Recensione La Bestia di Carmen Mola

La Bestia

– Carmen Mola –

Formato: Copertina flessibile

Pagine: 496

Editore: Salani Editore

Giudizio Sintetico

MADRID, 1834, UN’ORRENDA CATASTROFE. MA IL TERRORE HA UN ALTRO NOME.

Madrid, 1834: una terribile epidemia di colera ha messo in ginocchio la città. Ma il terrore ha anche un altro nome, quello della Bestia: un essere spietato e inafferrabile che rapisce le bambine dei quartieri più poveri e ne smembra i corpi. Quando la piccola Clara scompare, sua sorella Lucía non vuole aspettare di ritrovarne il cadavere: dà inizio così alla sua lotta contro il male e contro il tempo. Ha quattordici anni e l’inestinguibile coraggio di chi sente di non poter fare altro. Anche perché nessuno sembra voler fermare davvero il mostro. Tranne Diego, un giornalista testardo e temerario, che trascinerà nell’indagine anche il suo amico Donoso, un poliziotto cinico ma leale con un occhio solo. Alla loro ricerca frenetica parteciperanno monaci guerriglieri, ambasciatori e prostitute, mentre una società segreta tesse i suoi intrighi fatali fra taverne e salotti, palazzi e lazzaretti. È l’alba di una capitale che nasce nel sangue, di una città che brulica di vita e di morte e lotta per lasciarsi il medioevo alle spalle. Premio Planeta spagnolo, un thriller storico implacabile e commovente, un’atmosfera che toglie il respiro come le spire del serpente in copertina. Leggendolo ci si troverà proprio lì, tra i vicoli di Madrid, in una storia di inferno e oscurità.

La Bestia, romanzo vincitore del Premio Planeta 2021, un milione di euro consegnato ai suoi creatori, tre registi celati dietro lo pseudonimo di Carmen Mola.

Non aspettatevi un thriller classico con una piccola “pennellata” storica perché qui, la Storia, gioca un ruolo fondamentale.

Non è la classica storia di vittima e carnefice, di indagini, dettagli e tasselli incastrati. 

La Bestia è l’unione di tante cose, un calderone di ingredienti che giocano tutti un ruolo fondamentale: Madrid, il 1834, il colera, gli attriti interni tra carlisti e isabellini, società segrete, superstizioni, povertà, brutalità, violenze, e tanti personaggi, soprattutto due, Lucìa e Diego, una ragazzina e un giornalista, sulle tracce di una Bestia che rapisce ragazzine e ne fa ritrovare i resti dopo settimane.

I luoghi e la Storia giocano un ruolo fondamentale, i personaggi vivono in bilico e spesso vengono sacrificati in nome della trama senza fronzoli, cruda e drammatica, gli eventi sono inaspettati e cambiano continuamente rendendo tutto imprevedibile, la scrittura è coinvolgente, dettagliata e mai banale.

Sebbene la trama mi abbia sorpresa perché non pensavo prendesse una strada così inaspettatamente legata alla storia di Madrid e dei segreti legati agli attriti interni, il romanzo di Carmen Mola mi ha coinvolta, catturata e stupita. La lettura non mi ha mai annoiata, sebbene vada segnalato che è davvero cruda e in alcuni tratti forse un po’ prolissa, mai in modo esagerato.

Un unico neo è rappresentato dal sacrificio esagerato dei personaggi, soprattutto di quelli più promettenti a cui il lettore si lega inevitabilmente e che avrebbero potuto dare valore aggiunto al contenuto inaspettato di queste pagine.

CARMEN MOLA è lo pseudonimo dei tre scrittori e sceneggiatori spagnoli Jorge Díaz, Antonio Mercero e Agustín Martínez, che hanno rivelato la loro identità con grande scalpore durante la cerimonia di assegnazione del Premio Planeta, il più importante premio letterario iberico. A lungo è stata considerata l’Elena Ferrante spagnola. Frutto di una scrittura collaborativa moderna, di cui i tre autori sono tra gli esponenti più acclamati a livello internazionale, La Bestia ha venduto oltre un milione di copie e sarà pubblicato in quindici Paesi.

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