Recensione di Un posto tranquillo di Matsumoto Seichō

Un posto tranquillo

–  Matsumoto Seicho 

 

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Giallo poliziesco
Pagine:  195
Editore: Adelphi


Giudizio Sintetico


Kōbe. Durante una cena tra imprenditori e funzionari ministeriali, una cameriera si avvicina a uno dei commensali e gli sussur­ra qualcosa all’orecchio. C’è una chiama­ta per lui da Tokyo. L’uomo, Tsuneo Asai, si alza senza dare nell’occhio e raggiunge il telefono. Sua moglie Eiko, poco più che trentenne, è morta improvvisamente d’in­farto. Una notizia non del tutto inattesa, dal momento che Eiko era già da tempo mala­ta di cuore. Eppure le circostanze della sua morte, avvenuta in un quartiere un po’ fuo­ri mano di Tokyo, a due passi da un alber­go a ore, gettano un’ombra sulla sua figura timida e riservata, e sul suo passato. Cosa ci faceva lì? E chi doveva incontrare?
Questa storia è come una strada che parte leggermente in salita e si fa a ogni passo più ripida. Una strada piena di vicoli cie­chi, che sembra esistere solo nella psiche del protagonista. Qui, i temi cari a Matsu­moto – la vendetta, l’ossessione per un det­taglio che non torna, il timore dello scan­dalo, l’ansia di essere scoperti che conduce alla rovina – si condensano in un noir ano­malo e beffardo, senza un caso né un inve­stigatore, dove chi cerca un colpevole può finire per diventarlo lui stesso. Un noir che è anche una critica acuminata della società giapponese e della ragnatela di convenzio­ni che la invischiano.

L’amore per la sua scrittura era scattata tre anni fa in occasione della lettura di “Tokyo Express”, si è poi rafforzato con “La ragazza del Kyushu” e ha trovato una salda conferma pochi giorni fa quando mi sono tuffato tra le pagine di “Un posto tranquillo”, l’ultimo libro pubblicato da Adelphi, frutto della penna di Matsumoto Seichō.

Molte volte Matsumoto Seichō è stato definito il Simenon giapponese per la sua scrittura e per la capacità di dar vita a trame in cui il giallo si tinge di noir, ma c’è un ulteriore tratto distintivo nella sua penna, anzi due: una scrittura dai tratti estremamente moderni nonostante le sue opere abbiano preso vita diversi decenni fa e un’altrettanto straordinaria capacità descrittiva del Giappone, della sua società e delle sue dinamiche, frutto della capacità di osservazione maturata in tanti anni di giornalismo.

“Un posto tranquillo” è un giallo appassionante in cui è protagonista la volontà di Tsuneo Asai di far luce sulla scomparsa di sua moglie, Eiko. Tsuneo Asai si trova a Kobe, lontano da Tokyo, per motivi di lavoro quando, durante una cena, è raggiunto dalla notizia della morte della giovane moglie a causa di un malore cardiaco, un fatto sconvolgente che, nonostante tutto, gestisce nei primi momenti con grande contegno, un tratteggio raffinatissimo di una delle grandi peculiarità della società giapponese in cui il dovere, le gerarchie e la moderazione vengono prima di tutto.

Tsuneo Asai non si perde d’animo e si butta a capofitto nella ricerca della verità sulla morte della giovane moglie, avvenuta all’interno di una piccola bottega di profumi nel quartiere di Yoyogi, distante da casa e lontano dai luoghi che la donna abitualmente frequentava, una zona caratterizzata anche la presenza di un albergo a ore. E’ una ricerca della verità spasmodica, che perde poi di lucidità fino ad assumere dei caratteri quasi ossessivi. Sono questi gli ingredienti di base della trama che si dipana tra sospetti e indagini che conducono sempre molto vicino a chiarire quanto e successo, disarcionando però il lettore con ripetute virate della storia e con un finale inaspettato.

La trama a tinte noir, appassiona non solo per il suo mistero che tiene incollato il lettore fino all’ultima pagina, ma anche per i tantissimi dettagli che tratteggiano in modo particolareggiato il Giappone: il lavoro, i rapporti coniugali, i ruoli di uomini e donne, le gerarchie, le apparenze, la macchina burocratica, i paesaggi e le abitudini che, uniti insieme, compongono una fotografia del Paese del Sol Levante tanto fedele che pare quasi di vedersi scorrere le immagini davanti agli occhi.

E’ una ricetta perfetta per tutti gli amanti dei gialli quella contenuta in questo libro di Matsumoto Seichō in cui si mescolano sapientemente indagini, mistero, vendetta e una meravigliosa descrizione del Giappone con tutte le sue contraddizioni dalle quali emergono una trama straordinaria che si dipana in queste pagine e una bellezza irresistibile che vive negli occhi e nel cuore di chi ama questo Paese.

“Un posto tranquillo” appaga pienamente il desiderio di coloro che amano tuffarsi nei misteri mentre stringono le pagine tra le mani e che nel contempo apprezzano tutti quegli elementi narrativi in grado di fornire spunti di riflessione che donano un tocco di ulteriore piacevolezza a quella straordinaria attività che è la lettura.


Seicho Matsumoto (1909-1992) è stato un giornalista e scrittore giapponese. Autore molto conosciuto in patria e vincitore del premio Akutagawa nel 1953, ha scritto oltre 300 romanzi e diversi racconti.
Da alcuni definito il “Simenon giapponese” è stato pubblicato per tre volte nel Giallo Mondadori: La Morte è in Orario del 1957 è l’opera più conosciuta, seguita da Come sabbia tra le dita del 1961 e Il palazzo dei matrimoni del 1998. Le tematiche dei suoi gialli affondano spesso le radici nei problemi sociali giapponesi, il tutto unito ad una predilezione per l’indagine strettamente logica ed intuitiva. Nel 2018 Adelphi ha pubblicato Tokyo Express, apparso nell’edizione originale nel 1958, da cui è stato tratto nel 2007 il film Ten to sen, con Takeshi Kitano.


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