Recensione I delitti della salina di Francesco Abate

I delitti della salina

–  Francesco Abate 

«E per la prima volta fu certa della bontà del gesto che l’aveva portata a perdere i gradi. L’unica giornalista donna della Sardegna era finita in un sottoscala a correggere le bozze di due rubriche di scarso valore per aver osato far venire a galla la verità. Una verità che non era piaciuta a molti.»

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Romanzo giallo
Pagine: 296
Editore: Einaudi


Giudizio Sintetico


Quando una delle sigaraie – le manifatturiere del tabacco – va a chiederle aiuto, Clara Simon non sa che fare. È una bella ragazza, con quegli occhi a mandorla ereditati dalla madre, una cinese del porto che, nonostante le differenze di classe, aveva sposato il capitano di marina Francesco Paolo Simon. Poi però è morta di parto e il marito è finito disperso in guerra. Cosí, Clara vive con il nonno, uno degli uomini piú in vista di Cagliari, e lavora all’«Unione», anche se non può firmare i pezzi: perché è una donna, e soprattutto perché in passato la sua tensione verso la giustizia e il suo bisogno di verità l’hanno messa nei guai. Ma la sigaraia le spiega che i piciocus de crobi, i miserabili bambini del mercato, stanno scomparendo uno dopo l’altro e, di fronte alla notizia di un piccolo cadavere rinvenuto alla salina, Clara non riesce a soffocare il suo istinto investigativo. Grazie all’aiuto del fedele Ugo Fassberger, redattore al giornale e suo amico d’infanzia, e al tenente dei carabinieri Rodolfo Saporito, napoletano trasferito da poco in città e sensibile al suo fascino, questa ragazza determinata e pronta a difendere i piú deboli attraversa una Cagliari lontana da ogni stereotipo, per svelarne il cuore nero e scellerato.

“I delitti della salina” è ambientato in una Cagliari esotica e inedita con le sue saline, il teatro dell’opera, il Bagno penale e la spiaggia del Poetto.
Oltre allo sfondo di indubbio fascino però la mia attenzione è stata catturata anche dalla protagonista femminile di questa storia, una ragazza ribelle e coraggiosa, figlia di madre cinese e padre italiano scomparsi da tempo, che lavora come giornalista senza firma all’Unione.
Cresciuta con un nonno influente in città e dotata di grande acume, Clara Simon vuole diventare la prima giornalista investigativa italiana.
E quando le arriva la voce che i bambini miserabili del mercato scompaiono misteriosamente e un cadavere verrà ritrovato alle saline, Clara non saprà resistere ad indagare e, aiutata dal suo amico e redattore Ugo e dal tenente dei carabinieri Rodolfo Saporito cercherà di difendere i più deboli dal lato oscuro della città.
La storia di Clara Simon non è solo quella di una ragazza italo cinese che deve fare i conti con la sparizione di diversi ragazzini ma è soprattutto la storia di inizio Novecento di una donna sarda e di un’isola che doveva fare i conti con le fabbriche, con l’aria di cambiamento ideologico, il socialismo e i primi scioperi ma anche con la mancanza di diritti che rendevano legittimi lo sfruttamento minorile e l’ingiusta spartizione delle ricchezze.
La Cagliari del 1905 è il fulcro di attività legate ai sali e ai tabacchi, è una città in evoluzione ancora legata alle famiglie borghesi ma anche punto di arrivo di molti stranieri che qui hanno fatto fortuna o di continentali che, come Rodolfo, credevano di trovare altro.
La storia creata da Francesco Abate è un giallo sociale e storico, narrato con dettaglio e grande significato, un intreccio di mistero e avvenimenti seguito e guidato da una protagonista femminile davvero unica, sveglia e coraggiosa, a cui sta stretto il ruolo marginale della donna.
Questo non è un giallo classico in cui l’osservazione e l’unione degli indizi porta alla risoluzione del caso, ma è un giallo la cui soluzione si trova tra gli intrecci dei luoghi in cui è ambientata la storia.
Personaggi, Storia e luoghi si fondono per dar vita a uno sfondo perfetto per una storia che manca forse di grandi colpo di scena ma che ci regala personaggi unici che non vedo l’ora di ritrovare in futuro.

Libri di Francesco Abate
È giornalista professionista per l’«Unione Sarda» e DJ nei club dell’isola col nome di Frisco. Come scrittore pubblica nel 1998 Mister Dabolina il suo primo romanzo, edito da Castelvecchi. Nel 2003 pubblica Il cattivo cronista edito dal Maestrale. Nel 1999 vince il premio Solinas con il soggetto Ultima di campionato, che verrà pubblicato sotto forma di romanzo nel 2004, edito dal Maestrale.
Nel 2006 pubblica il quarto romanzo solista: Getsemani per Frassinelli-Il Maestrale e inizia la collaborazione con Massimo Carlotto pubblicando Catfish. Nel 2007 pubblica Il cattivo cronista (Il Maestrale), e insieme a Massimo Carlotto Mi fido di te (Einaudi). Nello stesso anno escono i libri I ragazzi di città e Mister Dabolina remix, mentre nel 2008 il suo sesto romanzo solista Così si dice. Nel 2009, insieme a Massimo Carlotto, pubblica L’albero dei microchip e nel 2010, con Saverio Mastrofranco, Chiedo scusa. Pubblica poi Un posto anche per me (Einaudi 2013) e Mia madre e altre catastrofi (Einaudi 2016). È fra gli autori dell’antologia benefica Sei per la Sardegna (Einaudi 2014). Il corregidor (Piemme 2017, con Carlo A. Melis Costa) è il suo primo romanzo storico. Nel 2018 ha pubblicato, sempre per Einaudi, Torpedone Trapianti.


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