Recensione “La segretaria” di Renée Knight – Piemme –

La segretaria

– Renée Knight  –

 

Si fidava di me in tutto. Perché mai non avrebbe dovuto? Non le è mai passato per la mente che un giorno io, la sua segretaria, Christine Butcher, potessi diventare una minaccia. Adesso capisce di essere stata molto indulgente

 

Formato: Copertina rigida

Genere: Romanzo
Pagine: 303


Giudizio Sintetico


Christine Butcher. È la tua segretaria, o personal assistant come si dice oggi. Ti fidi di lei. Da più di dieci anni accompagna le tue febbrili giornate in ufficio, controlla la tua agenda, e forse conosce anche te, la bella, famosa Mina Appleton, meglio di quanto tu stessa ti conosca. Caffè fino a mezzogiorno, tè nel pomeriggio, e dopo le sei nient’altro che whisky: la tua segretaria non sbaglia mai. Come faresti senza di lei? Christine è insostituibile: in questi anni, mentre prendevi in mano la guida del tuo impero di supermercati eliminando per sempre tuo padre, lei era lì. Qualche passo dietro di te, silenziosa come un topo, attenta a notare ogni cosa. Ogni segreto sussurrato, ogni informazione scambiata, ogni sguardo carico di significati. Tu le sei grata, davvero.

Eppure, ogni tanto, ti si affaccia nella mente un pensiero. Fin dove arriva la lealtà di Christine Butcher? Quale prezzo ha la sua dedizione? Fino a che punto ognuno dei tuoi sporchi segreti sarà al sicuro con lei?

Perché forse, senza volerlo, in tutti questi anni non hai capito chi è davvero la tua segretaria. Forse l’hai sottovalutata. E adesso… sei pronta ad affrontare Christine Butcher?

“La segretaria” è un romanzo che si avvicina al genere thriller ma non lo tocca mai completamente; ecco forse perché i pareri sono discordanti nel giudicare questo libro; il dubbio galleggia nella mente del lettore che non sa quando e dove succederà qualcosa, in quale punto preciso la trama deciderà di svoltare e cominciare a bruciare terreno con colpi di scena e grandi stravolgimenti.

In realtà ciò non accade, se non molto lentamente giunti alla fine della storia di Christine e Mina.

“La segretaria” è il racconto di un lavoro vissuto come una missione, un’occupazione che diviene ossessione e cancella tutto ciò che di importante riempie la vita: non si vede nulla se non il proprio capo, in questo caso l’affascinante e decisa Mina, è si è pronti a tutto pur di rendere meno complicata e il più lineare possibile la quotidianità di chi ci paga lo stipendio e sembra voler guadagnare stima e affetto con sporadici gesti di benevolenza.

Ma quanto sinceri sono questi gesti?

Christine lo vive in prima persona, prima con azioni innocenti e poi con la consapevolezza che, i segreti mantenuti e le azioni fatte in campo lavorativo, hanno macchiato per sempre la sua anima gentile, il nocciolo buono di una persona che è stata riconosciuta spesso come donna gentile nella rubrica “la gentilezza degli estranei”.

Il lettore attende impaziente le azioni di vendetta di Christine, che si vedrà costretta ad affrontare anche un processo, che lentamente perderà ogni contatto con famiglia e realtà, che vivrà nell’ombra della sua datrice di lavoro.

Invece questa reazione spropositata, questo cambio di ruolo, questa esplosione di rabbia non avviene; Christine, che aveva capito tutto, ogni meccanismo, ogni movimento, ogni cosa, non reagisce, e il lettore rimane con un epilogo amaro, insufficiente.

Per quanto l’inizio rappresenti la parte più movimentata e ricca di descrizioni piacevoli (che sono a tratti ossessive ma riescono a ben inquadrare i protagonisti), la narrazione è abbastanza lenta, descrittiva, riflessiva.

L’autrice è bravissima a sviare i sospetti sull’epilogo nella mente del lettore che vive, nel passato, ciò che Christine in prima persona racconta, fino a raggiungere il momento 0, dove presente e passato si uniscono e dove, secondo me, il romanzo prende una strada senza uscita che delude le aspettative del lettore.

Dopo una parte riflessiva, introspettiva e di presa di coscienza, il lettore si aspetta il colpo di scena, l’aumento del ritmo cardiaco per un avvenimento che sia capace di ribaltare la scena e il destino dei protagonisti, ma ciò non avviene.

Ho divorato “La segretaria”, ho amato le prime due parti, non riuscivo a smettere di leggere e cercare di capire dinamiche e possibili finali, sono rimasta invece delusa dal cardiogramma piatto del finale e dalla svolta spenta e inadatta che Renée Knight ha deciso di utilizzare come finale per la sua storia.

Una storia che aveva tutte le caratteristiche per risultare vincente e che invece alla fine delude, cancellando trecento pagine di coinvolgente ed elettrizzante gioco di potenze, ruoli e ossessioni.


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