Recensione “Le parole che non ho” di Carmine Pasquariello – LFA Publisher –

Le parole che non ho

– Carmine Pasquariello  –

Eviterei di scrivervi come mi chiamo. Un nome non ha mai cambiato la vita a nessuno, a meno che uno che si chiama Arturo non cominci a farsi chiamare Tiziana. In questo caso forse sarei disposto a ritrattare, a patto che non mi presentiate mai questo Tiziana o Arturo che sia” 

 

Formato: Copertina flessibile

Genere: Romanzo
Pagine: 198
Editore: LFA Publisher


Giudizio Sintetico


Il protagonista di questo romanzo non ha un nome (tanto un nome non ha mai cambiato la vita a nessuno). Il protagonista di questo romanzo non ha una voce (è muto, e ci tiene a sottolinearlo sin da subito). Ma ha una penna e tanta carta su cui scrivere in ogni momento. Una laurea triennale in Scienze della comunicazione da smistare in articoli occasionali da quasi giornalista. Un futuro da scrittore. Forse… 

Iniziare a conoscere il protagonista di “Le parole che non ho” ad inizio narrazione è qualcosa di esilarante, sia per l’originale ironia che gioca nel descriverne la condizione invalidante di uomo muto, sia per i pensieri goliardici che accompagnano giudizi e gaffe delle persone che interagiscono nella sua quotidianità e che egli ci racconta.

Il protagonista di questo romanzo, strutturato come un diario, ci narra la vita, i rapporti umani, spicchi di infanzia ma soprattutto pensieri ed emozioni, che compongono vita e giornate che spesso appaiono vuote, senza fine.

Un frullato di parole emotive che scalzano l’ironia iniziale per far spazio ad un racconto di solitudine e mancanza di obiettivi, incertezze e pensieri che toccano l’animo umano, spesso affiancati da poesie e testi di canzoni celebri.

Oltre a raccontarci a grandi linee la quotidianità incerta, il narratore e protagonista dal nome ignoto, ci rende custodi del suo viaggio di vita e del suo finalmente obiettivo ritrovato: la pubblicazione di un romanzo grazie all’intervento dell’amico Fulvio.

Tra legami di amicizia indissolubili, scorrere del tempo, scelte di vita, esperienze e goliardia, ci verrà raccontata una vasta fetta d’amore, sentimenti e sogni che occuperà gran parte di questo viaggio emozionale e personale del protagonista.

Non è semplice analizzare e scomporre il romanzo di Carmine Pasquariello perché i sentimenti e il valore emotivo delle parole probabilmente supera la struttura narrativa.

Purtroppo, proprio la narrazione e la struttura del romanzo, non riesce a sostenere il peso emotivo delle parole, facendo perdere intensità alla storia raccontata che non sfonda la parete emozionale del lettore.

Il filo conduttore della storia, per quanto chiaro e lineare, rimane vago e poco avvincente forse anche per l’anonimato del protagonista che, scarno di ulteriori descrizioni, non fa breccia nel cuore del lettore.

Mentre i rapporti umani sono perfettamente descritti, la caratterizzazione dei personaggi è poco strutturata.

Il punto forte del romanzo di Carmine Pasquariello è insito nella parte emozionale, nella capacità dell’autore di esprimere e interpretare i sentimenti dei protagonisti: dalla storia enigmatica con Camilla, all’amicizia unita al timore nei rapporti con Fulvio e Dante, al senso di solitudine e incertezza, i sentimenti sono chiari e ben descritti.

Ho apprezzato molto l’ironia nelle descrizioni, purtroppo soprattutto iniziali, che portano il lettore a sorridere e danno la spinta giusta per proseguire la lettura.

Parole, poesie, canzoni e citazioni sono il lato romantico e sognatore della storia che ho maggiormente preferito.

In conclusione, credo che Carmine Pasquariello abbia la grande capacità di descrivere il lato interiore ed emotivo della natura umana e riesca farlo unendo fattori differenti  dalla grande carica sentimentale.

La maturazione necessaria è racchiusa nella necessità di unire, a questa capacità, una storia maggiormente variegata, strutturata e dal ritmo più coinvolgente.


Carmine Pasquariello nasce a Caserta nel 1984. Laureato in Lettere e Filosofia, cdl in D.a.m.s. (discipline nelle arti, della musica e dello spettacolo) presso la facoltà di Roma3 nel 2007, ha lavorato come attore, autore teatrale e pubblicitario.

Nel 2012 vince il Premio Nazionale di Sceneggiatura “Mitreo fil festival” dal quale nasce il cortometraggio “2040”.

Attualmente vive ad Alessandria, dove scrive e consegna lettere. Questo è il suo primo romanzo.


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