Recensione Amadòrmen di Roberto Zandomeneghi

Amadòrmen

– Roberto Zandomeneghi –

Formato: Copertina flessibile

Pagine: 167

Editore: Albeggi Edizioni

Vedere il mondo da un punto di osservazione privilegiato: una portineria, in pieno centro, a Milano.

Cantanti e ballerini, barman e addetti alle pulizie, barboni e uomini d’affari: i personaggi che popolano questa storia si mostrano variopinti nella loro verità in un palcoscenico quasi felliniano che racconta brandelli di vita, desideri, aspirazioni con uno stile e un linguaggio caustico e divertente.

L’autore protagonista decide di abbandonare un passato di ansie lavorative e dedicarsi a sé, alla lettura, agli altri e di farlo grazie a un lavoro semplice, senza pretese, che però offre qualcosa oggi raro e preziosissimo: il tempo.

I am a doorman, è il job title pudico che l’autore si assegna su LinkedIn, incerto tra il rivendicare tutta la saggezza della sua scelta e il piegarsi ai condizionamenti che lo vorrebbero umilmente avvilito da una retrocessione sociale.

I am a doorman diventa Amadormen, una nuova categoria sociale: coloro i quali fanno una scelta di campo precisa, mettendo al centro della propria esistenza il proprio benessere, il godere di ogni attimo e piccola cosa, il tornare a dare importanza alle persone, padroni del proprio tempo.

L’autore propone in questo libro un approccio di filosofia di vita di cui in tanti sono alla ricerca.

Amadòrmen, un buffo e maccheronico inglesismo per riassumere il lavoro che il protagonista di questo romanzo si appresta a fare: il portinaio.

Dopo anni di lavori diversi e mai congeniali e messo di fronte alla muta pagina di LinkedIn, l’uomo si interroga sulle aspettative legate al nuovo impiego che lo vedranno impiegato in una portineria di uno dei tanti palazzi milanesi.

Un lavoro all’apparenza facile e monotono che sarà però la genesi di profonde riflessioni che il protagonista, e voce narrante, racchiude in queste pagine.

Un uomo che, eseguiti i piccoli e ripetitivi gesti del lavoro che si è offerto di fare, riscopre anche la bellezza della città, dei ricordi legati alla natura e al suo passato aprendo gli occhi su dettagli della vita che, in passato, aveva dimenticato di evocare.

In “Amadòrmen” c’è infatti la vita nelle sue pieghe più belle e poetiche: quelle di una passeggiata per vie nuove e conosciute, tra bisognosi che della strada hanno fatto la loro casa, bar e librerie, ma anche piccole coccole quotidiane come la colazione, il giornale e piccole routine che acquisiscono nuovo valore perché fatte in modo diverso.

Un libro che racchiude le preziose scoperte del protagonista raccontate con intimità e genuino stupore in un fiume narrativo lungo un anno e mezzo dove ci si abbandona allo stupore di una vita riscoperta e in totale evoluzione.

Il romanzo di Roberto Zandomeneghi è un fiume in piena di sensazioni e riflessioni che, partendo da un lavoro che potrebbe sembrare un esercizio alla routine e alla noia, riesce a far evolvere il protagonista facendolo dialogare con ciò che lo circonda, trovando nei gesti quotidiani il valore aggiunto di una vita che, attraverso lavori più complessi non era stato in grado di trovare e che lo cambierà radicalmente.

Leggere “Amadòrmen” significa volersi abbandonare al racconto, lasciar scivolare eventi e descrizioni per beneficiare del terremoto emotivo e positivo che questa nuova vita ha sul protagonista.

Le riflessioni, i momenti di quotidianità che assumono un che di romantico, la bellezza di vivere un periodo di forte stravolgimento personale da un luogo piccolo e all’apparenza inanimato.

Un libro da gustare e dal quale trarre importanti spunti di riflessione per imparare a vivere al meglio novità e cambiamenti.

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