Recensione GEDÄCHTNISVAMPIR Il divoratore di Ricordi di Pietro Caracciolo

Pietro Caracciolo

– GEDÄCHTNISVAMPIR, il Divoratore di Ricordi –

Formato: Copertina rigida

Pagine: 313

Editore: Self

Liberamente ispirato all’Ulisse di James Joyce, GEDÄCHTNISVAMPIR, Il Divoratore di Ricordi si sviluppa all’interno di uno spazio limitato, le carrozze della classe economy del Frecciarossa ad alta velocità 9541 da Milano aTaranto nella tratta Milano – Roma, analizzando i pensieri dei singoli viaggiatori, tutti uniti dalla certezza che su quel treno, da qualche parte, vi è o vi salirà un essere in grado di risucchiare i pensieri di uno di loro e di ridurlo privo di qualsiasi memoria.

A cavallo fra la fantascienza e il mainstream, il romanzo è scritto interamente in prima persona, dove in ogni capitolo, prevalgono i pensieri di uno o di più passeggeri, per lo più fisicamente vicini, come avviene nella realtà. I viaggiatori, ignari personaggi di questo palcoscenico improvvisato, vivono nei loro pensieri la propria vita o una parte di essa, le ansie, le paure, le pulsioni e i desideri. Il divoratore di ricordi si presenta di conseguenza inizialmente come una entità astratta, ma sempre presente, attesa, temuta o desiderata, che si interseca con i pensieri individuali, fino a diventare una entità concreta al momento della sua salita sul treno.

Nei mesi passati, il gedächtnisvampir, meglio noto come divoratore di ricordi, si è già nutrito della memoria di cinque persone riducendo ognuno di loro l’ombra di sé stessi. Chi sarà la sua prossima vittima?

Questa è una storia che ci parla di persone, di treni e di ricordi. Potrebbe essere una storia come tante in cui, nello scorrere del tempo di viaggio, i ricordi dei passeggeri, le loro preoccupazioni e i pensieri formano un concerto udibile solo al lettore.

Ma in questo “tuffo” nell’introspezione dei passeggeri di un treno che attraversa l’Italia, vaga in realtà una presenza, un uomo che, senza apparente significato, si è trasformato in Divoratore di Ricordi, famelica presenza che priva le persone di tutto ciò che custodiscono nella mente facendolo suo.

Assistiamo quindi alle riflessioni dei passeggeri, ai loro sentimenti e alle loro preoccupazioni, consapevoli che tutti i soliloqui a cui assistiamo potrebbero finire da un momento all’altro per la presenza sul convoglio del Gedächtnisvampir.

Tra le persone che viaggiano sul treno, su cui in qualche modo viaggiamo anche noi come presenza aleggiante tra i pensieri e i ricordi dei passeggeri, c’è anche chi è proprio a caccia di questo Vampiro dei Ricordi, un mostro che va fermato, che ha già colpito e a cui bisogna impedire di colpire di nuovo…

Un libro di fantascienza che ci porta nel sottile ma profondo mondo dell’introspezione.

Leggendo queste pagine si ha la sensazione di poter varcare la soglia della coscienza per immergersi nei pensieri delle persone, sondarne le paure e passeggiare tra i flussi dei ricordi che riempiono l’anima dei passeggeri del treno.

Sembrano tutti attori inconsapevoli del teatro della vita dove la fame e il bisogno del Divoratore di Ricordi si muove per cercare l’energia che da questi pensieri emerge.

È un romanzo sicuramente atipico questo, dove Pietro Caracciolo utilizza lo strumento della fantascienza per colorare una trama che ci conduce nell’astratto, nel labile mondo dell’introspezione.

Lo stile di questo romanzo è sicuramente interessante, il tema del pensiero, dei ricordi, delle preoccupazioni e della quotidianità del viaggio si unisce alla ricerca di un mostro che vaga tra queste persone ordinarie ponendo all’attenzione del lettore la paura presente e intoccabile della perdita di memoria e del peso specifico che tutto ciò che siamo sia racchiuso nel forziere della nostra mente, in un baule prezioso e inestimabile che è rappresentato dai ricordi.

Un romanzo adatto a tutti gli amanti del genere fantastico che incontra il piacere dell’introspezione e del soliloquio, scritto in modo attento ma anche molto variegato e con un finale netto ma significativo, tutt’altro che scontato…

Pietro Caracciolo (Messina, 26 febbraio 1952) è uno scrittore e storico italiano. Dal 1978 scrive saggistica, storia patria e narrativa, soprattutto di genere fantascientifico e fantastico, ma non tralascia la fotografia, il disegno e la musica.

Attratto dalla fantascienza e dalle discipline scientifiche, inizia a scrivere fantascienza intorno ai diciassette anni, incoraggiato da amici e professori. Dopo aver percorso le tappe d’obbligo del fandom, i suoi racconti vengono pubblicati sulla rivista Perry Rhodan.

Successivamente alla chiusura della rivista, altri suoi racconti sono stati pubblicati praticamente da diversi editori del settore, ovvero Mondadori con Urania, Fanucci Editore, Perseo Libri.

E’ datato 1991 il suo primo romanzo “Nel segno del serpente”, edito dalla Editrice Nord nella collana Cosmo Argento.

Approdato su Amazon KDP, ha riscoperto il suo interesse verso il disegno, mantenendo però costante il bisogno di mettere sulla carta i propri pensieri.

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