Recensione Il burattinaio di Vengen di Luca Mastropasqua

Il burattinaio di Vengen

– Luca Mastropasqua –

Formato: Copertina flessibile

Pagine: 373

Editore: Self

Giudizio Sintetico

Vengen, la celebre “città dai mille vicoli” ai confini con la grande foresta di Elva, è un fiorente nodo commerciale e crocevia per maghi e avventurieri; ma la sua tranquillità è sconvolta da terribili eventi: aggirandosi per le strade della città nelle notti di novilunio, un misterioso mago sparge il sangue di cittadini innocenti. L’organizzazione dei maghi, il Circolo degli Elementi, è costretto ad intervenire. Il giovane mago Llyr, noto come il “Drago azzurro”, viene inviato dai quattro Saggi per assicurare il colpevole alla giustizia. Insieme alla sua allieva, la promettente Hela, il potente e tormentato Llyr scopre gli orrori e le ingiustizie che si celano dietro l’apparente vita pacifica di Vengen. Nel tentativo di proteggere la Mezzaluna degli elfi da un oscuro male, i due giovani incantatori impareranno che per essere maghi potenti occorre per prima cosa essere persone migliori, in grado di stringere legami sinceri con chi gli è più vicino.

“Il burattinaio di Vengen” ha tutti gli elementi vincenti di un fantasy. Tra queste pagine convivono, infatti, avventura, magia, luoghi fantastici e personaggi unici resi in tutt’uno con il panorama entro cui la storia si svolge.

I tratti del fantasy si uniscono ai toni ombrosi del mistero, di oggetti che, prendendo vita, uccidono e seminano panico, in un groviglio di poteri e tormenti che solo le indagini e la prontezza dei due protagonisti sapranno contrastare.

Sono proprio i due protagonisti al centro di questa storia che, dividendosi tra avventura e mistero, riesce a far emergere con grande sapienza i dettagli personali e introspettivi di Llyr ed Hela, così diversi ma così determinati, che compiono un doppio viaggio: uno di protezione e indagine e uno personale e intimo dal quale usciranno entrambi maturi e cambiati, soprattutto a seguito di un finale che assume un significato profondo e di grande spessore.

Il romanzo di Luca Mastropasqua è appassionante e ricco di elementi magici, elementi a cui si uniscono un mondo in cui la sete di potere riesce a essere fulcro di spunti di riflessione utili anche nella vita quotidiana del lettore.

Oltre ai due protagonisti l’autore riesce a caratterizzare un nutrito insieme di personaggi e a inserire pensieri filosofici che svelano l’anima e gli oggetti dei suoi studi.

Un romanzo intricato, complesso, ben scritto e organizzato dove non mancano colpi di scena, missioni intricate e fantastiche tipiche del genere che, unitamente ai personaggi, danno origine a uno scenario dal carattere in cui è evidente il tratto dell’autore.

Oltre alla storia devo anche soffermarmi sulla cura di questo romanzo che non mi ha lasciata indifferente: i dettagli nella stesura delle pagine, le grafiche, le parentesi di spiegazione tratte da poemi e libri antichi (frutto della fantasia) che aprono ad ogni nuovo capitolo, la mappa iniziale e i caratteri scelti rappresentano particolari che danno valore aggiunto a una storia già meritevole.

In questa prima missione viene lasciata la porta socchiusa al termine della lettura, elemento questo che ci fa ben sperare in un secondo capitolo di questa nuova e avventurosa saga.

LUCA MASTROPASQUA è un vorace lettore di fantasy dalla prima adolescenza, quando tra gli scaffali della libreria di un centro commerciale nota la copertina di Harry Potter e la pietra filosofale. Divorata la celebre saga della Rowling leggendo anche di notte, l’autore colma la sua sete di elfi e maghi con Tolkien, Le Guin, Paolini, Canavan e tanti altri… finché quella sete, con la nascita di Alice, è diventata desiderio di leggere a sua figlia storie partorite dalla sua stessa fantasia. Oggi l’autore si dedica alla lettura e alla scrittura dei suoi libri mentre svolge la professione di insegnante di filosofia e storia nei licei, con la ferma convinzione che razionalità e fantasia debbano lavorare insieme, affinché le giovani generazioni possano usare la creatività per plasmare un futuro diverso e non una sterile riproposizione del presente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *