Recensione La svastica del cielo. Le avventure di Jacques Damato di Massimo Moscato

La svastica del cielo. Le avventure di Jacques Damato

– Massimo Moscato –

Formato: Copertina flessibile

Pagine: 350

Editore: Youcanprint

Giudizio Sintetico

Interamna 265 a.C. – Aranth, ultimo Re degli Umbri. “Avvicinati figliolo e ascoltami attentamente. Dovrai consegnare questo prezioso involucro e questo messaggio a mio figlio ormai lontano. Sono trascorsi già tre lustri da quando Velthur è partito con tutta la sua famiglia e un pugno di valorosi guerrieri alla volta delle terre di origine dei nostri antichi Avi. Tu andrai da lui e gleli consegnerai. Un giorno, se il destino vorrà, con quel tesoro potrebbe ridare queste magnifiche terre ai suoi discendenti.” Troverà mai quel tesoro Velthur? Sembrerebbe proprio di no. Già nel Medio Evo vi si interesseranno ben tre Papi. Callisto III, Alessandro VI e Giulio II. Il ritrovamento di nove antiche tavole e di due fibule bronzee, nel 1444 da parte di una contadina di Gubbio, metteranno proprio Callisto III sulle sue tracce. Ma né lui, né i suoi due successori lo troveranno. Solo dopo 2500 anni, gli originali di quegli antichi reperti recuperati a Gubbio, salteranno improvvisamente fuori. A Odessa, in Ucraina. Intorno a questa nuova scoperta si scatena quindi un intrigo internazionale. Vede coinvolti i Servizi Segreti, l’Alto Clero e un potente oligarca russo: Dmitry Fomichev. È l’agente speciale Jacques Damato che contrasta il suo spietato tentativo di arraffare il tesoro degli antichi Umru. Grazie ai criptici indizi contenuti in quell’involucro Jacques troverà, nella Cappella Sistina, l’ultima tessera del puzzle…

Riesce sempre ad esercitare un grande fascino su di me quell’avventura, costellata di enigmi e corse contro il tempo, che nasconde una remota serie di messaggi custoditi dalla Storia lungo i secoli e che nasconde tesori e parole da tutelare, rimasti celati nei secoli. 

Questi elementi, uniti al giusto livello adrenalinico e all’esaustiva quantità di studio e curiosità, si fondono nel romanzo di Massimo Moscato che potremmo definire un thriller spionistico.


“La svastica del cielo” parte da molto lontano, da un Re degli Umbri che nel 256 a.c. consegna un involucro prezioso capace di svelare un importante tesoro, che rimane però celato nei secoli anche di fronte a personaggi storici che hanno fatto di tutto per svelare l’enigma in esso occultato.
Ai giorni nostri, questo involucro viene casualmente ritrovato in Ucraina, e un ricco e spietato collezionista d’arte e oligarca russo è già sulle sue tracce.

I servizi segreti italiani però, che da tempo lo stanno sorvegliando per una sospetta collezione d’arte derivata da criminali furti, incrociano le sue mire, la sua violenza e la sua strada, provando a mettersi d’intralcio ostacolando il piano dello spietato uomo russo.
La missione viene affidata a Jacques Damato che, con la sua tuta e il fedele cane Totò, proverà a sbrogliare la matassa impolverata dal tempo provando a impedire e contrastando la furia spietata di un uomo pronto a tutto pur di mettere le mani sull’antico tesoro.


“La svastica del cielo” è un romanzo ricco di fascino e azione, elementi che viaggiano al passo di continui colpi di scena, con una trama lineare che non perde mai il ritmo incalzante.
Le ricerche, le indagini e i continui imprevisti vengono attenuati da pagine di studio e documentazione che fanno emergere la volontà dell’autore di costruire un intreccio narrativo realistico e basato su fatti reali e possibili.


Massimo Moscato unisce alla ricerca storica una trama nettamente votata all’avventura e allo spionaggio con pagine essenziali, attendibili e precise documentazioni storiche, scientifiche ma anche astronomiche, arricchite anche da immagini e disegni, il tutto reso ancora più piacevole da una scrittura veloce. 


Sebbene, a tratti, la struttura della trama appaia un po’ acerba, sono certa che questa storia possa essere molto apprezzata dagli amanti del genere che vogliano confrontarsi con una vicenda ben costruita e raccontata.
Con la giusta dose di ritocchi nella struttura e nelle fasi descrittive dedicate all’approfondimento dei personaggi e dello sfondo, le vicende di Jacques Damato possono rivelarsi promettenti, grazie soprattutto alla cura e alle attenzioni di un autore che è riuscito a portare a termine un compito non facile, per niente scontato e non all’altezza di tutti.

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