Recensione I racconti di Marco, Luca e Matteo. Una diversa introduzione ai Vangeli Sinottici di Federico Carra

I racconti di Marco, Luca e Matteo. Una diversa introduzione ai Vangeli Sinottici

– Federico Carra –

Formato: Copertina flessibile

Pagine: 324

Editore: Santelli Editore

L’opera è un commento ai tre vangeli sinottici, in altre parole i vangeli che hanno in comune del materiale e di cui si può fare una lettura comparata. Nonostante il materiale comune, i tre vangeli sono fra loro diversi e rispecchiano le diverse provenienze geografiche, le diverse lingue madri, le diverse epoche in cui sono vissuti i loro autori e le diverse idee teologiche che stanno alla base dei tre racconti. Il termine “racconto”, che indica che non tutto ciò che i vangeli narrano è veritiero, è qui usato perché gli autori, che sono posteriori di qualche decennio alla morte di Gesù, hanno riportato anche fatti e parole incompatibili con le credenze e le usanze ebraiche di quel tempo. Di particolare importanza è il fatto linguistico: Gesù parlava in aramaico, i vangeli sinottici furono scritti in greco. Questo salto linguistico comporta anche un salto culturale, cioè l’adozione di un’ideologia greco-ellenistica e l’abbandono del contesto ebraico. Il libro, quindi, tiene conto del contesto di partenza e di arrivo.

Il rapporto dell’uomo con le religioni (anche con quella Cristiana) è qualcosa di ancestrale ed estremamente personale, un interesse la cui profondità si perde nell’animo di ognuno di noi, indipendentemente dal fatto che si possa credere o meno. La maturità, i vissuti personali, la formazione del singolo e tutti quegli eventi e quegli elementi che animano la vita di ognuno sono in grado di mutare il rapporto con la religione che, da sempre, affascina credenti e non credenti, alla ricerca di risposte inerenti un possibile  scenario di quello che ci potrà essere al termine della vita. 


Federico Carra, nel suo “I racconti di Marco, Luca e Matteo” va alla ricerca degli elementi oggettivi dei tre Vangeli sinottici per provare a capire qualcosa di più di quelli che sono dei veri e propri racconti attorno alla vita di Cristo, con un approccio “laico” (non necessariamente e per forza laicista) tenendosi sapientemente lontano dal prendere posizioni in alcuna direzione, senza però cedere a coloriture di carattere religioso. Questo libro è il prodotto di uno studio attento, che ha lo straordinario pregio di rendere fruibile al lettore una materia che possiamo tranquillamente definire “di non facile approccio”.


È un moto che nasce dal desiderio di fornire una risposta all’interrogativo se mai un giorno rivedremo i nostri genitori, quello che ha portato alla genesi di questo libro, una domanda le cui radici affondano in un lutto personale vissuto dall’autore. I grandi dolori, spesso sono il substrato per la genesi di grandi meraviglie, ed è così per questo scritto di Federico Carra, che offre l’opportunità ad ognuno di noi di tenere tra le mani una raccolta di chiavi di lettura oggettive e neutre sui tre Vangeli sinottici, con sapienti e doverosi sconfinamenti in alcuni Testi sacri che sono alle fondamenta del cristianesimo. 


L’approccio laico (e questa volta anche laicista) agli elementi che compongono il credo cristiano è un aspetto che con il maturare dell’età è divenuto sempre più presente in me: credo che esso possa essere un sano esercizio per interrogarsi su un qualcosa verso il quale, troppo spesso, non ci si interroga (forse perché ci hanno insegnato che alcune cose sono così perché scritte nei Testi sacri e così vanno accettate) e queste pagine sono state un interessantissimo e altrettanto valido strumento d’aiuto per alimentare e ampliare i confini di queste riflessioni che, per quanto mi riguarda, mi accompagnano da molti anni.


Carra ci consegna un libro che non sarebbe sbagliato definire, per molti aspetti, storiografico; frutto di analisi attente su luoghi, personaggi, situazioni ed eventi narrati nei Vangeli di Marco, Luca e Matteo, le cui pagine diventano, quasi con leggerezza calviniana, uno strumento indispensabile per addentrarsi a fondo nei racconti e nel racconto dei Vangeli, e per provare a cercare delle risposte che, alla fine, vivono comunque dentro ognuno di noi.

Federico Carra (Mesullam) avvocato. (Biografia presa dal sito dell’autore Mesullam.org)

Sono figlio di due insegnanti, che mi hanno trasmesso la passione per il sapere e per lo studio, insieme con parecchi altri docenti scolastici e non (rivolgo un grato pensiero ai proff. Barbieri, Boniti, Zambarbieri e attualmente a S. Ferrari). Per tutta la vita ho collezionato libri che avrei letto una volta finita la attività lavorativa. Così è stato. Ho messo le mani su un manuale sull’Oriente Antico del prof.  Mario Liverani e non ho più smesso.
Nell’attività lavorativa, dopo un inizio libero-professionale, ho lavorato come legale in varie importanti aziende (Telettra, ENI, ABB), ed ho fatto addirittura un breve passaggio nel Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, un covo di ipocrisia; la parte più bella è legata ai ricordi di lunghe e numerose trasferte in Nigeria, nel Medio Oriente e a Londra per problematiche di commesse e contenzioso internazionale. Nella seconda parte della mia carriera mi sono occupato di diritto societario (Mergers&Acquisitions) e antitrust, fino a raggiungere la posizione di Direttore Affari Legali.
La passione che mi ha preso per l’Oriente antico mi ha “costretto” a ripassare i classici greci, poeti e filosofi, a studiare l’ebraico e la letteratura rabbinica, a riscoprire il pensiero moderno a partire da Galileo e Spinoza.
Attualmente passo la vita a studiare, ad annoiare familiari ed amici sui temi a me cari, e mi diverto con il turismo enogastronomico, giocando a bridge e facendo ginnastica.
Non ho letto “50 sfumature di grigio” ma mi diletto con qualche sfumatura di Pinot grigio.

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