Recensione Raw Trip di Marco Gallico

Raw Trip

– Marco Gallico –

Formato: Copertina flessibile

Pagine: 679

Editore: Self

Marcello da cinque anni vive a Los Angeles. Poco prima di compiere 40 anni, sentendosi insoddisfatto, decide di lasciare tutto e partire per un’avventura solitaria attraverso l’America, alla ricerca di qualcosa che lo faccia sentire vivo. Lungo il suo percorso, Marcello farà esperienze e incontri che lo porteranno a scoprire sé stesso e il mondo che lo circonda. Ricorderà le persone che hanno lasciato un segno nel suo passato, come Julia, il suo grande amore mai dimenticato. Visiterà luoghi diversi e contrastanti, tra paesaggi mozzafiato, città caotiche e villaggi sperduti. In uno di questi, farà amicizia con Jeremy, un anziano vedovo che gli chiederà un favore speciale prima di rimettersi in viaggio verso la Florida, dove vivono i suoi cugini americani che si è deciso di andare a conoscere. Durante il lungo viaggio Marcello scoprirà che l’America non è solo un luogo fisico, ma uno stato d’animo, una sfida e una chimera. E capirà che forse non vale la pena di tagliare le proprie radici. Raw Trip è un romanzo che mescola ironia e dramma, sincerità e commozione, ambientato nel 2019, in un’America in piena crisi e contraddizione. È anche il racconto del viaggio interiore di un uomo alla ricerca di un senso e di un ordine in un mondo post-moderno dove tutto appare ormai dislocato.

Marcello è un uomo di quasi quarant’anni che per inseguire un sogno si trasferisce a Los Angeles. Dopo quasi cinque anni negli Stati Uniti, insoddisfatto e solitario, decide di partire per un road trip senza un itinerario, guidato solamente dall’istinto e dall’esigenza di ritrovare se stesso.

In questo viaggio, che tocca mete conosciute e paesini di poche anime, Marcello incontrerà vecchie conoscenze, nuove persone e amori ma, soprattutto, accompagnato dall’inseparabile musica, potrà riflettere sulla sua vita e sulle sue scelte acquisendo nuova consapevolezza per il suo futuro. Ci saranno momenti per riflettere, esperienze nuove e inaspettate ma, soprattutto, una missione imprevista da portare a termine…

Potremmo dire che a questo libro non manca davvero niente: c’è la bellezza di un viaggio in solitaria, ci sono moltissime parentesi interpersonali, c’è passione, introspezione, curiosità sui luoghi che Marcello incontra nel suo viaggio, parentesi ironiche e profonde, c’è la musica e quel senso di libertà che accompagna e stride con l’insoddisfazione del protagonista.

“Raw trip” è il racconto di un viaggio ma è soprattutto una ragnatela di emozioni disparate, è un percorso a tappe fatto di nuove consapevolezze, di sfide e rivelazioni con un finale che emoziona per il significato che acquisisce. Ho apprezzato molto la costante presenza della musica in queste pagine, note che accompagnano Marcello durante il viaggio assumendo un significato molto più ampio, così come mi è piaciuta la scelta di dare alla narrazione un linguaggio sincero, sboccato, in alcuni tratti un po’ pulp, rendendo autentici gli incontri che appaiono sempre variegati e imprevedibili.

Marco Gallico ha scritto queste pagine durante il lockdown a Los Angeles e le ha arricchite dopo un viaggio di 25mila chilometri negli Stati Uniti. È forse questo il motivo per il quale i luoghi e le esperienze, ma soprattutto i pensieri del protagonista appaiono autentici, frutto di un’iniezione di verità e realtà, integrati ovviamente da parti più romanzate che completano una trama importante di un romanzo così esteso.

Si potrebbero dare molteplici significati a queste pagine ma bisognerebbe trovare le parole per descrivere tutto ciò che il road trip di Marcello significa per il lettore e per il protagonista, ma questo ovviamente porterebbe con sé una scia di grandi spoiler.

Bisogna quindi immergersi in queste pagine e lasciarsi andare a una storia capace di coinvolgere e assumere significati diversi a seconda di chi la legge. Manca solamente una cartina sui cui inserire tutte le tappe di Marcello, cosa che spero di poter fare al più presto, perché, questo libro lascia nel lettore una voglia impellente di prendere la macchina e partire, perché forse tutti avremmo bisogno di un’esperienza così per apprezzare ciò che siamo e forse maturare attraverso l’esperienza non statica della quotidianità.

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