Recensione I valori che contano di Diego De Silva

I valori che contano

–  Diego De Silva 

Quando l’amore si ampifica, quando diventa debolezza e timore, di più: paura di non rivedersi, smarrimento, raggiungere quello stato di purezza in cui non c’è più nulla che lo nutre. Non è il sesso, non il bisogno, non l’abitudine, non il tempo insieme e nemmeno i figli, se ce ne sono: no, l’amore in quei momenti è il bene dell’altro che vuoi e senti in pericolo. Quello, e solo quello.

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Romanzo
Pagine: 320
Editore: Einaudi


Giudizio Sintetico


Eccolo di nuovo tra noi, l’avvocato d’insuccesso piú amato dagli italiani, in compagnia di un nuovo esilarante socio, di una nuova riluttante fidanzata, e dei suoi soliti pensieri inconcludenti. Ed eccolo alle prese con una nuova causa che sembra già pronto a perdere. C’è una ragazza in mutande sul suo pianerottolo, assomiglia a Pippi Calzelunghe senza trecce, trema, gli chiede aiuto. Ma è una bomba a scoppio ritardato. Vincenzo Malinconico prende in mano quella bomba senza pensarci e se la porta dietro fino alla fine, anche quando la malattia irrompe nella sua vita storcendone l’andatura. Perché ai personaggi capita quello che capita alle persone. E quando diventano di famiglia, di libro in libro li vediamo innamorarsi, nascondersi, combattere, ridere, ammalarsi: vivere, in una parola.

Diciamo che ricevere la lettera di un avvocato non sempre è sinonimo di un’esperienza positiva, devo dire che però trovare la richiesta dell’avvocato Malinconico di collaborare alla risoluzione del caso Venere è stato l’inizio di una bellissima avventura, letteraria, conoscitiva ma anche umana.

Sì perché Malinconico ha la parlantina, la sensibilità e la vocazione a trattare con l’animo umano raccontando e raccontandosi, tanto da far diventare il “Caso Venere” un susseguirsi di parentesi nel vero fulcro narrativo caratterizzato da ironia, incontri, relazioni, salute e tanti spunti per riflessioni personali.

Malinconico è un narratore nato, di quelli che si perdono, a cui devi lanciare un’occhiata per far capire che ogni tanto divagano, ma che non racconta nulla che non sia interessante, attuale o fortemente coinvolgente.

Da questo nasce, secondo me, il successo dell’avvocato e del personaggio di De Silva, che per la prima volta ho incontrato, un protagonista vivo, attento, ironico ma mai banale o eccessivo che porta il lettore su diversi piani di una stessa storia riuscendo a far sorridere ma anche preoccupare, spiazzare e motivare, conducendo in parallelo un’indagine che da tono all’intera vicenda.

Contenta di aver conosciuto Malinconico sono certa di voler recuperare quello che, fino a ora, non ho avuto modo di leggere!

Grazie a Einaudi per avermi donato questa nuova uscita (con una presentazione meravigliosa) e avermi permesso di conoscere l’avvocato Malinconico!


Diego De Silva è nato a Napoli nel 1964. Presso Einaudi ha pubblicato Certi bambini (2001, premio selezione Campiello, da cui è stato tratto il film omonimo diretto dai fratelli Frazzi), La donna di scorta (2001), Voglio guardare (2002, 2008 e 2017), Da un’altra carne (2004 e 2009), Non avevo capito niente (2007 e 2010, Premio Napoli, finalista al premio Strega), Mia suocera beve (2010 e 2012), Sono contrario alle emozioni (2011 e 2013), Mancarsi (2013), la trilogia Arrangiati, Malinconico (2013), che riunisce in un unico volume Non avevo capito niente, Sono contrario alle emozioni, Mia suocera beve), Terapia di coppia per amanti (2015 e 2017, da cui è stato tratto il film omonimo per la regia di A. M. Federici), Divorziare con stile (2017 e 2019), Superficie (2018) e I valori che contano (avrei preferito non scoprirli) nel 2019 . Suoi racconti sono apparsi nelle antologie DisertoriCriminiCrimini italianiQuesto terribile intricato mondoScena padre Giochi criminali e Figuracce. I suoi libri sono tradotti in molte lingue.


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