Recensione “Intrigo bretone. Omicidio a Pont-Aven. Il primo caso del commissario Dupin” di Jean Luc Bennalec

Intrigo bretone. Omicidio a Pont-Aven. Il primo caso del commissario Dupin

–  Jean Luc Bennalec 

 

 

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Giallo
Pagine: 233
Editore: Neri Pozza



Giudizio Sintetico


È primo mattino a Concarneau, la maestosa «città blu» gioiello della Bretagna. Il commissario Georges Dupin, come d’abitudine, siede ai tavoli dello storico ristorante Amiral con il giornale spiegato davanti a sé e il primo caffè della giornata. Da quando, in seguito a «certe controversie», è stato trasferito da Parigi alla remota provincia, la lettura dei quotidiani locali è un rigoroso rituale con cui si propone di penetrare i misteri dell’anima bretone e gli insoliti costumi di quella gente «ai confini del mondo». Quel giorno, tuttavia, a disturbare la sua lettura è l’insistente squillo del cellulare. All’altro capo, l’insopportabile voce di Kadeg, il più zelante dei suoi ispettori, lo informa di un fatto straordinario: un brutale omicidio ha sconvolto l’idilliaco Pont-Aven, un pittoresco villaggio divenuto celebre alla fine dell’Ottocento per la sua colonia di artisti, tra cui Paul Gauguin. La vittima è Pierre-Louis Pennec, novantunenne proprietario dell’Hotel Central, trovato morto nel suo ristorante: un albergatore leggendario, un’istituzione, proprio come lo erano stati suo padre e, prima di lui, sua nonna, Marie-Jeanne, fondatrice del Central e amica di tutti gli artisti che lo frequentavano. Chi ha potuto fare una cosa simile? Georges Dupin sa che il caso va risolto alla svelta: l’omicidio di un personaggio come Pierre-Louis Pennec ha colpito i bretoni al cuore e le pressioni delle autorità locali non tarderanno a farsi sentire. Per di più è alta stagione, un periodo in cui nessuno vuole vedere un assassino andarsene in giro a piede libero. Costretto a districarsi tra l’ostinato silenzio dei bretoni e il loro stile di vita, del tutto inconcepibile per un parigino doc come lui, il commissario Dupin non tarderà a rendersi conto che la vita apparentemente irreprensibile di Pierre-Louis Pennec nascondeva in realtà uno straordinario segreto.

“Intrigo bretone” è il mio libro perfetto. Un giallo ben costruito, il luogo del cuore come scenario in cui si svolge l’intera vicenda, un commissario che ha tutte le carte in regola per portare avanti la traduzione dei grandi commissari di Polizia francesi e una serie di personaggi che contribuiscono a dare ulteriore carattere a queste pagine che, per me, costituiscono uno dei gialli più belli degli ultimi anni.
Le parole di questa recensione non riescono a descrivere a sufficienza la bellezza di questo libro e la mia gioia nata nell’averlo visto pubblicato e cresciuta a dismisura dopo averlo letto.
Jean Luc Bannalec è riuscito in un’operazione di grande raffinatezza per tutti gli amanti dei gialli e della Bretagna, unendo alcune delle caratteristiche che rendono questa regione francese un luogo di una bellezza unica al mondo.
Un’indagine di Polizia condotta dal commissario Dupin nello scenario del sud della Bretagna e a Pont Aven, luogo da fiaba e d’arte, reso celebre dalle ripetute permanenze di Paul Gauguin e da una vivace comunità di pittori che animarono il borgo nella seconda metà dell’Ottocento, sono gli elementi centrali di questo libro in cui convivono segreti, arte e bellezze naturali. Bannalec ha distillato tutti gli elementi più raffinati della Bretagna e li ha condensati in un racconto agile e appassionante dalla prima all’ultima riga, in grado di rapire il lettore desideroso di non farsi distrarre dai numerosi colpi di scena presentati sempre con grande poesia.
E’ un giallo in tutto e per tutto, anzi, è un bellissimo giallo! E’, però, anche un libro che ci conduce alla scoperta di una terra magica – di cui sono perdutamente innamorato – plasmata dal forte vento e dalle onde dell’Atlantico, abitata da persone con una forte identità e che conducono una vita scandita da rituali giornalieri irrinunciabili come il movimento delle maree che caratterizzano quelle coste.
C’è un detto del 12esimo secolo, attribuito a Maria di Francia, che recita: “La Bretagna è poesia”; Bannalec, nel suo “Intrigo bretone” descrive al meglio questo concetto, affiancando alla poesia della terra bretone, la piacevolezza di uno straordinario intrigo che vi lascerà incollati a questo libro fino alla fine.
La storia, i luoghi, le descrizioni e i personaggi usciti dalla penna di Bannalec sono anche una validissima guida per scoprire un luogo che non vi lascerà indifferenti. E sono sicuro che in questa storia scoverete numerosi spunti di curiosità che vorrete appuntarvi sul vostro taccuino personale, magari un Cairfontaine…
Un libro irrinunciabile per tutti gli amanti dei gialli, delle inchieste di Polizia “alla vecchia maniera” e di tutti coloro che non sanno rinunciare, oltre che ad una bella storia, ad un pizzico di poesia.


Jean-Luc Bannalec è lo pseudonimo di uno scrittore tedesco che ha ottenuto un clamoroso successo di pubblico e critica in Germania con il giallo Natura morta in riva al mare, seguito da Lunedì nero per il commissario Dupin, che ha conosciuto altrettanta fortuna. Vive tra la Germania e la Bretagna.


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