Recensione Connessioni di Francesca Sifola

Connessioni

–  Francesca Sifola 

 

Eravamo amanti imperfetti
noi due,
troppo selvaggi per domarci,
troppo rari per lasciarci andare.
(Atticus)

Formato: Copertine flessibile

Genere:  Romanzo
Pagine: 236


Giudizio Sintetico


L’amore, si sa, non segue percorsi prestabiliti e scontati. È talvolta bizzarro, folle, non dà tregua e la protagonista di questa storia non ha mai rinunciato a vivere e ad amare seguendo sentimenti totalizzanti. Dopo un lungo periodo di sguardi, sospensioni e incertezze si fa avanti un uomo che, mettendo da parte le sue paure riesce, abbandonandosi, a immergersi in una storia ricca di pathos e sensualità.

Ma il romanzo di Francesca Sifola è, soprattutto, lo svelamento di un percorso interiore di forte intensità emozionale che attraversa la vita unendo fili misteriosi, intessuti di casualità che lasciano pensare ad un deciso abbraccio del Destino.

L’amore è imprevedibile, non rispetta schemi e diagrammi, si libera da confini e limiti imposti.
È capace di cambiare anche solo con un tocco, di migliorare l’uno attraverso l’altro, è sempre l’inizio di qualcosa e vive nutrendosi di tutte quelle forme in cui è capace di adattarsi.
La storia che Francesca Sifola ha creato è quella di due amanti, un uomo non felicemente sposato e una donna che vive sorridendo all’amore che la sta trasformando.
Attraverso un racconto serrato, fitto e intenso, Francesca, la protagonista, ci svela le emozioni e l’evolvere di esse nello scorrere del tempo in una storia che dura molti molti anni e dove, i due protagonisti vivono di attimi che valgono una vita intera.
Gli avvenimenti e lo riflessioni introspettive che ci accompagnano per tutta la durata della lettura, riempiono le pagine di tutte quelle variabili che compongono una storia d’amore non convenzionale, sempre giudicata, ma spesso vissuta in silenzio da persone che non si sono cercate ma che, in qualche modo, si sono trovate.
Ecco così che l’incertezza di un rapporto clandestino pone invece basi solide su cui far crescere i sentimenti: condivisione dei momenti fondamentali della vita, passione, confronto, tenerezza, tempo, sguardi, ricerca di coesione delle esistenze, ma con il timore di compiere quel passo per vivere alla luce del sole queste grandi emozioni.
“Connessioni” è un racconto intenso ed elaborato che vive dei mutamenti introspettivi della protagonista la quale, attraverso il racconto della storia d’amore della vita, narra anche e soprattutto di se stessa, del suo rapporto con ciò che la circonda ma soprattutto con le emozioni, anche se questo perde di caratterizzazione dei personaggi stessi.
Sembra quasi di assistere, come si evince dalla narrazione, che il raccontarsi di Francesca possa aiutarla a elaborare le situazioni e le emozioni per affrontare al meglio ogni momento, in questo caso la storia d’amore della vita, senza ricorrere a un analista.
L’intensità dei sentimenti è palese, trasuda da ogni pagina, così come la voglia di vivere appieno un sentimento così importante, raccontandolo senza filtri e censure ma soprattutto senza bisogno di giudizi morali o di sorta.
È altresì vero che una lettura così densa di analisi e narrazione è adatta a un pubblico specifico, lettori che cercano di ritrovare un po’ di loro stesso tra le pagine per analizzare frammenti di vita che spesso combaciano con quelle dei protagonisti.
Seguire il flusso delle pagine di una storia così complessa uscendo dallo schema del romanzo per entrare nel racconto puro non è sempre scorrevole anche se questo tipo di lettura ha il pregio di ampliare il valore delle emozioni.
Pur non rientrando tra i generi e con modalità che si discostano un po’ dai miei preferiti, Francesca Sifola ha il grande dono della narrazione che qui incontra una storia non semplice raccontata davvero egregiamente.

Francesca Sifola, nata tra i libri scritti da altri e da se stessa. Da sempre attratta dal potere della parola,possibilmente quella che incanta e che non manipola. Dalla vita più che complicata, senza togliere niente agli altri, e quindi, per tale caratteristica, perfettamente in linea con la Storia. Con un senso assoluto della Giustizia, che tanti anni fa la portò a decidere di non fare il Magistrato, pur potendo essere figlia d’arte. Da sempre quindi ha scelto non la via più facile, ma quella più emozionale nella vita privata come in quella pubblica. Nella prima molti uomini e non se ne pente. Nella seconda molte esperienze e tanta dedizione.

Napoletana, vive tra Napoli e Roma.
Laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”.
Tra il 1980 e il 1982 insegna inglese in Licei e in Istituti Professionali di Stato.
Nel 1982 consegue il “Diplôme des Études Françaises Supérieures” presso l’Institut de Grenoble e nello stesso anno quello di “English for Foreign Teachers and Translators” presso l’Università di Edinburgo.
Nel 1983, lo studio Fersen di Roma le rilascia il diploma di attrice di prosa.
Nel 1984, debutta con Vittorio Caprioli.
Dal 1986 al 1989 è attrice radiofonica per la Rai di Napoli.
Dal 1988 al 1991, è borsista di Studi Umanistici e Rinascimentali presso l’Istituto Italiano di Studi Filosofici di Napoli.
Dal 1991 ad oggi, si dedica esclusivamente al suo lavoro di scrittrice, anche se fiancheggiato da altre attività culturali.
Nel 1994 e nel 1995, la “Silver Press” di Genova pubblica due racconti brevi: “Amare un ombrello e un Militare” e “Alla ringhiera”.
Nel 2003, per MEF Editori, pubblica la raccolta di racconti, “Luna Park”, che nel 2004 vince Il premio letterario “Il Nuovo Fata Morgana”.
Nel luglio del 2004, pubblica, per Graus Editori, il romanzo “Sogno”, Storia di Maria Adelaide Piscitelli, nobildonna napoletana, vincitore del premio “Emily Dickinson” nel 2005. Uno “scorcio” dello stesso romanzo si classifica al primo posto del premio “Albatros” nel 2004.
Sempre nel 2004 per Graus Editori, pubblica il romanzo “Tempo senza maschera”, un testo sul rapporto tra coscienza individuale e universo ipertecnologico, un binomio delicato, rischioso e complesso, dove in gioco sono le emozioni dell’individuo inteso come essere ancora organico, ma che si avvia verso una specie di robotizzazione irreversibile del cuore.
Nel novembre 2005, col testo “Scene di Scrittura”, pubblicato nel maggio 2006 per Graus Editori, si classifica prima per la sezione “Libro Inedito” al “Premio Internazionale Cultura di Ieri e di Oggi, città di Reggio Calabria”. Il testo vede riuniti linguaggio narrativo e teatrale, avendo all’interno della tessitura in prosa quattro atti unici. In esso, scena e vita si ribaltano l’una sull’altra attraverso parametri di pirandelliana memoria.
Con un racconto inedito, “Una vita al sapore di cioccolato”, vince la XVIII edizione del premio di poesia, narrativa e pittura “Areopago”.
E’ autrice di due soggetti cinematografici: “Ritratto in piedi”, tratto da una storia vera, quella dell’anarchico Giuseppe Manzini e “Tempesta al caffè: Napoli”.
Dal 1998 al 2010, è presidente della Fondazione Interregionale Europa e Comunità mondiale, che si propone di ridare una connotazione unitaria alla cultura e alla Storia d’Europa all’interno delle nuove problematiche multimediali. La Fondazione è stata costituita per volere di Padre Angelo Arpa, colui che, negli anni sessanta, opponendosi alla censura vaticana, creò le condizioni necessarie per varare la visione de “La Dolce Vita” di Federico Fellini.
Dal 2005 al 2007, collabora al quotidiano “Il Roma” all’interno della rubrica culturale “Ciak si scrive”.
Nel 2007, alla Fiera del Lussemburgo, presenta i suoi testi, come esponente della cultura italiana all’estero.
Nel 2009 vince il Premio Letterario Nazionale “Calabria in giallo” dell’Associazione Castello d’Altavilla, con il racconto “Don Carmine Paterno”.
Sempre nel 2009 il romanzo “Sogno” vince il premio “Antonio de Curtis” e ne viene fatta una ristampa dalla Casa Editrice “Guida”.
Nel 2010 pubblica con Edizioni Sabinae il romanzo “La Scatola bucata”, un testo in cui la psiche della protagonista, diviene l’Essenza del più intimista dei suoi romanzi.
Nel 2012 pubblica, sempre con Edizioni Sabinae, il romanzo “Dietro le spalle”.
Nel 2013 vince il Premio “Napoli in pagina” per il romanzo “Dietro le spalle”.
Dal 2013 a oggi, si è dedicata allo studio del mutamento del linguaggio nelle strategie di comunicazione diretta o filtrata da strumenti tecnologici e alla stesura del suo prossimo romanzo, che è in uscita.

Da sempre, affida alla narrativa quel potere di comunicazione attraverso il quale condividere la forza dei mutamenti storico-sociali che condizionano l’individuo, ma anche quella caratteristica di elasticità semantica attraverso cui poter trattare, senza vincoli, ogni tematica.


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