Recensione “L’ultimo respiro del corvo. L’omicidio Caravaggio” di S. Brena e L. Salvini – Skira

L’ultimo respiro del corvo. L’omicidio Caravaggio

– Silvia Brena, Lucio Salvini –

Che ci piaccia o no siamo noi la causa di noi stessi. Nascendo in questo mondo, cadiamo nell’illusione dei sensi; crediamo a ciò che appare. Ignoriamo che siamo ciechi e sordi. Allora ci assale la paura e dimentichiamo che siamo divini, che possiamo modificare il corso degli eventi”                         Giordano Bruno

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Romanzo
Pagine: 508
Editore: Skira


Giudizio Sintetico


Caravaggio è stato davvero ucciso? Come e da chi? E chi ha voluto la sua morte? Il mistero si nasconde tra le pieghe di una copia di un quadro famoso, il Martirio di sant’Orsola, dipinto dal Caravaggio poco prima di morire e da molti ritenuto una denuncia del suo assassinio. Un mistero che un critico d’arte sui generis, gay, tormentato, ipocondriaco e coltissimo, è chiamato a risolvere.  
Un cold case che si dipana nel corso dei secoli e che porterà a scoprire i veri responsabili della morte del pittore, ma anche a sollevare il velo su uno dei peggiori casi di corruzione e malaffare all’interno del Vaticano.

Sregolato, violento e irrequieto, ma anche genio rivoluzionario capace di stravolgere il mondo dell’arte attraverso la “pittura del vero”.

Questo è Michelangelo Merisi, detto Caravaggio che, facendo della luce uno strumento potentissimo all’interno delle sue opere e ritraendo gente comune, popolare e anche discutibile in istantanee essenziali, ha creato uno stile nuovo, inconfondibile, che donerà nuovo slancio alla storia dell’arte.

Che abbiate avuto o meno la possibilità di viaggiare e poter godere della visione delle sue opere, tutti voi ricorderete il suo famoso “Bacco”, “La morte della vergine”, lo “Scudo con testa di Medusa”, il “Giovane con canestra di frutta”  o il  suo unico affresco nel casino di Villa Ludovisi a Roma “Giove, Nettuno e Plutone”.

Caravaggio, nato a Milano nel 1571, ha avuto una vita sregolata, resa tale soprattutto dal carattere impulsivo, violento e contrassegnato da numerosi scatti d’ira.

Le sue amicizie importanti, come quella con la famiglia Colonna o con il Cardinale Del Monte, non furono sufficienti per salvarlo da se stesso, dai numerosi  crimini (anche delitti) che lo costrinsero a fuggire e vagare per l’Italia intera.

L’inimicizia con il Papa Paolo V, che tanto bramava di poter commissionare opere all’artista e che mai riuscì in questo intento, lo portarono poi ad una morte solitaria e drammatica.

A seguito della morte dell’artista, si aprì un dibattito su luoghi e modalità del trapasso, discussione che continua ancora oggi e che vede misteriosi mandanti per un omicidio tutt’altro che risolto.

“Reverendissima eminenza, le tribolazioni non sono finite con la partenza da Napoli di Caravaggio”, recitava la lettera. “Del suo ultimo dipinto, quel Martirio di sant’Orsola destinato ai Doria, pare il Merisi abbia fatto una copia, che è scomparsa… Qualcuno suppone sia ormai in Spagna. Inutile dire che la tela va assolutamente recuperata, poiché, come Ella ben sa, reca in calce l’accusa più infamante…”

Silvia Brena e Lucio Salvini provano a narrare, attraverso un thriller originale, la vita di Caravaggio, le sue opere, gli amori e le amicizie ma soprattutto l’ultimo periodo della sua vita che lo porterà alla morte.

In una delle sue ultime opere, “Il martirio di Sant’Orsola”, molti ritengono si nasconda un indizio capace di indicare mandante ed esecutore della morte del pittore.

Da questa opera e dalla sua silenziosa accusa, si snoda la vicenda raccontata in “L’ultimo respiro del corvo”, romanzo che vede protagonista un colto, tormentato e ipocondriaco critico d’arte, Dante Hoffman chiamato a risolvere questo secolare cold case.

Tra Roma e Parigi, stanze del potere e pasticcerie del ghetto ebraico, uffici costosi e un commissariato attento, Dante è la pedina capace di modificare definitivamente il percorso di un’opera creduta scomparsa e del pericoloso segreto che custodisce.

Grazie ad una narrazione attenta, gli autori riescono a racchiudere due storie in una: se da un lato la cultura di Dante ci offre il racconto della vita, delle opere e di molti retroscena  del Caravaggio, dall’altra si snoda un mondo presente caratterizzato da corruzione, mercato nero di opere d’arte e personaggi pronti a tutto per i propri scopi personali.

Nella prima parte del romanzo viene lasciato ampio spazio alla storia dell’artista, si scoprono interessanti retroscena della sua vita e delle opere più importanti e, quasi come un manuale ad alta interazione, mi sono trovata a sottolineare numerosi passaggi e nozioni intriganti.

La seconda parte del romanzo invece, vede continuare la narrazione relativa alla vita del pittore, ma lascia la maggior parte del racconto alle radici voluminose e inquietanti del thriller moderno, dei giochi di potere, e dei sotterfugi che maneggiano il mercato dell’arte illegale, capace, in questo caso, di raggiungere anche alte sfere dello stato Vaticano.

Un romanzo che include e racconta due storie, che vede due personaggi diversi ma ugualmente tormentati lottare per la personale salvezza in un mondo che forse non li comprende.

Uomini diversi, per epoca e personalità, che si ritrovano simili e uniti nella corsa contro il tempo in un gioco macabro e inquietante che ruota attorno all’arte.

Ma, se la storia ci ha insegnato che Caravaggio ha perso la sua lotta contro l’epoca in cui ha vissuto, Dante saprà sbrogliare la matassa che ruota attorno a questo secolare enigma.

Ma saprà salvare anche se stesso?

La lettura di “L’ultimo respiro del corvo” è una lettura lunga e lenta, narrata in modo magistrale e divino, richiedente però pazienza e alta attenzione, soprattutto nella parte finale che è, a mio avviso, troppo estesa.

Non aspettatevi ritmo adrenalinico e azione da film Hollywoodiano, concedetevi invece tempo per assaporare nozioni storiche e artistiche, volteggiare tra le mura di intrighi e complotti e osservare, nel tempo necessario, i tasselli che giungono  finalmente al posto corretto.

Attraverso questo romanzo, che ho apprezzato davvero tanto, ho avuto la possibilità di gustare un thriller lento e piacevole, silenzioso ma ugualmente avvincente, ma soprattutto ho la consapevolezza di aver ampliato il bagaglio della cultura personale, scoprendo una storia profonda e colorata, anche se di tinte scure, di un uomo sregolato ma totalmente geniale, una vita che merita di essere conosciuta e apprezzata.


Silvia Brena, scrittrice, giornalista, con una lunga esperienza di direzione di importanti testate femminili, è autrice di saggi su tematiche correlate al mondo femminile e romanzi per teenager. Insegna content creation e scrittura strategica presso l’università Cattolica di Milano. È Ceo di Network Comunicazione, agenzia specializzata nella creazione di contenuti.
Lucio Salvini, giornalista e autore televisivo, è stato direttore generale della Ricordi per diciassette anni e amministratore delegato della Fonit Cetra per un decennio. Ha pubblicato La Filibusta con Franco Franchi e Tinin Mantegazza e, per Skira, Non erano solo canzonette.


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