Recensione di “Satyrandroide” di Gianpaolo Roselli

Satyrandroide

– Gianpaolo Roselli –

 

 

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Romanzo fantasy
Pagine: 368
Editore: Ensemble


Giudizio Sintetico


Che cosa significa “essere vivi”? Qual è il confine tra la vita e la non vita? I protagonisti di questa storia sono androidi. Che provano emozioni. Eppure sono fuori dal circuito vita: sono macchine e le macchine, si sa, non provano emozioni. “Satyrandroide” è la storia di un viaggio che inizia nelle profondità dello spazio e continua per le colline e i borghi del Mezzogiorno; è la storia di Ulisse, ma anche di Beowulf e di Charlot, e di tanti altri androidi, che per salvarsi – ognuno dalle proprie sofferenze – provano la loro capacità a essere vivi, sfidando quel confine sottile che separa la vita dalla non vita. Nel farlo porteranno a galla il complicato e controverso rapporto che lega gli androidi agli umani, visti – a torto o a ragione – come modelli di perfezione a cui tendere. C’è in gioco, il riconoscimento di una loro, propria, “umanità”.

Attraverso uno stile diretto e confidenziale, un anonimo narratore ci conduce tra le strade tortuose di un viaggio che inizia con un sequestro, continua con una fuga e termina dopo vorticose e numerose avventure.

I protagonisti di questa storia sono degli androidi, figli di Plutone, giunti sulla terra per motivi diversi ma determinati a riunirsi con i propri simili.

In una non indicata era futura, lo spazio è ormai colonizzato e gli umani sono padroni di ogni cosa, anche di quelle creature senza anima che, molto lontano, li venerano.

Ulisse è uno di essi è vive con indifferente entusiasmo la quotidianità del servizio civile, ben “piantato” nel meridione italiano per coesistere con gli umani.

L’incontro con Beowulf, che lo prenderà come ostaggio in una prima fuga dalla polizia, li vedrà poi uniti in una ricerca, un modo bivalente di essere vivi e sopravvivere alle sofferenze, in chiave totalmente umana.

Il fulcro della storia è anche grande spunto di riflessione poiché sulla Terra si dividono due gruppi: uno legato all’origine divina della vita e l’altro pronto a tutto pur di evolversi, anche diventare una macchina.

I nostri protagonisti principali fanno invece parte di una terza categoria, gli androidi, figli della Terra ma macchine in tutto e per tutto, desiderosi di unirsi e integrarsi alla razza umana, anche nel limite ultimo, la mortalità!

Un viaggio articolato, ricco che sarà non solo adrenalinica avventura ma anche presa di coscienza, racconto personale e desiderio di pace, con se stessi e con l’intero creato.

Con un’acuta fantasia che ha disegnato la base di questa trama avventurosa, Gianpaolo Roselli ha dato vita ad una variegata e incredibile storia.

Un viaggio intergalattico, dove il protagonista non ha le fattezze del classico eroe, è schivo è svuotato di fiducia, ma dove il confronto e numerosi sipari adrenalinici conducono alla presa di coscienza di quello che è il controllo e il potere umano da cui è necessario scappare o, in alternativa, riappacificarsi.

Il viaggio di Ulisse e Beowulf sarà pieno di insidie e misteri svelati, pericoli e condanne a morte, alleati e un pizzico di fortuna ma anche di perdite e solitudine; sarà una ricerca di pace, una piccola oasi all’interno del corrotto e spesso incomprensibile pianeta Terra, una ricerca di giustizia personale condotta da una razza che diviene più umana dell’umano stesso.

Seppur con una trama complessa, dove spesso è difficile capire ogni dettaglio e spiegazione, alleanze e tecnologie, “Satyrandroide” è un viaggio piacevole, una lettura alternativa e legata alle variabili di un mondo universale, colonizzato e fortemente legato al predominio.

Coesistono la tecnologia e la ricerca di un’anima, di un pensiero introspettivo, anche quando chi cerca di produrne è un androide.

Sono rimasta piacevolmente colpita dai numerosi passaggi che questo viaggio ci porta a incrociare, dai protagonisti e dai dettagli fantasiosi e variegati, oltre che dal finale non totalmente chiuso.

Anche se l’editing fatto dalla casa editrice è approssimativo e la narrazione non sempre scorre in modo fluido, la struttura è armoniosa, resa tale dal buon equilibrio tra dialoghi e narrazione.

Adatto a chi ama il fantasy, l’universo e i racconti che indagano, seppur attraverso l’avventura, la complessa natura umana applicata ad un universo ormai saturo di tecnologie e diversità.

Credo sia il primo romanzo letto in campo “androide”, spero di essere stata abbastanza esaustiva e chiara e di aver colto tutti i dettagli che possano incuriosirvi relativamente alla storia di Ulisse.


Gianpaolo Roselli
Autore di racconti (pubblicati su su alcune riviste nazionali come Toilet, Inutile Opuscolo Letterario, Atlatidezine) e del romanzo Satyrandroide (Edizioni Ensemble). Appassionato di heavy metal. Mi piace muovermi, esplorare, visitare, conoscere e mi piace farlo in posti e modi sempre diversi. Il lavoro è un compromesso che hai col mondo per disegnare la tua vita (almeno fino a quando non hai qualche grande botta di culo come diventare scrittore a tempo pieno). Ho fatto vari lavori: addetto volantinaggio, postino, cornettaro, tipografo, articolista, segretario, bibliotecario, addetto commercio on line o come dicono tanti: “il ragioniere”.


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