Recensione Usciti di Senna di Michel Bussi

Usciti di Senna

–  Michel Bussi 

Una girandola di personaggi, un crescendo di situazioni in cui le tracce dell’assassino in fuga si confondono con quelle di pirati vichinghi o del Cinquecento, una successione di colpi di scena in cui le vite di tutti sono in bilico sullo sfondo magico delle più belle navi del mondo. Bussi mozzafiato più che mai.

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Romanzo 
Pagine: 480
Editore: Edizioni E/O

Giudizio Sintetico


Maline, ex reporter d’assalto dal passato turbolento, fa ora la giornalista al SeinoMarin, un settimanale di Rouen a media tiratura. Rientra nei suoi compiti recensire l’Armada, spettacolare manifestazione che si svolge ogni cinque anni in cui i più bei velieri delle marine militari di tutto il mondo – per l’Italia l’Amerigo Vespucci – si ritrovano a Rouen e da lì scendono il corso della Senna fino a Le Havre: una sontuosa parata che si snoda per decine di chilometri tra le anse e i meandri del grande fiume navigabile e richiama sugli argini milioni di spettatori entusiasti. Un lavoro come tanti, non particolarmente interessante. Almeno fino a quando un marinaio messicano non viene assassinato in circostanze a dir poco misteriose. Il commissario Paturel, che si occupa del caso, pensa a un delitto passionale o a una rissa tra marinai, e gli indizi sembrano dargli ragione. Sarà Maline a scoprire lo strano intreccio che c’è tra l’omicidio in apparenza banale e il bottino dei pirati della Senna, mitico tesoro che da secoli sarebbe nascosto da qualche parte nei meandri del fiume. Ma la sua scoperta non fa che infittire il mistero e trasformare un’indagine di routine in un’aggrovigliata matassa.

Ci sono dei momenti in cui si viene assalti da una irrefrenabile voglia di leggere un bel libro che consenta di “staccare la spina” e, solitamente quando giungono questi momenti mi rifugio tra le pagine di un buon giallo e, se la storia si svolge in un luogo che esercita particolare fascino, tanto meglio!
Preso dal desiderio di perdermi in una bella storia e ambientata in un luogo meraviglioso, ho subito comprato “Usciti di Senna”, sicuro che l’ultimo lavoro di Michel Bussi avrebbe potuto regalarmi grandi emozioni. E così è stato.
“Usciti di Senna” è uno dei libri più belli che abbia letto in questi ultimi mesi; le sue pagine sembrano contenere tutti gli ingredienti letterari indispensabili per generare quello che non stenterei a definire il giallo perfetto.
Una trama ben strutturata, personaggi ben caratterizzati e descrizioni favolose; questo libro, oltre ad essere un giallo stupendo, sembra essere una bellissima dichiarazione d’amore che Bussi fa alla sua Normandia e alla città di Rouen, dove insegna all’università.
L’autore, ancora una volta, si conferma un bravissimo giallista, riuscendo  coinvolgere e avvolgere il lettore in una trama bellissima, mostrandogli ciò che desidera prima di riservargli il colpo di scena finale.
Lo scenario in cui si svolge la storia è semplicemente unico: l’Armada, una manifestazione che si tiene ogni cinque anni a Rouen e che vede protagonisti i più bei velieri delle marine militari di tutto il mondo, compresa la nave più bela del mondo, l’Amerigo Vespucci, in una parata che da Rouen li porta lungo la Senna verso Le Havre per poi riprendere il mare nella Manica.
L’assassinio di un marinaio messicano, le indagini di Polizia condotte dal  commissario Paturel (dai profondi tratti umani), il ruolo di una giovane giornalista di un settimanale locale e tanti personaggi davvero unici, si intrecciano dando vita ad una storia che mi ha tenuto incollato a questo libro fino all’ultima riga, investendomi di bellezza e colpi di scena con un ritmo inesorabile come la marea che domina le coste della Normandia.
Ho amato tutto di questo libro, in primis la storia che si fa sempre più intricata pagina dopo pagina e i personaggi che prendono vita dalla penna di Bussi, tra tutti quello di Maline, che oltre ad essere colei che mette in relazione l’omicidio con il misterioso tesoro dei pirati della Senna che sarebbe nascosto nel fiume, descrive al meglio le dinamiche e i sacrifici dei giornalisti locali, il loro ruolo e la loro capacità intuitiva.
Anarchiche utopie piratesche, patti di sangue, e una serie di delitti danno vita ad un libro che si legge tutto d’un fiato in cui finzione narrativa e storia si fondono alla perfezione in una trama il cui ritmo non annoia mai.
Bussi, con “Usciti di Senna”, ha dato vita ad un libro in cui passato e presente si fondono e nel quale gli uomini e le o loro storie sono protagonisti dalla prima all’ultima riga, così come sanno fare i più bravi narratori, intarsiando la trama con elementi che, più di una volta, ci fanno riflettere sui tempi d’oggi, strappandoci anche qualche sorriso.

Michel Bussi è l’autore francese di gialli attualmente più venduto oltralpe. È nato in Normandia, dove sono ambientati diversi suoi romanzi e dove ha insegnato geografia all’Università di Rouen. Ninfee nere (Edizioni E/O 2016) è stato il romanzo giallo che nel 2011, anno della sua pubblicazione in Francia, ha avuto il maggior numero di premi: Prix Polar Michel Lebrun, Grand Prix Gustave Flaubert, Prix polar méditerranéen, Prix des lecteurs du festival Polar de Cognac, Prix Goutte de Sang d’encre de Vienne. Nel 2016 le Edizioni E/O hanno pubblicato Tempo assassino, nel 2017 Non lasciare la mia mano e Mai dimenticare, nel 2018 Il quaderno rosso e La doppia madre, nel 2019 La Follia Mazzarino e Forse ho sognato troppo.


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