Recensione I Vampiri contro Stalin di Marzio Valdambrini

I vampiri contro Stalin

– Marzio Valdambrini –

Formato: Copertina flessibile

Pagine: 300

Editore: Self

Giudizio Sintetico

Mosca, 1936. Due anni dopo l’attentato di cui è vittima il dirigente bolscevico Sergej Kirov, avviene un altro delitto, che passa quasi inosservato. La vittima è un oscuro delegato per il plenum del diciottesimo congresso del Partito, in visita a Mosca. Tutto lascia credere che l’autore del delitto sia un vampiro. Nell’indifferenza generale il procuratore Andrej Vyšinskij si interessa al caso. La ricerca della verità lo porta a scontrarsi col nuovo capo della polizia politica, Nikolaj Ežov, che è pronto a tutto pur di ripagare la fiducia di Stalin e portare alla luce il marcio che si nasconde nel Partito. Coinvolti nella sconvolgente scoperta dei vampiri sono anche un attivista della Gioventù Comunista e una biologa impegnata in un progetto segreto di sperimentazione genetica. La ricerca della verità ha un duro impatto sulle loro vite, segnandole nel modo più drammatico quando l’ideologia sfocia nel terrore.

C’è un elemento di grande fascino tra le pagine di “I vampiri contro Stalin” di Marzio Valdambrini, ed è un sapiente tratteggio di un periodo storico molto particolare e interessante, in un Paese altrettanto interessante: l’Unione Sovietica della metà degli anni ‘30 del secolo scorso, alla vigilia del XVIII congresso del Partito Comunista.

L’Unione Sovietica di quegli anni è sicuramente uno scenario privilegiato in cui ambientare un romanzo, e Marzio Valdambrini lo sfrutta nel migliore dei modi, facendovi attecchire la trama di un libro che mette in luce alcuni degli aspetti più caratteristici della storia sovietica di quegli anni con un innesto fantasy che sembra quasi voler andare oltre le prime impressioni del lettore raccontando un qualcosa che valica la trama.

In questo libro si intrecciano vite di personaggi che sembrano usciti da uno di quei vecchi albi che celebrano l’epoca sovietica, tra Mosca, i funzionari di Partito, attivisti del Komsomol, ricerca scientifica e apparati di sicurezza nazionale, tessere di un mosaico narrativo e storico che non lasciano indifferenti e che sembrerebbero poter dare origine a una rappresentazione, magari cinematografica, di grande fascino. 

L’intuizione dell’autore è stata quella di utilizzare un quadro storico dai tratti molto caratteristici affiancandovi creature vampiresche che nulla sembrerebbero poter spartire con questo scenario, un accostamento azzardato ma che si rivela molto interessante, in grado di appagare sia i gusti dei lettori che prediligono le ambientazioni storiche che di coloro che hanno maggiore propensione per gli aspetti fantastici, per quanto mi riguarda propendo più per la prima.

Aspetti storici, ideologia e fatti che sostengono una trama articolata e per niente banale, sono gli elementi costituitivi principali di questo libro che, anche attraverso gli aspetti fantasy, mette in evidenza alcuni degli aspetti più oscuri di quell’epoca.

Marzio Valdambrini è nato a Prato e si è laureato in filosofia all’Università di Pisa. Dopo una breve esperienza nel giornalismo è emigrato all’estero, facendo diversi lavori in Repubblica Ceca, Irlanda, Belgio e Olanda. Dal 2017 ha iniziato a interessarsi di sceneggiatura cinematografica, con un particolare interesse per le strutture narrative non lineari. Ha scritto, diretto e prodotto diversi cortometraggi.

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