Apnea. Costa Concordia: 8 vigili del fuoco e l’impresa mai raccontata
– Luca Cari e Virginia Piccolillo –
Formato: Copertina rigidaG
Pagine: 144
Editore: Mondadori
Sono trascorsi dieci anni dal naufragio della Concordia, eppure sembra passato pochissimo tempo da quel tragico 13 gennaio 2012 quando quella che fino a quel momento fu l’ammiraglia della marineria italiana fece naufragio all’isola del Giglio.
Fu una tragedia che tenne l’intero Paese con il fiato sospeso e che appassionò le persone incredule davanti ad una sciagura che pareva impossibile, un fatto che stette sotto i riflettori della cronaca dai primi istanti di quella fredda notte di gennaio fino al recupero e allo smantellamento del relitto.
Il naufragio della Concordia, a processo concluso, è stato oggetto di ricostruzioni, di racconti, di cronache e di storie in cui il dolore, la rabbia e l’incredulità si sono mescolate per lungo tempo.
Però, prima di tutto questo, fin dai primi istanti in cui la notizia fece il giro del mondo, il sentimento dominante fu quello della speranza di poter vedere quante più persone possibile salve in quella tragedia.
E, a salvare le persone, furono altre persone, professionisti che hanno fatto del soccorso il loro lavoro, una quotidianità scandita da operazioni orientate a portare aiuto a coloro che, per svariate ragioni, si trovano in difficoltà e in pericolo.
“Apnea” non è “un altro” libro sul naufragio della Concordia, è il racconto corale di otto Vigili del Fuoco che hanno deciso di aprirsi e raccontare “dal di dentro e in presa diretta” quelle che furono le operazioni di salvataggio all’interno di una nave, di quasi 300 metri di lunghezza, che si stava adagiando sulla murata di dritta dopo che uno scoglio sommerso aveva sventrato la sua chiglia a causa di una manovra di inchino che se non fosse stata eseguita avrebbe evitato la perdita di molte vite umane.
L’assoluta bellezza di queste pagine sta nel portare agli occhi del lettore il racconto di un lavoro inimmaginabile, in cui i tratti eroici dei soccorritori sono messi in ombra dalla straordinarietà degli aspetti umani, dove incertezza, paura, stanchezza e coraggio hanno dato vita ad una miscela di sensazioni che ha rappresentato il carburante necessario a questi otto pompieri per portare a termine le operazioni di evacuazione di decine e decine di persone che ancora si trovavano a bordo, alcune delle quali ferite gravemente, senza perdere un istante, senza mai fermarsi a prendere fiato, in apnea, la stessa apnea e lo stesso fiato sospeso con cui si leggono queste 140 pagine che scorrono velocissime.
Il racconto diretto dei protagonisti di quelle ore, che andarono da quelle immediatamente successive al naufragio fino all’alba quando la luce del giorno rivelò al mondo le reali dimensioni di quel tragico incidente, rende questo libro una testimonianza fondamentale per capire la sofferenza di chi lavorò senza sosta per strappare alla morte (anche con la forza della disperazione) diverse decine di persone, senza mai cedere.
Se la cronaca di quegli istanti ci ha fatto immaginare la paura per quanto accaduto e ci ha fatto percepire il freddo reso ancora più intenso dall’acqua salata in quella notte di gennaio, servivano questi racconti per farci udire i rumori delle lamiere di quel gigante d’acciaio ferito a morte intervallati dai silenzi resi ancora più tragici dall’oscurità che insieme all’acqua invadeva i corridoi dei ponti percorsi con grande difficoltà per colpa dell’inclinazione, alla ricerca di persone da trarre in salvo, una sinfonia agghiacciante in cui il ritmo era scandito dai rotori degli elicotteri e dal respiro reso affannoso dalla stanchezza.
Davvero si trattiene il fiato leggendo queste testimonianze, e si avvertono la fatica, la sete e il dolore fisico di chi ha dato il tutto e per tutto quella notte, lasciando il calore della quotidianità serale per tuffarsi in un inferno di acciaio, oscurità, salsedine e paura.
“Apnea” non solo permette di conoscere la tragicità di quei momenti attraverso la testimonianza di otto Vigili del Fuoco ma, a distanza di dieci anni, per la prima volta, consente di conoscere i tratti umani di otto eroi che, unitamente a tante altre persone hanno evitato che il naufragio della Concordia potesse diventare una tragedia ancora più grande.
Queste pagine sono la prova che la realtà supera sempre la fantasia e che gli eroi veri sono quelli che ci circondano, quelli che mettono a repentaglio la loro vita per portare aiuto agli altri, con professionalità, senso del dovere e con umanità. Perchè è stata proprio la loro umanità e il loro essere prima uomini che eroi, a dargli la forza di compiere salvataggi che hanno tutto il sapore della straordinarietà e il valore unico e incommensurabile delle vite umane strappate alla morte.