
Svalis è un’epopea romantica senza tempo sul potere dell’amore di superare la distanza e il tempo. Gli innamorati d’infanzia Lelo e Sanna, separati dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, affrontano sfide inimmaginabili quando Lelo intraprende un pericoloso viaggio attraverso l’Europa devastata dalla guerra per ricongiungersi con Sanna. Mentre si scatena un’altra guerra mondiale, la ricerca di Lelo lo porta ancora più lontano, questa volta nell’America del 1940.
Il romanzo esplora i temi della resilienza e dello spirito umano in mezzo alle avversità, catturando una profondità emotiva che lascia un’impressione duratura. Dopo decenni di lotta, il loro ricongiungimento è agrodolce e offre una riflessione toccante sull’amore, la perdita e la forza di resistere.
La narrazione si snoda con grazia attraverso le voci alternate dei due protagonisti, intrecciando le loro vite in un arco temporale che abbraccia l’intero Novecento, dal 1902 al 1979. È una storia d’amore e di musica, ma anche di attese, perdite e rinascite, che si sviluppa sullo sfondo di eventi storici imponenti, senza mai perdere di vista l’intimità delle emozioni umane.
Parigi è il cuore pulsante di questo racconto. La città della luce si fa teatro silenzioso ma presente, custode di spartiti, sogni e passi di danza. Tuttavia, la vicenda abbraccia anche altri luoghi incantati, come Ginevra, che si fa eco lontana di un legame invisibile, quasi spirituale, che unisce i due protagonisti attraverso tempo e distanza.
Il ballo e la danza classica diventano simboli ricorrenti: movimenti sospesi tra ciò che è stato e ciò che avrebbe potuto essere. I sogni di Sanna e Lelo si intrecciano come in una coreografia segreta, fatta di assenze, lettere mai spedite, incontri sfiorati e note mai del tutto dimenticate.
La vita di Lelo è una continua ricerca, una corsa silenziosa verso un ricordo che non si lascia spegnere: Sanna. Lei rappresenta per lui la certezza di un amore mai scaduto, la ferita dolce di un legame sospeso, interrotto solo dalle circostanze, mai dal sentimento. È l’eco costante di una presenza che ha il sapore di casa e di eternità.
Le due guerre mondiali fanno da sfondo drammatico alla narrazione, scandendo i silenzi, le separazioni forzate e le trasformazioni inevitabili. Ma è il loro ritrovarsi, o forse solo il desiderio di farlo, il vero nucleo emotivo della storia. Il lettore si ritrova spesso con gli occhi chiusi, immerso nei ricordi, trasportato dalle note e dai battiti del cuore dei protagonisti. In quei momenti, la musica diventa voce dell’anima, linguaggio muto ma potente, capace di dire ciò che le parole non riescono ad esprimere.
Questa è una storia profondamente introspettiva. Una narrazione costellata di speranze luminose e di occasioni sfiorate, a volte perdute. C’è una tenerezza quasi fragile, una delicatezza che accompagna ogni gesto, ogni emozione. È il racconto di un amore che rincorre il tempo, cercando disperatamente di sincronizzarsi con esso, senza mai riuscirci del tutto.
Sanna è una ballerina, Lelo un musicista trasformato dalla guerra, la cui esistenza militare è scandita da un unico pensiero: sopravvivere abbastanza a lungo da rivedere la donna che ha segnato la sua vita. Due mondi opposti, che pure si sfiorano continuamente attraverso un legame impalpabile, ma tenace. Lelo, quasi per caso, si ritrova a suonare, come se le sue mani seguissero un richiamo antico. La musica lo guida, lo ancora, lo tiene vivo.
Il tempo scorre veloce, saturo di significati, eppure sembra a tratti fermarsi nei sogni e nelle attese dei protagonisti. La storia è un inno alla resistenza dei sentimenti profondi, alla forza del ricordo, alla possibilità che anche ciò che sembra perduto possa ritrovare la sua via.
Sanna non è solo la musa di Lelo: è la sua direzione, il suo centro emotivo. In ogni pagina si percepisce l’ardente desiderio di dare un senso agli eventi, di trovare un fragile equilibrio tra l’intensità del sentimento e la durezza della realtà.
In Svalis, danza e musica si fondono con l’amore, la nostalgia e la speranza. Ijna Bom scrive con delicatezza, scavando nelle pieghe delle emozioni, tratteggiando un mondo interiore che pulsa sotto ogni parola. Il lettore è condotto per mano in un viaggio intimo, accompagnato dalla costante attesa di un finale che possa chiudere il cerchio.
E quel finale arriva. Ed è una conclusione dolceamara, intrisa di significati. Non è solo la fine di una storia, ma la conclusione di un percorso emotivo che lascia il segno, come una melodia che continua a risuonare anche quando tutto tace.
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