Recensione “Paul Ginsberg” di Pablo Palazzi

Paul Ginsberg

– Pablo Palazzi –

“La gente ricorda per centinaia d’anni alcuni fatti ed alcune persone, magari meno rilevanti di altre, apparentemente, eppure le ricorda. C’è qualcosa che va oltre a ciò che facciamo nella vita, è come un qualcosa che esce da noi, una fiamma che si libera dentro un veicolo, qualcosa che ha a che fare con il sacro e il mistero.”

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Romanzo
Pagine: 364
Editore: Amazon


Giudizio Sintetico


Alla fine dei suoi 40 anni, Paul Ginsberg, da emerito sconosciuto diventa, in solo un anno e mezzo, uno degli uomini più ricchi e più famosi del mondo. La sua ascesa nel ristretto mondo delle grandi tech companies della Silicon Valley ha qualcosa di sorprendete, tanto che anche la National Security Agency ha incominciato ad indagare. La sua fama si espanderà però senza limiti e confini nel mondo del cinema hollywoodiano, nella letteratura, nella criminalità organizzata, nella musica, nella fisica quantistica, nella politica, culminando persino nell’incontro del secolo per il titolo della Ufc. Mentre in Italia la stagione politica vede una nuova fase dove si stanno via via definendo nuove alleanze a livello europeo, negli USA è in atto una colonizzazione cinese inarrestabile. Paul Ginsberg, a cavallo di questi due mondi, racconta la sua storia più recente ambientata a Los Angeles nel 2021, e gli eventi degli anni ’80 e ’90 e 2000 che l’hanno inevitabilmente portato a ribaltare la sua vita proprio nel momento in cui era rimasto con solo 800 euro in banca. “Paul Ginsberg” è una visione dissacrante e violenta, spietata e talvolta malinconica e tragica del mondo globale governato da una disumana tecnocrazia tenuta insieme dai social, dove soldi, sesso, droga, successo, popolarità fanno da contraltare alle inevitabili sconfitte dei comuni mortali, mescolandosi e creando un blackout finale. Definitivo e tragico, come la fine di questo romanzo.

Paul Gibsen è arrivato all’apice del successo, da lassù può permettersi tutto, ovunque, anche due animali domestici tutt’altro che ordinari, una convivente che, a volte, mal digerisce, ville sparse per il mondo, donne e tanto altro.

Con la barba lunga, i capelli meshati e una costante arroganza di chi sa di possedere intelligenza e soldi, Ginsberg ci racconta il veloce ma complesso percorso che, da un appartamento ligure, 800 Euro sul conto corrente, potenziale inespresso e una “particolare” carriera da psicologo “quantico”, l’hanno portato a fare affari sviluppando, prima una società a Londra, e poi un’applicazione capace di sostituire Facebook e Instagram.

Come un magnate sboccato, ombroso ma altamente intelligente, il protagonista ci porta ad affrontare un viaggio, su una cartina geografica e temporale,  unendo presente e passato e scoprendo il percorso nell’ambito tecnologico, gli interessi personali, e tutte quelle piccole isole che ruotano attorno al potere e che lui, in un modo o nell’altro, ha incrociato sulla sua strada: dal cinema alla politica, con spazio per la letteratura ma anche vizi e pericoli scampati.

Alternando momenti riflessivi, azioni legate al business e alle sue molteplici sfumature, ad angoli ad alto tasso erotico, Pablo Palazzi crea la versione ricercata e completa del racconto, moderno e complesso, con un linguaggio articolato e non sempre di scorrevole progresso.

Carica e sottolinea le diverse sfumature del potere, che può donare lo spessore intellettivo e la capacità di captare il flusso dei bisogni tecnologici odierni ma che porta, più spesso di quanto si possa pensare, ad intercettare le maglie intricate della politica e delle gestioni di palazzo che smuovo innumerevoli capitali oltre ad incontrare diverse variabili che possono mutare il corso degli eventi conducendo, chi credeva di avere tutto, ad un epilogo inaspettato.

Ho apprezzato particolarmente i dettagli storici legati a personaggi reali, momenti storici (come, per esempio, la nascita di Internet e la sua storia italiana), i rimandi a politici e programmi televisivi tutti italiani, e alle nozioni riguardanti i tanti paesi che questa storia sfiora.

Con una narrazione serrata, non sempre di facile frubilità e comprensione, uno stile che sembra unire “the social network” ad un serial thriller, Pablo Palazzi ci narra potere, donne, affari, tecnologia e affari ma soprattutto di come, un uomo, possa raggiungere l’apice dal nulla e giungere, attraverso numerosi eventi, a precipitare dall’apice della torre che egli stesso ha costruito.

Questa storia, resa complessa non solo dal linguaggio articolato e molto legato all’ambito tecnologico, ma anche dai numerosi campi in cui si dipana, assume particolare interesse per l’unione sinfonica dei salti temporali utili a completare il puzzle della vita del protagonista.

Paul Ginsberg non pretende simpatie dal lettore, ma solo ascolto per la storia che racconta, storia multiforme di una società moderna, futuristica ma sempre legata ai vecchi e immortali giochi di potere.


Pablo Palazzi è nato a Genova. Laureato in Psicologia Clinica a Padova e in screenwriting alla UCLA di Los Angeles, dove ha vissuto e lavorato come sceneggiatore per molti anni. Esperto ed appassionato di scienze e nuove tecnologie, ha recentemente fondato alcune internet startups.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *