Recensione E’ stato il vento di Saman Adhami

E’ stato il vento

– Saman Adhami –

Formato: Copertina flessibile

Pagine: 254

Editore: Self

Entra nella mente di una donna iraniana, guarda attraverso gli occhi di una viaggiatrice italiana.
In una terra lacerata tra tradizione e rivolta, due amiche sono unite nella lotta condivisa per la propria liberazione e quella dell’intero genere femminile.
‘È Stato Il Vento’ penetra nel cuore delle proteste iraniane iniziate nel settembre 2022, echeggianti il potente grido di ‘Donna-Vita-Libertà’.
Un reportage di viaggio in Iran, l’incontro di due amiche che presto diventerà un’avventura emozionante ma pericolosa.
C’è ancora spazio per l’amore nel caos: le protagoniste scopriranno che tale amore è estremamente delicato nonostante risuoni profondamente dentro ciascuna.
Ambientato su uno sfondo di eventi reali, questo romanzo avvincente esplora il viaggio tumultuoso di queste due donne mentre navigano in una società che soffre per cambiare. Le loro storie intrecciate riflettono non solo il costo personale della ribellione, ma anche la resilienza dello spirito umano di fronte all’avversità.
Questo libro è una rappresentazione commovente dell’amicizia interculturale, della resistenza e della determinazione incrollabile nella ricerca della libertà contro i regimi che richiedono silente obbedienza.

Secondo il Democracy Index del 2016, l’Iran occupa la 154esima posizione (su 167 Paesi analizzati nel mondo) per quanto concerne i Diritti umani, la Giustizia, la condizione femminile e i Diritti delle persone Lgbt.

Negli ultimi anni le minoranze etniche e religiose hanno subito un sempre più crescente atteggiamento di discriminazione e violenza. In Iran, le sparizioni forzate, la tortura e gli arresti arbitrari sono pratiche all’ordine del giorno alimentando le cronache e le pagine dei report degli osservatori internazionali.

Ecco perché, anche se “solo” attraverso le pagine di un libro, è importante toccare con mano la cultura e la quotidianità di milioni di persone che vivono costantemente nella paura cercando però, attraverso piccoli gesti, di dissentire dalle imposizioni del regime.

“È stato il vento” è una bellissima storia di amicizia tra una ragazza italiana e una iraniana. Conosciutesi per lavoro e avendo stretto un legame di sintonia e confidenze, Alice e Setareh decidono di incontrarsi proprio nel Paese di quest’ultima, l’Iran. Questo legame, finalmente tangibile, si immerge e si infarcisce di una conoscenza personale all’interno dell’interessante contesto tradizionale iraniano dove a questa nuova amicizia si uniscono i gusti, i luoghi e i nuovi incontri.

L’idillio tra le due ragazze però viene messo a dura prova da attriti relativi alla presenza del ragazzo di Alice, ma anche e soprattutto, da eventi inattesi che mettono in serio pericolo chiunque si trovi a Teheran.

Tra le strade della città, infatti, iniziano a moltiplicarsi le proteste per i Diritti delle donne, manifestazioni che toccheranno direttamente anche le due donne segnando inevitabilmente il destino di entrambe e della loro amicizia facendo intraprendere ad entrambe strade diverse che le legheranno per sempre. È sempre affascinante leggere libri che evocano e custodiscono un forte legame con culture diverse in un immaginario, ma ben tangibile, ponte letterario che aiuta chi legge a comprendere più a fondo questioni che troppo spesso riteniamo “lontane” appagando, in questo caso, il mio interesse verso la cultura persiana e la complessa cultura di questo Paese.

Pensavo, dalle prime pagine, di trovarmi di fronte a una bella storia di amicizia, non immaginando che questa storia mia avrebbe condotta nelle tensioni e tra le strade di una Teheran in fermento, brulicante di donne che chiedono di essere libere e ascoltate rischiando non solo la libertà ma anche la vita. Sono pagine, quelle scritte da Saman Adhami, che riescono ad unire amicizia e Diritti umani sullo sfondo dell’Iran in modo fluido e coinvolgente, aumentando via via il grado di emozioni che animano la mente e i sentimenti di chi legge.

“È stato il vento” unisce alla storia il grande pregio di permettere al lettore di arricchire al proprio conoscenza relativa a un Paese dalla tradizione millenaria con aneddoti culturali di secoli di Storia consentendoci di costruire e maturare un’opinione sul fermento e sulle proteste per i diritti umani e femminili di fronte ai quali questa storia pone il lettore.

Un libro di grande spessore e interesse, complesso e completo a cui, forse, servirebbe però un più marcato intervento di revisione per limare la presenza di parecchi refusi. La bellezza di questa storia contenuta in queste pagine però può tranquillamente far passare in secondo piano gli errori presenti perché, proprio nella trama, si cela la grandezza di queste pagine.

Biografia dell’autore su Amazon:

Sono Saman Adhami, detto anche Sam per comodità, classe 1991, nato ad Assisi in provincia di Perugia.

Ho lavorato per un decennio come consulente finanziario e accademico-economista, tentando di far fruttare le mie lauree in Bocconi e il dottorato…

Infine, ho fatto entrare nella mia vita la luce della creazione artistica: ora scrivo romanzi a tempo pieno e, in base all’importanza del progetto, collaboro con team di specialisti quale consulente finanziario-legale devolvendo la mia retribuzione in beneficienza.

In due anni e mezzo ho scritto il mio primo romanzo, Quarantena Perenne, così da potermi dedicare alla prossima storia in una lista relativamente lunga di cose non ancora raccontate che covo dentro da troppo tempo.

Sono sposato con Yasmin e abbiamo due cani, Rodolfo e Amy. Abbiamo vissuto all’estero per vari anni prima di tornare in Italia, la nostra vera casa malgrado le origini cosmopolite.

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