Recensione Portami lontano da me di Andrea Accorsi

Portami lontano da me

– Andrea Accorsi –

Formato: Copertina flessibile

Pagine:  277

Editore: Minerva edizioni


Giudizio Sintetico

Marte è un ragazzino di sedici anni tossicodipendente. Ha trascorso l’infanzia rinchiuso in un manicomio per bambini, contenuto. Andrea è un fisioterapista con la passione per i viaggi in bicicletta. È in perenne fuga dai fantasmi del suo passato e da un senso di solitudine che continuano a tormentarlo.
Le loro vite si incrociano quando Marte viene affidato ad Andrea per tentare la “terapia estrema”. Un viaggio in tandem.
L’idea è quella di portarlo in un luogo che possa rappresentare l’infinito, un faro sopra un promontorio di roccia, la fine della terra, l’inizio del mare. Per dargli una dimensione di come tutto ciò che si percepisce, sia l’inizio e la fine contemporaneamente.
Tra di loro non esisteva nulla, prima. Ora hanno solo questo viaggio e loro stessi, l’uno per l’altro.
Andrea è un uomo che ha parecchie cose in sospeso col passato, paludi di solitudini, ma che attraverso quel viaggio cercherà di bonificare un po’ di quel passato, al costo del futuro.

Tratto da una storia vera.

Un viaggio, un confronto quotidiano tra due persone così diverse che sembrano inconciliabili, l’uno provocatore e segnato dal passato, l’altro ponderato e riflessivo.

Sono proprio le riflessioni e il racconto di Andrea a tratteggiare lo spaccato di giorni claudicanti che si fanno sempre più intensi, vissuti, imprevedibili e da cui entrambi assorbono elementi nuovi di un confronto dapprima superficiale e poi sempre più empatico.


Marte, che ha vissuto sempre nella sofferenza di indicibili violenze in un manicomio per bambini e sopraffatto dalla tossicodipendenza, sembra sfuggente e sboccato, tratti e caratteristiche che nascondono uno spirito pronto a librarsi grazie all’ascolto e alla terapia bonaria e silenziosa che Andrea gli offre con questo viaggio.
Sono tanti gli interrogativi che Andrea si pone, sia sul passato e sulla personalità di Marte, sia sul suo passato e su tante cose rimaste in sospeso che ora, grazie a questo viaggio e a questo confronto, sembrano tornare a galla.


Marco, che ad Andrea ha affidato le cure del ragazzo in questo tentativo di “terapia estrema”, ha dato grandi spunti di riflessione al protagonista che, durante il viaggio, tenta di affrontare “in presa diretta” per confrontarsi con le paure, i timori ma anche le reazioni fisiche che Marte continua a palesare.


Il viaggio in tandem che i due affrontano insieme è specchio realistico di una corsa a due dove il ritmo e la sintonia sono importanti per procedere sui contorni di quella gabbia che appare nella copertina del libro e da cui entrambi possono uscire l’uno grazie all’altro, pedalando in sincronia; nel mezzo la vita che fa cadere, soccombere e da cui non tutti si rialzano.
Il rapporto con i genitori, l’infanzia, l’amore, sono tutti argomenti su cui ci si sofferma e su cui le riflessioni di Andrea concedono di scrivere intere pagine per capire se stesso e, come avviene verso l’epilogo, provare a bonificarsi.


Le pagine di “Portami lontano da me” sono un susseguirsi di racconti, riflessioni e confronti che ci permettono una visione della vita graffiante e da cui spesso scappiamo per non dover aprire gli occhi di fronte a tanta sofferenza, sono versi dove si sente viva la speranza anche quando tutto si avvicina a un finale che non avremmo sperato.


Andrea Accorsi prende spunto da una storia vera creando un romanzo profondo, intriso di sentimenti contrastanti che viaggiano all’unisono come i due protagonisti che assorbono dalla vita e dal paesaggio circostante punti di vista nuovi.
Una narrazione veloce e mai prolissa densa di ombre in cui la luce arriva soffocata e non piena verso la fine, una storia toccante, e anche ingiusta, che a volte fa andare in debito di ossigeno per la grandezza dei sentimenti narrati.


Un romanzo perfetto per chi ama la vita vissuta e non ingessata, dove il positivo di ciò che queste pagine narra va preso a piccoli spicchi per farne dono anche quando il lieto fine non sempre è scontato.


Andrea Accorsi nasce il 19 maggio del 1967 a Bologna.
È collaboratore della rivista mensile “Correre” dal 2012 e ad oggi ha pubblicato i romanzi 12 ore (& My Book, 2009), Fino all’ultimo fiato (SBC Edizioni, 2010) e Diario di un apprendista ciclosognatore …


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