Recensione La pazienza del diavolo di Roberto Cimpanelli

La pazienza del diavolo

–  Roberto Cimpanelli 

La triste verità è che molto del male viene compiuto da persone che non si decidono mai ad essere buone o cattive.
(Hannah Arendt)

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Thriller
Pagine:  448
Editore: Marsilio
 

Giudizio Sintetico


Ermanno D’amore, un ex ispettore che dopo aver lasciato la polizia ha rilevato la libreria di famiglia a Roma, tiene a bada i propri demoni stordendosi col sesso. Quando il vecchio collega Walter Canzio si rifà vivo chiedendogli una mano nelle indagini su una serie di efferati delitti che insanguina la Capitale, accetta malvolentieri. Qualcuno sta massacrando a colpi di fiocina da sub dei colpevoli di gravi reati sessuali che per un motivo o per l’altro erano riusciti a farla franca. Un caso che sembra riguardarli da vicino: tutte le vittime sono persone che ai tempi avevano arrestato loro. Con l’aiuto di Ermanno, che prima di dimettersi era noto per il suo eccezionale intuito investigativo, Walter spera di risollevare la propria traballante carriera catturando l’assassino.
Tutto cambia non appena emerge una possibile connessione tra i delitti del serial killer e una vecchia inchiesta la cui tragica conclusione aveva sconvolto le loro vite e distrutto la loro amicizia. Erano convinti che quel caso fosse definitivamente risolto. Ma lo è davvero? Quell’antica storia di sangue e orrore potrebbe non essere mai finita. E non immaginano ancora quanto sarà alto il prezzo che dovranno pagare per chiuderla una volta per tutte.

La pazienza del diavolo è quella che deve portare il lettore, non perché il romanzo sia noioso, ma perché il numero delle pagine sarebbe stato equilibrato se l’autore avesse eliminato tutte quelle parti utili unicamente ad allungare il brodo.
Brodo che poi, continuando ad aggiungere elementi e colpi di scena cambia continuamente prospettiva divenendo un minestrone. Piacevole, ma avevo ordinato un risotto.
Il punto forte di questa storia sono i personaggi, protagonisti che ci portano all’interno dei sentimenti, del passare del tempo, ma soprattutto del peso legato alla ragione, non sempre scontato, che fa prevalere il bene sul male e dove, la malvagità si annida indisturbata e insospettabile…
In una trama dove il giudizio assume la caratteristica più grande, un Serialkiller diventa quasi il giustiziere approvato dal popolo, ponendo la barriera del dazio laddove la giustizia non è riuscita ed eliminando quegli uomini che hanno sancito, deciso o imposto la fine della vita di giovani donne in qualche modo sfuggendo poi alla loro pena.
L’espiazione della colpa attraverso un omicidio, può perdonare l’assassino stesso? Punendo criminali che l’hanno fatta franca può un assassino compiere un servizio alla collettività ancora in pericolo? Rende giustizia alle vittime?
Questi interrogativi e questo filo narrativo basterebbero già per creare una trama complessa, avvincente e coinvolgente, invece Roberto Cimpanelli ha voluto mettere un carico da novanta, unendo a questo filo narrativo una storia perpendicolare che si unisce alle vicende dei delitti impuniti e che torna a galla chiedendo a gran voce di essere risolta.
Due storie parallele che si intrecciano poi con la vita dei protagonisti, il senso dell’amicizia, il ritrovarsi di Walter ed Ermanno che tornano a far squadra per il bene collettivo, l’unione a questi due di Gaetano che perde la corazza da duro per un senso di giustizia personale ma anche Francesca, amica di Ermanno che lavora in libreria, con i suoi amori e il senso perenne di insoddisfazione, Giulia che vive in uno stato costante di rimpianto per i tempi andati.
Giorni che si seguono, personaggi che entrano ed escono, drammatiche parentesi, brutalità, sentimenti, viaggi, malattie, morti, colazioni, colpi di scena non necessari che caricano ancora di più la trama facendoci arrivare al dunque ormai esausti.
Ma è il “dunque” che salva in corner la storia, con un ultimo dettaglio che, sebbene strida con alcuni indizi lasciati qua e là da Cimpanelli, chiude la storia aprendo a una nuova missione, più complessa e dai tratti marcati con il male fuso al bene per un motivo più grande.
Vorrei tanto che questo finale fosse un punto di partenza per una storia già avviata, prolissa ed esagerata, ma dove ci sono piccole fiammelle promettenti che meritano di continuare a crescere e vedere la luce in un romanzo meno esaltato e più adrenalinico.

Roberto Cimpanelli è nato e vive a Roma. Attivo nel campo della distribuzione e produzione cinematografica, è stato regista di due film, Un inverno freddo freddo (con Cecilia Dazzi e Valerio Mastandrea, Nastro d’Argento come migliore regista esordiente, finalista ai David di Donatello) e Baciami piccina (con Neri Marcorè, Vincenzo Salemme ed Elena Russo). Come distributore, con la sua casa di distribuzione Life International ha portato in Italia, tra gli altri, film quali Sesso, bugie e videotape, A spasso con DaisyDirty dancingPomodori verdi fritti, coprodotto e distribuito il film Balla coi lupi e scelto il titolo La casa La casa 2 per i film di Sam Raimi da lui distribuiti in Italia. La pazienza del diavolo è il suo esordio come romanziere.

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