
l parigino Benoit “Banana” Martin vorrebbe godersi la città eterna, rileggere i classici della letteratura americana, scoprire le opere di John Fante e finire di scrivere il suo romanzo in santa pace, prima di tornare a Parigi, sposarsi e riprendere la sua amata vita di routine. Il viaggio a Roma si trasforma però in una parabola grottesca. In attesa di Sorcio, tra le bettole di Trastevere e un impiego per i Musei vaticani, Banana finisce per fare i conti con una banda male in arnese, intenzionata a mettere a segno “il colpo del secolo” e riprendersi la Gioconda. Nuovi sperduti è un manifesto millennial, uno spaccato della nostra generazione “perduta”. Ex-ragazzi che inseguono visioni del mondo scadute da decenni, e incapaci di adattarsi, ognuno a suo modo, al tempo che passa.
Banana è un ragazzo che vive a Parigi con la sua fidanzata. Si trova momentaneamente a Roma, immerso tra letteratura e momenti goliardici con gli amici, sospeso in una parentesi fatta di spensieratezza e riflessione. Tuttavia, il suo ritorno nella capitale francese si rivela solo una breve pausa: presto sarà nuovamente richiamato a Roma per una missione insolita e misteriosa, tanto bizzarra quanto affascinante — riprendersi la Gioconda.
La trama si svela con lentezza, avvolta da atmosfere romane intense e vissute appieno, alternando momenti di leggerezza a profonde riflessioni esistenziali. La missione stessa si presenta inizialmente in modo confuso, improvvisato, come se fosse più un pretesto narrativo che un vero e proprio piano d’azione, ma proprio per questo intriso di quotidianità autentica e vissuta.
Il piano prende forma intorno a metà romanzo, intrecciandosi a dialoghi serrati, descrizioni vivide e frammenti di vita che restituiscono il ritratto sincero di una generazione. Tra una serata nei locali e un momento di svago con gli amici, la narrazione si mantiene sempre ancorata a un tema centrale: l’inquietudine di chi appartiene alla generazione dei Millennials, ragazzi che sembrano ancora trattenuti in quella parentesi sognatrice e un po’ spavalda della giovinezza, incapaci — o forse riluttanti — ad accettare il fluire inesorabile del tempo.
Al cuore di questo romanzo pulsa un grande amore per la scrittura: i desideri dei protagonisti sembrano ruotare costantemente intorno alla parola scritta, alla ricerca di un’affermazione che spesso si scontra con una realtà che rimanda continuamente i progetti, rendendo la creazione stessa un atto di resistenza e di vitalità.
Nel procedere della narrazione, tra una risata e una serata tra amici, si respira una raffinata ricerca letteraria e poetica: aneddoti, citazioni e riferimenti colti emergono con naturalezza, conferendo all’intera opera un’eleganza sottile che si pone in delicato contrasto con la leggerezza, talvolta caotica, degli eventi narrati.
Valerio Carbone sceglie per Nuovi Sperduti una lingua e uno stile perfettamente in linea con la generazione che racconta: una dialettica fresca, autentica, in cui mi sono riconosciuta, rivedendo la me stessa di qualche anno fa, e in cui molti Millennials potranno facilmente rispecchiarsi.
Nuovi Sperduti è un romanzo peculiare, a tratti non facilissimo, ma capace di restituire con grande sensibilità il ritratto di una generazione che fatica a trovare il proprio posto nel mondo, sospesa tra il desiderio di appartenere e la paura di perdere quella spinta sognatrice che l’ha sempre contraddistinta. Un viaggio che ci prende per mano e ci accompagna, pagina dopo pagina, dentro un’avventura che è tanto esteriore quanto profondamente interiore.
Valerio Carbone, romano, classe 1985. E’ psicologo, psicoterapeuta e dottore di ricerca in filosofia. Attualmente responsabile del marchio editoriale “Settemari”. Autore di racconti, poesie, concept e canzoni, ha pubblicato i romanzi Il mercante d’acqua (2015) e Una messa in scena posticcia (2021).
Titolo: Nuovi sperduti
Autore: Valerio Carbone
Formato: Copertina flessibile
Pagine: 185
Editore: Edizioni Efesto