Recensione Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Sud America? di Antonio Manzini

Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Sud America?

– Antonio Manzini –

Formato: Copertina flessibile

Pagine: 145

Editore: Sellerio

Giudizio Sintetico

Dopo Vecchie conoscenze e Le ossa parlano, il vicequestore Rocco Schiavone è in missione non ufficiale a migliaia di chilometri dalla sua odiata Aosta, con il vecchio amico Brizio. Vogliono ritrovare Furio, l’altro compagno di una vita, scomparso tra Buenos Aires, Messico e Costa Rica. Furio, da parte sua, si è lanciato a rotta di collo sulle tracce di Sebastiano, il quarto del gruppo, scappato in Sud America per sfuggire ad una colpa tremenda e alla conseguente punizione. L’antefatto è lontano nel tempo e ha squassato le vite di tutti loro. E adesso Rocco e Brizio devono impedire «la pazzia» di Furio, ma vogliono anche capire i perché di Seba, quali sono stati i motivi profondi di quel tradimento orribile con cui Rocco ha già provato a fare i conti, in modo da poter dare l’addio come si deve a un’amicizia vecchia quanto loro. La ricerca appare vana, perché il continente è immenso e chi scappa lascia solo labili indizi, sospeso in realtà tra scomparire e voglia di spiegarsi o di espiare. Il vicequestore, da fine investigatore, sa bene come armare una caccia spericolata, e Brizio è abbastanza svelto di mano da spalleggiarlo adeguatamente.
In questo miscuglio di thriller e psicologia, è inevitabile che nella mente di Rocco si affollino i tanti ricordi di un’infanzia con la banda a Trastevere, quel piccolo mondo dove solo un fortunato caso ha deciso che Schiavone sia diventato un poliziotto e non un «bandito», una guardia e non un ladro, al pari dei suoi inseparabili compari, uniti in un’amicizia che non c’è più, distrutta dal tempo, dal destino o forse solo da appetiti personali. Ritrovare Sebastiano misteriosamente scomparso in Sud America sarà forse possibile. Impossibile ritrovare l’amico. Antonio Manzini torna a raccontare i fantasmi del suo vicequestore, ma questa volta lo fa per chiudere un cerchio, uno dei più dolorosi della sua vita.

Serviva un libro di 145 pagine per chiudere un cerchio attorno al tradimento di Sebastiano? Meritava un finale migliore?

Giunta alla fine di questa breve lettura, per entrambe le domande la risposta è: non lo so.

Chiusa l’ultima pagina di questa parentesi Sud Americana di Rocco Schiavone mi rimangono più domande che risposte e il quadro sul tradimento di Sebastiano non ha avuto nuovi colori per capire qualcosa di più di questa ombrosa vicenda infarcita di pochi dettagli e mai chiusa del tutto. Un romanzo in cui pensavamo venisse chiarita l’intera questione ci ha lasciati a bocca asciutta.

Delusione? Un po’ sì. Allora perché non cassare totalmente questo libro? C’è una frase che rigira nella mia testa in questi minuti ed è una frase di Rocco di fronte agli amici, un brindisi perché “bisogna festeggiare le vittorie pure le sconfitte.allo stesso modo”. Forse ciò che Manzini ha voluto dire con questo romanzo è che ci sono rapporti che finiscono e basta, e che non hanno bisogno di spiegazioni, che ci sono amicizie tradite, ricordi che rimangono dolci anche dopo il peggiore voltafaccia e che nessuno si conosce mai veramente.

Un cerchio destinato a rimanere aperto, di cui forse non sapremo più niente, lasciando però la consapevolezza che Rocco è cambiato definitivamente, che la vendetta non è più parte della sua indole e che Aosta è la casa a cui ritorna quasi con nostalgia. “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Sud America” non è un romanzo che soddisfa per la trama, anzi, forse fa anche arrabbiare perché sembra un grande bluff. Ciò che forse soddisfa però è saper cogliere il senso degli avvenimenti, leggere nelle sfumature dei tre amici le conseguenze che questo viaggio avrà nel loro animo, la piena consapevolezza che dopo questa parentesi si chiude un capitolo di dolore e si aprirà qualcos’altro.

Dopo Marina, Adele, Baiocchi, Mastrodomenico e tutti quelli che hanno reso Rocco ruvido e sofferente forse ora è tempo di redenzione e sentimenti autentici, autenticità che, sono certa, arriverà da Aosta, dai colleghi, da abduzione Furio. Perché tutti hanno avuto, nei precedenti capitoli, una seconda occasione personale e ora, era ora, toccherà a Rocco superare quel confine e ricominciare a vivere.

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