Recensione Il serpente arrotolato. L’eterno presente di Luca Ielo

Il serpente arrotolato. L’eterno presente

– Luca Ielo –

Formato: Copertina flessibile

Pagine: 385

Editore: Bookabook

L’essere umano non può fare a meno delle storie, di tramandarle, inventarle, adattarle. Le usa per intrattenere, rassicurare, stupire, offrire un rifugio, costruire la propria identità. Le storie, però, possono trasformarsi in una trappola, rapirci nel loro gorgo di irrealtà e non lasciarci più andare.

Sembra proprio questo il destino di una donna che dopo un tragico evento è rimasta prigioniera dei suoi racconti. Ma è possibile che le sue narrazioni siano reali? Che mostrino la verità della sua angoscia? E che rapporto ha con i cinque ragazzi che in un pomeriggio di pioggia si incontrano in un parco per leggere le loro storie?

Questa è la storia di un limbo, una condizione psicofisica che emerge dall’io più profondo e nascosto e chiede di essere ascoltata, una vicenda di sofferenza personale che sfocia di ricordi intrisi nel malessere e tale malessere viene affrontato da diversi personaggi.

Riavvolgendo il nastro di queste pagine, “Il serpente arrotolato. L’eterno presente” è un romanzo che, attraverso l’incontro e la superficiale e sboccata unione di un gruppo di ragazzi, espone il lettore a una serie di racconti variegati e diversi con il filo conduttore di sentimenti ombrosi, azioni sofferenti e vicende complesse.

Non si riesce a distinguere la realtà dalla finzione poiché, procedendo nella lettura si scopre che l’incontro di cinque ragazzi che amano leggere questi racconti forse custodiscono narrazioni reali dove l’angoscia emerge dai fatti e si riflette sulla vita di una donna che di questi racconti è divenuta vittima e prigioniera degli eventi.

Come un castello circondato da un fossato, la donna vive in una trappola introspettiva che ricalca la fantasia così a fondo da far dubitare a ritroso che nei racconti narrati ci sia qualcosa che va oltre la fantasiosa narrazione. Ecco che quindi tutto assume sfumature diverse, più oscure e inquietanti che trovano nutrimento nella vasta incognita dell’inconscio.

Il romanzo di Luca Ielo ha, a mio avviso, due grandi pregi: il primo è quello di intrattenere il lettore con racconti distinti di cui godere per un’alienante e fantasiosa esperienza di lettura; il secondo è quello di ricollegare tali racconti a una dimensione reale che è anche molto inquietante ma palpabile, razionale.

“Il serpente arrotolato” riesce a unire il linguaggio sboccato e semplice dei suoi protagonisti a vicende complesse, profonde e spesso impegnative collegando diverse dimensioni con una trama verticale definita.

Il linguaggio è articolato e la struttura del romanzo richiede dedizione e impegno ma, indubbiamente, si viene ripagati dalla svolta imprevista sul finale e dal piacevole intrattenimento che ogni racconto permette di raggiungere.

Un libro adatto a tutti quelli che amano le storie variegate, imprevedibili e per nulla scontate con grande predilezione per quei romanzi che, oltre la mole, nascondono sfumature raffinate da cogliere in ogni pagina.

Luca Ielo

È nato il 17 luglio 1992 a Reggio Calabria, dove vive e lavora. Nel 2021 consegue la laurea magistrale in Economia presso l’università Mediterranea e sta attualmente frequentando un Executive Master promosso da banca Mediolanum per diventare consulente finanziario. Avvicinatosi fin da adolescente al genere horror dopo aver letto “Misery” di Stephen King, da una semplice idea sviluppa due cicli che comprendono dodici manoscritti. “L’eterno presente” è il primo volume del ciclo “Il serpente arrotolato”.

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