Recensione Weyward di Emilia Hart

Weyward

– Emilia Hart –

Formato: Copertina flessibile

Pagine: 545

Editore: Fazi Editore

Giudizio Sintetico

Tre donne. Cinque secoli. Un segreto. La caccia alle streghe non è mai finita.

Hanno fatto di tutto per metterci in gabbia, ma una donna Weyward sarà sempre libera e selvaggia.

Con il favore del buio della sera, la trentenne Kate fugge da Londra alla volta del Weyward Cottage, una vecchia casa di campagna ereditata da una prozia che ricorda appena. Avvolta da un giardino incolto su cui torreggia un acero secolare, la dimora la proteggerà da un uomo pericoloso. Presto, però, Kate inizierà a capire che le sue mura custodiscono un segreto molto antico.

Mentre la guerra infuria, la sedicenne Violet è ostaggio della grande e lugubre tenuta di famiglia. Vorrebbe soltanto arrampicarsi sugli alberi e poter studiare come suo fratello, ma da lei ci si aspetta tutt’altro. Un pensiero inquietante, poi, la tormenta: molti anni fa, poco dopo la sua nascita, la madre è scomparsa in circostanze mai chiarite. L’unica traccia di sé che ha lasciato è un medaglione con incisa la lettera W.

La solitaria Altha, cresciuta da una madre che le ha trasmesso il suo amore per il mondo naturale, viene accusata di stregoneria; rinchiusa nelle segrete di un castello, presto sarà processata. Un contadino del villaggio è morto dopo essere stato attaccato dalla propria mandria, e la comunità locale, coesa, ha puntato il dito contro di lei: una donna insolita. E le donne insolite fanno paura.

Ma le Weyward appartengono alla natura. E non possono essere addomesticate. Intrecciando con maestria tre storie che attraversano cinque secoli, Emilia Hart ha dato vita a un potente romanzo sulla resilienza femminile e sulla forza salvifica della solidarietà tra donne in un mondo dominato dagli uomini.

Weyward è appartenenza, è legame alla natura, è un patto silenzioso tra donne della stessa famiglia legate nei secoli.

Tra queste pagine si respira l’amore per tutto ciò che la natura regala ai nostri occhi ogni giorno: il cinguettio degli uccelli, il colore dei fiori, la brezza tra i rami di un albero. È anche però il dolore di donne violate, di donne che subiscono l’arroganza dell’uomo, i pregiudizi della gente e le questioni morali dei secoli.

Athea, Violet e Kate, tre donne in tre generazioni diverse; la prima nelle ombrose decadi dell’inquisizione, la seconda tra le strette maglie morali della metà del ‘900, la terza tra le ingombranti forbici dei giorni nostri. Nelle loro vene scorre il sangue delle Wayward, donne legate alla natura in modo così viscerale da poter plasmare la terra e vivere comunicando con gli animali che essa ospita. Non è un caso che ogni capitolo e ogni personaggio sia legato a un animale: in queste pagine si sente la costante presenza di essi, di un corvo, di un’ape e di una damigella.

Deluse dalla società, violate dagli uomini, tradite a volte dalla famiglia, la narrazione alterna le loro storie, legate dai secoli e unite dall’appartenenza che si cuce in queste pagine tra avvenimenti e destino. Athea accusata di stregoneria, Violet diseredata dal padre dopo una violenza e Kate in fuga dal compagno violento. Tutte e tre prenderanno forza e consapevolezza dal legame con la natura e dal potere che essa custodisce per poter reagire e rinascere.

Non è semplice parlare di questo libro, è un concentrato di bellezza reale e tratto onirico di una magia che convive in modo razionale con la vita delle protagoniste e si palesa in modo evidente soltanto in tre momenti diversi. Non è questo un romanzo fantastico, è piuttosto un romanzo che parla  vuole parlare di donne, di legame viscerale con le proprie radici e che tratta la forza di reagire attraverso il legame con la natura che conferisce un tratteggio netto, colorato e originale a queste pagine.

Non c’è spazio per principi azzurri in questa favola femminista, non c’è neanche una realizzazione di se stessi attraverso gli altri. C’è piuttosto il racconto crudo e veritiero di una società e di un moralismo che troppo spesso ha deciso per l’individuo, soprattutto in quanto donna, non permettendo un riscatto se non attraverso un forte legame con altre donne o con un fratello, amicizie e legami di sangue.

Un page turner, come è stato definito, che ci porta in tre vite unite dal filo della magia e del legame di sangue, tre storie diverse che conquistano, coinvolgono, accolgono e spiazzano lasciandosi amare ognuna per motivi diversi. Ho amato questo libro per le sensazioni opposte che ha fatto nascere in me, due risvolti di una stessa medaglia che si apprezza per la sua interezza.

È impossibile non apprezzare queste pagine, le storie in esso custodite e leggere tra le righe ciò che l’autrice vuole trasmettere al lettore anche come morale di una favola che, attraverso il dolore e la drammaticità, a volte giunge al lieto fine per insegnare qualcosa. Intenso, autentico, meraviglioso.

Emilia Hart
Scrittrice anglo-australiana nata a Sydney, ha studiato Letteratura inglese e Legge alla University of New South Wales per poi lavorare come avvocato a Sydney e a Londra, dove oggi vive. Il suo talento è stato notato nell’ambito del Caledonia Novel Award 2021. I suoi racconti sono stati pubblicati in Australia e nel Regno Unito. Weyward è il suo romanzo d’esordio: acquisito in venti paesi prima della pubblicazione, ha fatto scattare un passaparola istantaneo tra addetti ai lavori e librai. Una volta uscito ha mantenuto le promesse: tra i libri più venduti in Inghilterra e in America, ha da subito messo d’accordo pubblico e critica.

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