
Sotto le luci di un’alba invernale, i vitigni innevati del barone Calendimarca si rivelano teatro di un omicidio. Non solo un enigma inspiegabile, ma anche un’onta per il casato del nobiluomo. Vitale Federici, insieme al suo devoto discepolo Bernardo della Vipera, si ritroverà a investigare su un delitto i cui moventi sembrano affondare nell’antica tradizione vinicola della famiglia baronale, e nella sua cantina sotterranea che, simile a una biblioteca, pare celare un indizio sull’identità dell’assassino. Riuscirà Vitale a fare luce su questo caso, in cui ambizione, inganno e antiche passioni si intrecciano in un mistero forse impossibile da decifrare?
“La taverna degli assassini” è un giallo piuttosto semplice ambientato nel 1793 nel Granducato di Toscana. La vicenda prende avvio con il ritrovamento di un cadavere all’interno di una vigna appartenente a un nobile locale. L’indagine viene affidata a Vitale Federici, accompagnato dal suo discepolo Bernardo, e si snoda tra interrogatori, sospetti e misteri che affondano le radici in segreti lontani.
Il romanzo si presenta quasi come una novella, sia per la brevità – poche pagine che si leggono in un paio d’ore – sia per la struttura narrativa essenziale. Il carattere tipografico piuttosto grande e la scrittura scorrevole contribuiscono a rendere la lettura estremamente rapida, ma anche, per certi versi, poco soddisfacente per chi cerca intrecci più complessi o una vera immersione nell’ambientazione storica.
Uno degli aspetti che ho trovato più deboli è proprio la caratterizzazione di personaggi e luoghi: abbozzata, superficiale, priva di profondità emotiva e di dettagli che permettano al lettore di visualizzare la scena o affezionarsi ai protagonisti. Vitale Federici, il protagonista, risulta a tratti saccente e poco empatico, difficilmente capace di creare un legame con chi legge.
Anche l’ambientazione storica, che poteva essere un punto di forza, viene trascurata per quasi tutta la narrazione. Solo nelle pagine finali compare una sfumatura storica più marcata, che però appare inserita quasi forzatamente, senza una reale costruzione che la preceda.
In sintesi, “La taverna degli assassini” può essere una lettura adatta a chi apprezza gialli molto semplici, con poca deduzione logica e personaggi funzionali alla trama ma poco approfonditi. Personalmente, l’ho trovato troppo elementare sotto molti punti di vista: troppo breve per costruire una vera tensione, troppo superficiale per coinvolgere davvero, troppo distante dalle mie aspettative.
Marcello Simoni (Comacchio, 27 giugno 1975) è uno scrittore, bibliotecario e archeologo italiano.
Il suo primo romanzo è “Il mercante di libri maledetti” (2011), seguito da una prolifica serie di saghe e di thriller storici ambientati per la maggior parte nel Medioevo. È anche autore di alcuni saggi incentrati sempre sul Medioevo. È il vincitore del Premio Bancarella 2012.
Titolo: La taverna degli assassini
Autore: Marcello Simoni
Formato: Copertina rigida
Pagine: 222
Editore: Newton Compton Editori