso e costante, un amore stracolmo che salva la vita.

Questa è la bellezza del romanzo, una storia che, nella drammaticità, riesce a far luce sulla bellezza dell’amore e sul grande potere che ha sugli animi delle persone, anche quelle che, prima di tutte, rischiano di perdersi nell’orrore e nell’arrendevolezza.

Una storia che merita tutto il successo avuto perché testimonianza viva della memoria e della grande opportunità che la vita ha dato a Lale.

Proprio lui, alla fine dice: “Se ti svegli la mattina è una bella giornata”.


Heather Morris, nata in Nuova Zelanda, vive e lavora a Melbourne in Australia. Autrice di sceneggiature, ha deciso di volgersi alla narrativa per raccontare la commovente storia di Lale Sokolov. Il tatuatore di Auschwitz è il suo romanzo d’esordio: dopo lo straordinario interesse suscitato alla Fiera di Londra del 2017 è stato venduto in tutt’Europa ancora prima della pubblicazione.


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