
All’inizio di un gennaio milanese in cui c’è aria di neve, una segnalazione anonima porta al ritrovamento di un uomo ucciso in una mansarda in zona Lambrate: indossa una maschera da medico della peste e apparentemente è morto dissanguato; intorno al suo corpo sono appese sacche piene del suo stesso sangue. Il commissario Mandelli e l’ispettore Casalegno capiscono subito di trovarsi di fronte a un’efferatezza destinata a seminare altre vittime, e a un killer che vuole attirare l’attenzione lasciando una firma: la foto in bianco e nero di una rara specie di rosa. Tutta la squadra della UACV, l’Unità di Analisi del Crimine Violento, si attiva per seguire questa pista. Ma Mandelli è costretto a lasciare l’operatività delle indagini a Caterina Dei Cas, l’ombrosa poliziotta valtellinese fidanzata di Casalegno che è ormai al settimo mese di gravidanza. Lui e Casalegno, infatti, vengono chiamati dai superiori a occuparsi di un vecchio caso in Val di Fassa: un senatore molto potente pretende che sia fatta chiarezza sulla morte di suo figlio, avvenuta dieci anni prima e archiviata come accidentale, in un periodo in cui la valle era infestata da misteriosi delitti rituali…
Le due indagini corrono parallele e Mandelli si troverà a combattere pericoli spettrali e altri fin troppo concreti, mentre cercherà di dipanare la matassa del passato liberandola dalla legge implacabile dell’oblio.
Torna la squadra della questura di Milano, guidata dal carismatico commissario Mario Mandelli, in un’indagine doppia e avvincente che si muove su due fronti: da un lato, un oscuro caso milanese in cui il ritrovamento di un cadavere con indosso una maschera da medico della peste segna l’inizio di un elaborato piano di vendetta; dall’altro, un cold case riaperto in Val di Fassa, dove Mandelli e l’ispettore Casalegno sono chiamati a far luce sulla misteriosa morte del figlio di un noto senatore e su una scia di delitti rituali che per anni hanno lasciato un’ombra sulla valle.
La trama, nutrita e densa di spunti narrativi, si sviluppa in un romanzo leggermente più breve rispetto ai precedenti, ma non per questo meno coinvolgente. Cerone conferma il suo straordinario talento nel costruire storie capaci di appassionare e, al tempo stesso, emozionare. Anche in questo quarto capitolo, la squadra di Mandelli si dimostra non solo un gruppo investigativo ben affiatato, ma una vera e propria famiglia letteraria che i lettori ritrovano con affetto, in quello che è ormai diventato un appuntamento annuale irrinunciabile.
Questo nuovo episodio colpisce per la doppia ambientazione – urbana e montana – e per la diversità dei casi affrontati, entrambi ricchi di implicazioni simboliche e morali. La forza del romanzo risiede proprio nell’epilogo, capace di intrecciare i due filoni narrativi in un finale che lascia il lettore riflettere a lungo sui temi della colpa, della giustizia e della memoria.
Accanto alle indagini, trovano spazio le vicende personali dei protagonisti, che iniziano a svelare crepe, nostalgie e nodi del passato non ancora risolti. È proprio in queste pieghe più intime che il romanzo acquisisce profondità: Cerone non si limita a costruire un giallo, ma cesella un ritratto umano complesso e realistico.
Particolarmente significativa è la parentesi in Val di Fassa, dove la bellezza del paesaggio si intreccia con il fascino inquietante del caso irrisolto. In questo contesto, il rapporto tra Mandelli e Casalegno si rafforza ulteriormente: un legame fatto di silenzi, comprensioni tacite e rispetto reciproco, reso ancor più autentico dalle difficoltà che i due affrontano e dalle scelte esistenziali che li attendono. Un rapporto che cresce tra le righe, senza clamore, ma con una forza narrativa profonda.
Come sempre, Cerone costruisce indagini dense di significato, forse meno complesse sul piano strutturale rispetto ai romanzi precedenti, ma più ricche di simboli, metafore e sottintesi. Anche i luoghi – elemento fondamentale dell’universo narrativo dell’autore – rivestono un ruolo chiave: la Milano crepuscolare e la Val di Fassa sospesa nel tempo dialogano con le emozioni dei protagonisti, soprattutto con quella malinconia che accompagna Mandelli nel confronto con la propria età e con ciò che si è lasciato alle spalle.
Il binomio montagna e nostalgia, in particolare, colpisce per la delicatezza con cui è tratteggiato: Mandelli si muove in un paesaggio silenzioso e poetico, mentre al suo fianco due giovani colleghi si affacciano a un futuro ancora tutto da scrivere. Il contrasto tra generazioni, espresso senza retorica, aggiunge spessore alla narrazione.
È difficile trovare veri punti deboli in La curva dell’oblio: le due indagini sono forse meno articolate rispetto al passato, ma questa scelta lascia spazio a una riflessione più ampia sui temi sottesi alla vicenda. A lettura conclusa, si apprezza la direzione più simbolica e intimista intrapresa dal racconto.
Nel complesso, La curva dell’oblio si conferma come un quarto volume di grande forza emotiva e narrativa. Gian Andrea Cerone continua a regalarci storie avvincenti, personaggi umanamente credibili e ambientazioni tratteggiate con delicatezza e precisione, mantenendo sempre quel tocco noir che ormai è la firma inconfondibile di una delle serie più amate del panorama italiano contemporaneo.
Gian Andrea Cerone, savonese classe 1964, milanese d’adozione, ha una lunga esperienza nell’ambito della comunicazione, dell’editoria tradizionale, televisiva e digitale. Tra i numerosi incarichi svolti, è stato responsabile delle relazioni istituzionali presso il ministero dello Sviluppo Economico e presso EXPO 2015. Nel 2018 ha fondato la piattaforma editoriale di podcast Storielibere. Dal 2022 pubblica con Guanda i romanzi della serie che vede in azione la squadra investigativa dell’Unità di Analisi del Crimine Violento di Milano: Le notti senza sonno, Il trattamento del silenzio (entrambi finalisti al Premio Scerbanenco e vincitori del Premio Franco Fedeli dedicato alla narrativa poliziesca) e Le conseguenze del male.
Titolo: La curva dell’oblio
Autore: Gian Andrea Cerone
Formato: Copertina flessibile
Pagine: 372
Editore: Guanda